Il giardino degli oleandriRosa Ventrella
Una saga familiare con il volto di quattro donne coraggiose ed uniche.Il profumo di una terra magica, la Puglia. Donna di rara e profonda bellezza, la Margiala ha il potere di lenire i dolori dei neonati, è aiuto prezioso durante i parti e all’occorrenza è in grado di togliere il malocchio. Ha tre figlie: Rosetta, Cornelia e Diamante.La prima è bella, selvaggia come lei. La seconda ha i capelli color miele e gli occhi chiari del padre. Diamante invece è paffuta e la sua testa è sempre arruffata da quei ricci indomiti come il suo carattere ribelle. Poteva un libro con la parola giardino sfuggirmi?Seguito poi dalla definizione saga familiare al femminile…Ero già alla cassa bramosa e consenziente. Atmosfere torbide e morbose scritte in un linguaggio pesante. Le pagine trasudano quel senso di oppressione che schiaccia una donna, semplicemente perché è nata femmina; leggiamo il desiderio di libertà e di riscatto di queste donne, ma alla fine la loro vera vita è nascosta… argh! È stato come tornare bambina (il millennio scorso, urca!) e riascoltare i racconti di nonna-bis: “quando ero giovane io…”. Anche se l’antenata, classe 1900 “tondo-tondo”, era veneta e tra Puglia e Veneto alcune differenze erano abissali, la condizione della donna non cambiava. All’epoca, una donna senza marito era meno donna, una specie di Cenerentola destinata ad assistere i genitori; ho zanne ed artigli sfoderati, gli occhi iniettati di sangue, e tra un po’ emano spore velenose… Tutto sommato è un libro interessante, ma continuo a preferire la prosa anglofona ed un’ambientazione meno opprimente. Insomma, mi sembrava di leggere un’imitazione di Verga! E NON intende essere un complimento: ho sempre detestato Verga.





