Poi ci sono i must. Lo vuole il popolo. Le riforme (quali?). Padroni in casa nostra. Siamo la maggioranza. Siamo solidi. E mentre la discussione nel mondo gira su come uscire dalla Libia, su come frenare la crisi, su come cambiare il sistema, sul come dare casa ai palestinesi, nessuno invita più o consulta più l'Italia. Non siamo credibili, semplicemente. Come popolo, come abitudini, come storia recente, come governo. Oggi, in particolare, come governo. Il governo del fare e del dire, che si occupa di intercettazioni gridando allo stato di polizia, allo scandalo, al vilipendio, mentre i comuni mortali sono sempre più poveri, disillusi, distanti e forse senza un telefonino sul quale essere intercettati. La gente vive un mondo diverso da quello della morale comune e da quello della politica, un mondo diverso da quello delle fiabe e delle magistrature comuniste. In più parti delle province qua intorno nascono club privati cui ti iscrivi in modo fittizio giusto perché possano evadere il fisco e tu possa cenare in un posto frequentato da giovani vecchi che fanno arrossire persino me. In altri club trovi semplicemente una prostituzione pulita, in offerta, a basso costo e senza bisogno di Tarantini o altre amicizie. Il gioco d'azzardo è presente ovunque e si nasconde dietro ogni tipo di sigla, la crisi avanza, Cina e India sono pronte ad impossessarsi del mondo e qua nessuno sembra preoccuparsene. L'Europa, ahimè, esiste solo quando devono allungare l'età pensionabile in un sistema per cui verso il 100% e prenderò il 40%. Un sistema iniquo, fasullo, costruito sul nulla e destinato a crollare. Eppure la gente trova svaghi, vizi ed immoralità ovunque, col silenzio degli alti prelati e i paroloni fasulli della classe dirigente. In attesa che qualcuno dica la verità sull'onda che deve colpirci. O sul fatto che i Maya avessero ragione e allora basta aspettare poco più di un anno per capire che cosa si salverà. I ministri in canottiera che gridano al federalismo rimanendo ben ancorati a Roma temo di no. Ma forse non sarà un gran male.
Poi ci sono i must. Lo vuole il popolo. Le riforme (quali?). Padroni in casa nostra. Siamo la maggioranza. Siamo solidi. E mentre la discussione nel mondo gira su come uscire dalla Libia, su come frenare la crisi, su come cambiare il sistema, sul come dare casa ai palestinesi, nessuno invita più o consulta più l'Italia. Non siamo credibili, semplicemente. Come popolo, come abitudini, come storia recente, come governo. Oggi, in particolare, come governo. Il governo del fare e del dire, che si occupa di intercettazioni gridando allo stato di polizia, allo scandalo, al vilipendio, mentre i comuni mortali sono sempre più poveri, disillusi, distanti e forse senza un telefonino sul quale essere intercettati. La gente vive un mondo diverso da quello della morale comune e da quello della politica, un mondo diverso da quello delle fiabe e delle magistrature comuniste. In più parti delle province qua intorno nascono club privati cui ti iscrivi in modo fittizio giusto perché possano evadere il fisco e tu possa cenare in un posto frequentato da giovani vecchi che fanno arrossire persino me. In altri club trovi semplicemente una prostituzione pulita, in offerta, a basso costo e senza bisogno di Tarantini o altre amicizie. Il gioco d'azzardo è presente ovunque e si nasconde dietro ogni tipo di sigla, la crisi avanza, Cina e India sono pronte ad impossessarsi del mondo e qua nessuno sembra preoccuparsene. L'Europa, ahimè, esiste solo quando devono allungare l'età pensionabile in un sistema per cui verso il 100% e prenderò il 40%. Un sistema iniquo, fasullo, costruito sul nulla e destinato a crollare. Eppure la gente trova svaghi, vizi ed immoralità ovunque, col silenzio degli alti prelati e i paroloni fasulli della classe dirigente. In attesa che qualcuno dica la verità sull'onda che deve colpirci. O sul fatto che i Maya avessero ragione e allora basta aspettare poco più di un anno per capire che cosa si salverà. I ministri in canottiera che gridano al federalismo rimanendo ben ancorati a Roma temo di no. Ma forse non sarà un gran male.
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