L’altra faccia della libertà d’espressione.
Creato il 23 febbraio 2014 da Lorenzo Zuppini
@lorenzozuppini
Partendo dal presupposto del tutte le idee sono esprimibili, per un fatto di libertà individuale immancabile e anche perché sarebbe difficilissimo riuscire ad elencare tutte quelle idee non meritevoli d’attenzione, si deve però riconoscere che in Italia non esattamente tutto può essere trasferito dalla mente alla bocca ed espresso sotto forma di parole, quantomeno è data la formale possibilità di farlo sapendo però implicitamente che se si toccano alcuni particolari argomenti si può essere tacciati di razzismo od omofobia. Queste sono le accuse che oggigiorno vanno più di moda. Ad esempio non posso affermare serenamente che la sig.ra Kyenge sia stata un disastro nel suo lavoro e che le sia stato affidato il Ministero dell’integrazione solo perché di colore e non le è stato mai mosso alcun rimprovero dagli organi statali per i suoi numerosi insuccessi od uscite al limite della presa per il culo ancora per questo motivo, per il colore della sua pelle. Non giustifico chi la paragonò ad un Orango, ma certo non posso riservarle maggior attenzione perché negra, anzi molto semplicemente mi indigno per le offese a lei recate come per le offese volte alla sig.ra Boldrini. Non capisco proprio perché se di colore una persona meriti più attenzioni: sono forse perseguitate da qualche rimasuglio di Ku Klux Klan? Non le sono riconosciute le libertà fondamentali? E poi diciamoci la verità, siamo sicuri che un’offesa ad una donna africana riguardante le sue origini o il suo aspetto fisico sia sinonimo di razzismo? Credo di no, e credo che se si intende offendere qualcuno si cerca ovviamente l’appiglio per essere più brutali possibili, quindi ad un nano si dirà che è alto un metro e un cazzo, ad uno spilungone che assomiglia più ad un palo della luce e ad una persona di colore che assomiglia ad una scimmia. Nell’ultimo caso ci si scandalizza maggiormente e giustamente perché in passato il razzismo hitleriano ha lasciato dietro di sè sei milioni di morti ebrei, ancora ne è fresco il ricordo e quindi l’indignazione è doverosa, ma poi dietro la facciata non posso esimermi da raccontare la verità.Caso analogo si ha per gli omosessuali e anche per i transessuali. Notizia recente è che l’ex parlamentare di Rifondazione Vladimir Luxuria sia stata arrestata a Sochi, in Russia, per un paio di uscite a favore dell’omosessualità da quelle parti poco gradite. E’ accaduto durante le Olimpiadi, infatti la Luxuria era là come inviata del programma Le Iene, non penso come appassionata di sport. Ora, le leggi russe in materia di omosessualità sono piuttosto rigide, in particolar modo riguardo all’esternazione di questo gusto sessuale: si pensa che possa confondere i bambini e quindi inculcargli idee che non devono essere inculcate, ma non perché sbagliate, ma piuttosto perché una preferenza sessuale non può essere soggetta ad esaltazione in pubblica piazza. Rimane una preferenza soggettiva, non la si può affrontare in dibattiti o cose simili perché verrà accolta solo da chi condivide quei particolari gusti, quindi non da tutti. E’ ovvio che l’iniziativa della Luxuria sia deprecabile, fastidiosa ed inutile, soprattutto perché lei vive in Italia e qui mi pare che nessuno le rompa le scatole in riferimento alle sue scelte private, quindi perché andare a disturbare i compagni russi e soprattutto perché rivolgersi al presidente Putin con un tweet irriverente durante una gara sportiva alla quale sta partecipando pure lui e che si tiene in casa sua? Tutto questo è frutto di una concezione sbagliata ed arrogante che oggi si ha della sessualità in genere, forse in particolare per l’omosessualità: si pensa che sia una bandiera per cui combattere, da sventolare, si pensa che gli omosessuali sia persone represse, che appartengano ad un mondo parallelo che mai potrà incontrarsi con quello degli etero, che la loro lotta per accaparrarsi diritti sia legittima per definizione quando invece non lo è poiché pretendono palesemente troppo (vedi adozioni) e con troppa vorace indecenza (vedi gay pride e simili). La Luxuria fa parte di un mondo di privilegiati, ovvero i politici, ed ha compiuto in passato una scelta importante e rispettabile, ovvero cambiar sesso. Ci si deve fermare qui però, niente sentimentalismi od occhi gonfi di lacrime, questa è la vita che lei si è scelta per cui suppongo la gratifichi anche. Non c’è bisogno di espatriare in paesi di cui siamo amici e fare figure grottesche sventolando una bandiera immaginaria che non esiste, facendosi forte di una presunta subalternazione che in realtà non è mai esistita e soprattutto rendendo ridicoli anche tutti gli altri italiani, omo o etero, che però vivono giustamente la propria sessualità in modo intimo e privato.
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