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L’amanacco

Da Fluente

L’amanacco

L’almanacco ,appuntamento settimanale del sabato insieme al sottoscritto Federico che naturalmente vi augura il buongiorno a voi tutti amici del blog.La prossima settimana ci porta direttamente alla fine del mese di agosto e darà il benvenuto a settembre.Io direi di iniziare subito con le nostre rubriche e come sempre con le previsioni meteo per i prossimi giorni.

Meteosettimana

L’amanacco

Una cosa è certa, niente più paura degli over 35: stiamo parlando naturalmente di temperature! C’è aria di cambiamento, quell’aria arriva dal grande nord e ha intenzione di imporre uno sbarramento al tetto dell’estate, non solo sull’Europa centro-settentrionale, dove per altro si vivrà un primo vero assaggio di autunno, ma anche sul Mediterraneo e sull’Italia.

Dobbiamo altresì considerare che tra noi e quell’aria fredda c’è una imponente muraglia posta in nostra difesa: le Alpi. Ebbene, le correnti verranno deviate e storpiate dall’improvido passaggio attraverso i complessi corrugamenti montuosi e perderanno il loro iniziale potenziale energetico. Non dovremo peranto aspettarci fenomeni di particolare rilievo, se non qualche temporale sul Triveneto e, nella giornata di sabato, anche sul nord delle Marche. Nel frattempo le cime alpine più elevate si saranno rifatte il trucco con le prime timide spruzzate di bianco.

A seguire, l’aria fredda che subentrerà al fronte nuvoloso appesantirà l’aria favorendo lo sviluppo di una struttura di alta pressione nei bassi strati. Alta pressione che verrà supportata anche in quota dalla risalita di un imponente promontorio dinamico subtropicale che andrà ad abbracciare in un solo gesto mezza Europa.

Va da sè che, dopo questa sciabolata fresca, torneranno di gran carriera il sole e il bel tempo. L’estate dunque non si arrenderà al primo colpo, anche se la sua figura assomiglierà molto a quella di una persona ormai molto anziana e sicuramente non in grado di affrontare ulteriori affronti. Nel frattempo saremo già alla scadenza della prima decade di settembre, periodo in cui ci dovremo senz’altro aspettare il colpo di grazia definitivo alla bella stagione.

SINTESI PREVISIONALE FINO A VENERDI 3 SETTEMBRE

SABATO 28 AGOSTO 2010

Nubi sui crinali alpini di confine in progressiva dissipazione. Altrove bel tempo, anche se si assisterà allo sviluppo di qualche cellula temporalesca tra basso Veneto e nord Marche. Ventilazione in rinforzo da settentrione ovunque e calo termico, anche sensibile ad iniziare dal nord. Mari in cattive condizioni.

DOMENICA 29 AGOSTO 2010

Un po’ di nuvolaglia sul medio Adriatico, sulle regioni meridionali peninsulari e sul nord della Sicilia, ma con bassa probabilità di fenomeni. Altrove bel tempo. Venti ancora sostenuti da nord,  in temporanea attenuazione al settentrione. Fresco aovunque, addirittura un po’ freddo sulle Alpi.

LUNEDI 30 AGOSTO 2010

Nuvolaglia su Triveneto e regioni adriatiche con possibilità di qualche rovescio intermittente. Più asciutto e soleggiato sulle altre zone. Nuovamente ventoso ovunque e ulteriormente fresco. Mari in cattive condizioni.

MARTEDI 31 AGOSTO 2010

Bella giornata di sole su tutto il Paese, con solo qualche nube di poco conto su Calabria e nord Sicilia. Molto fresco ovunque.

MERCOLEDI 1 SETTEMBRE 2010

Giornata di sole terso su tutto il Paese. In serata stratificazioni innocue in arrivo sulla Sardegna. Fresco ovunque, e ancora ventoso sul basso Adriatico.

GIOVEDI 2 SETTEMBRE 2010

Un po’ di nubi su nord-ovest e Isole Maggiori senza fenomeni. Bello altrove. Ancora fresco ovunque.

