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L’altra generazione mille euro, quella degli over 65

Creato il 28 settembre 2011 da Lapulceonline

anzianoIl 45,5% dei pensionati italiani percepisce un vitalizio superiore ai mille euro. Ma come? Allora non è vero che gli ex lavoratori devono tirare a campare con un misero milione di lire (500 euro), quello che i fi gli, oggigiorno, devono sudare per vederlo in busta paga (fi guriamoci quando e se andranno in pensione)? A guardare solo i numeri dell’INPS, sembrerebbe che gli sforzi di una vita siano ricompensati mensilmente con assegni lordi non così da fame come si vorrebbe far credere, considerato che in certe famiglie di pensioni ce ne sono anche due. Nel dossier dell’Ente previdenziale del 2010 si vede che addirittura il 21,7% dei pensionati prende oltre 1.500 euro al mese (sempre lordi) e solo la metà di loro riceve a fine mese meno di mille euro (il 45,5% ne prende oltre mille). Quasi la metà dei pensionati maschi, poi, raggiunge cifre che un ricercatore universitario o un neolaureato si sogna: 1.502,75 euro ogni trenta giorni, senza spostarsi dalla poltrona.

Sacrosanto diritto dello stato sociale, per carità, ma non è certo incoraggiante per le nuove leve che lavorano per pochi soldi e vedono ancora lontana all’orizzonte lo sportello dell’INPS a cui inoltrare la domanda di sussidio. Si arriva a queste cifre sommando più pensioni. Da quella di invalidità a quella di reversibilità del coniuge scomparso, o aggregando gli assegni erogati da più enti pensionistici. In Italia, infatti, solo il 17,2% delle donne percepisce una sola pensione. I maschi monoreddito sono quasi il 26%. Altrimenti gli assegni sarebbero molto più magri per quasi tutti i 18 milioni di pensionati INPS. In provincia di Alessandria ci sono 167.679 pensionati (non si fa distinzione tra quelli per anzianità di servizio, invalidità, reversibilità o i titolari di assegni di accompagnamento) che percepiscono un importo medio mensile di 758,70 euro. 13.518 di loro sono considerati “invalidi” ed hanno una pensione di oltre 500 euro. Le prestazioni pagate agli invalidi civili sono quasi ventimila, tra pensione ed indennità.

Gli over 65 che non hanno reddito, sono aiutati dallo Stato con una mensilità miserella: le 4.258 pensioni sociali sono mediamente di 375,65 euro. Gli assegni di accompagnamento sono di o l – tre 400 euro al mese. Le sole pensioni di vecchiaia ammontano a 92.707 e i loro beneficiari ricevono dalle casse dell’INPS una somma intorno ai 900 euro. Nelle statistiche alessandrine mancano i dati aggregati, ovvero quanti sono pluripensionati che possono cumulare vari assegni per tirare a campare, ma visto che i numeri non si discostano tanto dalla media nazionale, è ragionevole pensare che anche la metà dei pensionati alessandrini ricevano complessivamente quanto i “colleghi” di Milano o Roma. I maschi “a riposo” della nostra provincia sono 65 mila e 500, mentre le donne sono molte di più: 102 mila. I primi benefi ciano di un importo medio mensile di 1.077, le seconde di 553,82. la sproporzione è notevole. Con gli anni i nostri pensionati sono diminuiti (nel 2003 erano 173 mila) ma la loro pensione è aumentata progressivamente. Una decina d’anni fa lo stesso ex lavoratore prendeva 180 euro in meno.

Il lavoro dipendente rende sempre di più, rispetto agli autonomi. Lo si vede anche dalla cifra che prendono dopo: 250 euro in più. I pensionati alessandrini più ricchi sono i ferrovieri e gli ex dipendenti Enel e Sip/Telecom. Grazie ad accordi particolari e a trattamenti da statali super privilegiati, l’assegno vitalizio sale di molto sopra la media, oltre i 1.500 euro. Ma i veri nababbi del lavoro che fu (eccetto i capitani d’industria e i parlamentari che, solo loro, possono accumulare stipendi, incarichi e pensioni) sono quelli del trasporto aereo. Sono pochi, ma qualche pilota Alitalia passa alla cassa INPS ogni mese. I più poveri sono gli agricoltori, gli artigiani e qualche commerciante particolarmente sfortunato.

 


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