Mia madre, la mia bambina
di Tahar Ben Jelloun
Einaudi pagine 179 € 9,80
isbn 9788806186579
Quando nel 1998 apparve nelle maggiori librerie d'Europa
"Il razzismo spiegato a mia figlia" si rivelò da subito un successo
di vendita e di pubblico, sorprendente anche per Tahar Ben Jelloun.
Perchè? Forse perchè il razzismo è un fenomeno odioso ma che fa parte della nostra natura, lo generano l'ignoranza e la xenofobia, è come un dente
cariato,la causa del male siamo noi stessi e le nostre cattive abitudini alimentari;possiamo strapparlo via, ma se non cambiamo, si ammalerà un altro dente.Tahar Ben Jelloun si dimostrò un ottimo dentista, ci spiegò
le cause maggiori e ci offrì una cura, semplice quanto efficace:la Cultura.
Con la stessa incisiva sobrietà di linguaggio Tahar Ben Jelloun in
"Mia madre,la mia bambina" affronta il problema di una malattia devastante
sia per chi ne è ammalato, sia per i familiari e gli amici del degente: l'Alzheimer.
Il dolore che sparge a piene mani questa malattia sciocca tutta la famiglia
perchè va a colpire soprattutto la memoria, tutto quello che siamo stati e siamo,
ancora più doloroso se a confonderti con tutto il resto del mondo è tua madre,colei che ti ha generato.In questo libro Ben Jelloun racconta la vita di Lalla Fatma, sua madre. Viaggiamo in loro compagnia attraverso un Marocco suggestivo, fatto di tradizioni arcaiche , partiamo dalla piccola Fès , città santa fatta di piccoli mercati e numerose Moschee, dove,Lalla Fatma bambina conobbe le prime gioie e i primi dolori per giungere infine nella caotica Tangeri.Ci confronteremo con costumi antichi e lontani dalla nostra cultura,apprenderemo delle incomprensioni con il marito, con i parenti e dell'amore cieco e risoluto per i figli.Ci accoglierà il suo caldo abbraccio: il profumo di madre,ma ci sveglieremo bruscamente con una donna che non ci riconosce più, che teme di essere derubata e abbandonata dalla serva Keltoum, che puzza di merda e odia i pannoloni.
Non è una favola, è l'Alzhimer, ricordo uno scritto di James Matthew Barrie in "Peter Pan":
"Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre",questa malattia
le rose le brucia, come una gelata improvvisa,non torneranno più a fiorire.
di Luigi De Rosa
Magazine Cultura
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