VENERDI, 3 SETTEMBRE 2010

Moderato peggioramento sulle Isole Maggiori, con rischio di qualche rovescio o temporale. Tempo migliore sul resto d’Italia. Temperature in lieve generale ripresa.

Luca Angelini
L’amanacco
Il proverbio della settimana

D’agosto cura la cucina,
di settembre la cantina.

Cosa fare in giardino e nell’orto

Si sfalcia il prato almeno una volta alla settimana, evitando di asportare più del 40% della lamina fogliare, e lo si irriga la sera per almeno mezz’ora, a giorni alterni.Si sbocciolano i primi fiori di crisantemo e di dalia lasciando solo i più grossi.Si asportano i succhioni su melo e pero, si esegue la potatura verde estiva di albicocco, ciliegio, pesco e arbusti da frutto; e si innestano a gemma dormiente.Per evitare di annaffiare ogni giorno, si stende la pacciamatura anche sulle aiuole con bulbose estive e fiori stagionali.

Consigli

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Sorvegliate le arnie poiché, in questa stagione, specie se non piove, il raccolto è scarso,molte api muoiono estenuate dalla

fatica e le famiglie meno popolose sono esposte ai saccheggi e agli attacchi dei nemici. Per prevenire il saccheggio,l’apicoltore deve essere assai diligente nelle operazioni che svolge attorno alle arnie. Bisogna evitare di far gocciolare miele o gettare pezzi di favo sporchi di miele in vicinanza degli alveari.Non si deve lasciare mai a portata elle api favi e attrezzi imbrattati di miele. Si devono chiudere bene le porte dei locali di smielatura e stoccaggio dei favi e dei melari. Infine, bisogna interrompere le visite alle colonie non appena si nota che le api cercano di penetrare negli alveari aperti.
Durante le visite sanitarie, va rilevata l’eventuale presenza di malattie (peste americana ecc.) e di sintomi che segnalino l’aumento delle popolazioni di varroa. Questi sintomi sono: api con ali deformate, covata irregolare, presenza di numerosi parassiti sulle api adulte e spopolamenti improvvisi.

Il libro della settimana

L’amanacco

Autore: Jean-Pierre Otte

La vita amorosa dei fiori da profumo

formato 14×21, 120 pagine, brossura cucita

Collana: Narrativa

Prezzo: 12,90 Euro

Descrizione

Un libro che racconta i comportamenti erotici dei fiori usati per confezionare profumi femminili, arricchito di aneddoti personali, incursioni nella letteratura (da Goethe a Rousseau, da Stendhal a Junger…) e nei miti.
Come le donne che davanti allo specchio si preparano per le più folli notti d’amore, i fiori escogitano ogni stratagemma per sedurre farfalle, api, uccelli e tutto il variegato popolo dei loro amanti. Così si inventano le loro forme, i loro belletti, i loro profumi…
C’è la lavanda, generosa, che accoglie tutti gli insetti senza distinzione ed esala un profumo dolce e intenso, e c’è un fiore esclusivo, come il garofano, che si offre solo alla farfalla e la cui delusione, per non essere stato visitato da altri, si esprime attraverso un odore di decomposizione; c’è il narciso, capriccioso, che pretende che i suoi amanti abbiano un talento da acrobata; la violetta, che ha una doppia vita; la mimosa, ultrasensibile, che si ritira non appena la si sfiora; e ancora c’è il fiore appagato, come il caprifoglio, la cui danza erotica finisce quando viene fecondato, e nello stesso momento cessa anche l’esalazione dei suoi aromi.

Itinerari marchigiani

Caldarola

Storia

Caldarola deve il suo nome con molta probabilità, al termine latino calidarium con il quale si indicava la stanza con la vasca di acqua calda delle terme (la zona sarebbe stata infatti ricca di acque solfuree).La tradizione locale fa risalire le origini del paese al IV secolo d.C., quando un gruppo di cristiani, sfuggiti alle persecuzioni, giunto sul Colle del Cuculo; (Colcù) edificò un primitivo centro urbano.

