Elegante, distinto ma discreto. Loquace e con toni posati il tutto condito da radicato humour inglese che mai disturba.
Ieri, 7 ottobre, al nuovo programma di Giovanni Floris “dimartedì” in onda su la7, è stato ospite Cristopher Prentice, ambasciatore britannico in Italia.
Pochi minuti di intervista, fuori dalle logiche del peculiare talk show. Dopo le iniziali domande dal peso specifico diciamo così dubbio, ad esempio il quesito che un po’ imbarazza lo stesso Floris (che cede alle odiate logiche dell’infotainment) ”Chi si veste meglio? i politici italiani o inglesi?”; il colloquio, anche se di esile durata, ha fatto fuoriuscire aspetti interessanti
Sulla questione “inglese di Renzi“, Prentice risponde : «crea lo stesso effetto che creo io quando parlo in italiano» facendo ridere lo studio. ”No, assolutamente no, non è lo stesso effetto” avremmo voluto gridare tutti in coro.
Surclassata questa piccola parentesi i temi trattati, meglio dire accarezzati, sono stati i soliti noti degli ultimi giorni/mesi: Isis, Europa, operato Renzi e così via.
«E’ il primo video creato dai membri dell’Isis che guardo». Floris fa partire un video di propaganda dove un ex cittadino musulmano di Londra, ora combattente tra le fila del califfato, condanna il Regno Unito invitandoli ad uno scontro a terra invece che appoggiare i bombardamenti dall’altro degli alleati statunitensi. Prentice reagisce in maniera conforme a chi pensa che un modo per combattere il neo-stato islamico, almeno sul piano propagandistico, sia quello di non rendere virale i suoi video, non vederli e non cedere alle provocazioni (idea condivisa anche dal giornalista americano Alan Friedman a Piazza Pulita il giorno prima). Condanna la Cnn per aver mostrato al mondo le riprese delle disumane decapitazioni, affermando che quello mandato in onda a “dimartedì” sia il primo montaggio Isis a cui cede l’occhio. Curioso.
Continua affermando che “i barbari verranno sconfitti”. Applausi. Ma da buon diplomatico devia sulla necessità o meno di truppe a terra, o su un sostegno bellico serio, sopratutto ai curdi.
Giustizia, Lavoro, Burocrazia. Spesso ad imprenditori, politici o membri delle istituzioni finanziare ed economiche straniere, si chiede, con toni al limite del supplichevole, cosa secondo loro servirebbe all’Italia per migliorarsi, e per creare un bagliore di luce nell’oscuro tunnel dello stallo e della crisi italiana.
Floris invita l’ambasciatore a indicare la sua opinione su quali riforme andrebbero a migliorare gli investimenti esteri. E Prestice risponde appunto “giustizia, lavoro, burocrazia”, tre temi affrontanti dal Governo Renzi e affini: La riforma sulla giustizia e la battaglia sulle ferie dei magistrati, il Job’s Act e la guerra sull’ art.18 e il decreto Madia, ora legge sulla Pubblica Amministrazione.
Una risposta quindi, che pare un assist per Renzi. Un ottimo assist, che metterà alla prova le abilità balistiche dell’ex sindaco di Firenze nel concludere a rete. A Corruzione, mafia evasione fiscale, diritti civili e molto altro si penserà in seguito. Si spera.
«Da noi è impensabile che imprenditori scendano in campo». Vengono mostrate le critiche di Della Valle mosse nei confronti di Renzi durante il collegamento con Santoro a “Servizio Pubblico”. L’ambasciatore Prestice chiarisce la differenza fra la cultura politica italiana e quella inglese, dove “il business è sempre diviso dalla policy“, senza escludere, ovviamente, confronti tra le due parti.
In maniera molto british, Prentice liquida così Della Valle su una possibile entrata nella scena politica con un sottinteso “Avete avuto Berlusconi, basta e avanza, no?”. Maliziosi o no, è certo che le critiche di ”Mr Tod’s” non siano piaciute a Londra, che apprezza e subisce un certo fascino del Premier Renzi.
Thank god, no euro. Si parla di Unione Europea, si sfiora il discorso moneta unico e l’orgoglio britannico di Prestice “esplode” in un «abbiamo fatto benissimo a non entrare nell’euro, la sovranità monetaria per noi è molto importante». Alla domanda di Floris, forse tra le più taglienti e intelligenti della serata «Lei pensa che l’Italia abbia fatto male a entrare nell’euro?» l’ambasciatore sfoggia tutte le sue virtù loquaci con un “non ha importanza, ormai è una scelta irreversibile”.
Floris sorride, quasi in soggezione e cambia argomento. Il volto di Prestice tocca, insieme al momento Isis, il picco più alto di serietà della serata.
Si tocca anche il focus Movimento 5 stelle e Grillo-mania. Ebbene sì. Argomento che, dalle disfatte delle elezioni europee, non pare non interessare (o preoccupare) più né élite politica, ne organi di informazione. Circo Massimo a parte.
Così dopo che Floris, manda in onda una carrellata dei migliori momenti pittoreschi del “Scaramouche” Beppe Grillo, sul volto di Prestice appare un sorriso sarcastico, o forse più pater familias in un momento distensivo dopo un rimprovero al figlio.
“Sì ci siamo incontrati a Londra, ma tempo addietro, prima dell’incarico a Letta”. E dell’alleanza europea con Nigel Farage e il suo Ukip indipendentista? “Tutto fumo niente arrosto, passiamo a cose serie” sembra dire l’inglese.
Ma chi è Crisptopher Prestice? Nominato Ambasciatore britannico presso la Repubblica italiana a gennaio 2011, ha trascorso gran parte della sua carriera dedicandosi a questioni medio-orientali. Vari mandati in Kuwait, ambasciatore dal 2002 al 2006 ad Amman, Giordania e successivamente, nel 2007 in Iraq a Baghdad.
Parla perfettamente ungherese, arabo e italiano. Le sue ampie conoscenze del contesto europeo sono dovute al suo passato nel gabinetto del Ministro degli Esteri, avendone preso servizio per tre anni.
Nel marzo del 2011 ha guidato le operazioni di dialogo con le forze di opposizione che in quel momento muovevano guerra al dittatore Mu’ammar Gheddafi.