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Con maggiore probabilità il centro caldarolese è sorto, come villaggio rurale, ai piedi di una torre di difesa longobarda o bizantina in epoca precedente al IX – X secolo.Al termine del XII secolo la vicenda Caldarolese si inserisce nella lotta tra Papato ed Impero: i Pontefici per assicurarsi la fedeltà di Camerino, infatti, concessero in feudo il territorio di Caldarola allo stato camerte.Solo agli inizi del ‘400 il paese riuscì ad ottenere l’indipendenza sancita dalla Bolla di emancipazione di Eugenio IV (1434).La grande fioritura si ebbe però nel pieno ‘500 ad opera della famiglie dei Conti Pallotta ed in particolare del Cardinale Evangelista, il quale divenuto prefetto
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della fabbrica di San Pietro sotto il pontificato di Sisto V, ingrandì ed abbellì il castello di famiglia e trasformò radicalmente il centro urbano che, da modesto castrum medioevale, divenne una spaziosa cittadina rinascimentale. La diretta soggezione alla Chiesa del comune di Caldarola perdurò fino al 1799 anno in cui il dominio pontificio fu abbattuto dalla Rivoluzione francese.Terminata la parentesi napoleonica il paese ritornò allo stato Pontificio fino al 1861, anno in cui la terra marchigiana venne annessa al Regno d’Italia.

Musei

Palazzo de Cardinali PALLOTTA
Il castello Pallotta dà un volto indimenticabile a tutto il paese di Caldarola: dall’alto del colle si impone con l’armonia di una costruzione rinascimentale, che ha preso il posto delle modeste abitazioni dove una volta aveva dominato il castrum feudale. Non si hanno notizie certe sulla nascita di questo castello nel quale si entra attraverso Porta Camerte, chiusa da un massiccio portone. Superato il primo cortile con cammino di ronda, saracinesca per la chiusura dell’entrata e relativa caditoia ci si trova in un atrio piuttosto buio; nel vestibolo di sinistra si può ammirare un affresco del 1485. Dall’atrio si passa nella sala delle carrozze, delle sellerie e delle armi.

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Attraverso il ponte levatoio si entra nel parco, dove giganteggia uno dei pini più antichi della regione.Nel piano nobile, tra le numerose sale, completamente ammobiliate, si distingue la sala da pranzo, nella quale è conservata una ricca collezione di ceramiche del ‘700 e di cristalli di Boemia.La signoria ed il restauro del Castello di Caldarola furono delegati alla famiglia Pallotta nel 1450 da Niccolò Mauruzi da Tolentino.Jacopo, ingegnere militare, colui che già nel 1460 aveva potuto ricostruire tutto ciò che le guerre e il tempo avevano distrutto, discendeva da una stirpe di guerrieri-architetti normanni, scesi in Sicilia con Goffredo di Buglione verso il 1100.Nel 1296 il capitano di ventura Gugliehno Pallotta difese quasi da solo il ponte di Brindisi ” dai franzosi “, armato di una mazza snodata a tre palle, la quale campeggia nello stemma gentilizio concesso in seguito da Bonifacio VIII.La famiglia ha avuto, nel corso dei secoli, ben quattro cardinali ( Evangelista 1597, Giovan Battista 1666, Guglielmo metà del ‘700, Antonio 1847) ma, soprattutto, ad Evangelista, elevato alla dignità della Porpora e nominato Prefetto della Fabbrica di San Pietro dal marchigiano Sisto V, la città di Caldarola deve la sua rinascita architettonica e la sua struttura tipicamente sistina.Alla fine dell’Ottocento, il conte Desiderio, erede della sensibilità architettonica della famiglia, si impegna nell’impresa di ripristinare e ricostruire le opere deteriorate, restituendo al Castello parte dell’antico carattere militare.


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