Una bella voce e una dizione chiara in teatro sono la base, ma quel ragazzo era anche un danzatore formidabile ed era sempre scrupolosamente puntuale… di sicuro i miti della ferrovia se li portava nel cuore. Fu così che da “Le Folies Bergére” passò al “Vaudeville” e poi all’Operetta dove di volta in volta faceva la guardia Egizia, il pirata o il controllore,… Al Moulin Rouge ci arrivò dopo aver fatto il servizio militare, improvvisando una splendida imitazione di Maurice Chevalier. Fra gli addetti ai lavori, per la selezione c’era anche Mistinguett… la prima delle sue donne famose! Molto tempo dopo disse:” Meglio entrare sempre dalla porta principale… E per me, Mistinguett fu quella porta”
Personalità comica…tranquilla comunicativa… il suo futuro è l’Operetta comica”… dicevano i giornali, dell’astro nascente del Teatro, Jean Gabin. E invece fu cinema. Lui ci credeva poco, perché a parte quegli occhi così particolarmente chiari aveva una gobba sul naso e un fisico non eccezionale… Nonostante tutto quel ballo! Cose che spesso il cinema non perdona. Invece furono circa 20 film ,in meno di cinque anni, in ruoli uno più diverso dell’altro con un buon successo e parecchi soldi. All’inizio li metteva da parte perché voleva tornare presto al suo paese e comprare della buona terra… L’altra sua passione dopo quella delle locomotive!
Poi invece cominciò ad appassionarsi…E fu allora, agli inizi del 1934 che incontrò Julien Duvivier e a seguire Jean Renoir e Marcel Carné, tutti gli astri del cinema francese. ” Il Giglio Insanguinato”, “Zouzou” con l’incantevole Josephine Baker,” Golgotha” che divenne un classico della settimana di Pasqua e “Varietè,” sono i film “Prelude” del massimo della sua fama, di quelli che verranno a ragione soprannominati i “Gloriosi anni Gabin, fra il 1935 e il 1940. Nel “Realismo Poetico” che arriva direttamente da Zola e i Miserabili, Gabin lascerà alcune interpretazioni così perfette nella loro essenzialità e nel loro realismo, dalle quali non si potrà più prescindere quando si parlerà di cinema. Gabin è l’”eroe tragico”, il fuorilegge, spesso suo malgrado, vinto, o destinato a essere sconfitto, dal fato prima ancora che da una società spietata. Pierre, il protagonista de “La Bandera” sfuggirà alla legge
Ma prima c’era stata “La Grande Illusione” un film diverso, che narra la storia di due prigionieri di guerra che alla fine riusciranno a evadere. Sembra un film a lieto fine, ma c’è quella parola “illusione” che fa tremare… Chissà qual’è la grande illusione? La fine della guerra, che non finisce mai, il desiderio di libertà degli evasi, troppe volte frustrato o la scelta dei due tedeschi che rinunciano a sparare, in una specie di pace separata?
In ogni caso la vera illusione a quel tempo era la pace! E appena tornò la guerra Jean Gabin se ne andò, scappò letteralmente, sotto l’incubo degli stivali. Quando arrivò in America aveva una fisarmonica e una bicicletta da corsa. E in America c’era Marlene Dietrich, l’odio comune contro il Nazismo e una passione d’amore che li consuma. “ Tutto quello che voglio darti è il mio amore. Se tu lo rifiuti, la mia vita è finita per sempre. Ricordati, però, che al di là della morte ti amerò ancora…». Abitano a Brentwood nella casa affittata da Greta Garbo, dove lo scrittore
Ma appena c’è aria di riscossa Gabin non può mancare e alla fine del 1942 si arruola nella Forze libere francesi. E’ stato un fuciliere di marina, lo nominano subito nostromo. Partirà con il caccia francese Elorn per scortare un convoglio. ll giorno della partenza vanno lui e Marlene a Norfolk, un viaggio interminabile, tutto lacrime e baci… Ci vollero parecchi anni prima che si incontrassero di nuovo! Fu nel ‘ 44, quando
Lui era precocemente invecchiato, aveva i capelli grigi e si era appesantito. Pensò di non aver più niente da fare nel cinema… Ma si sbagliava, Gabin era sempre Gabin e trovò una nuova giovinezza nel 1950! Dopo una felice parentesi teatrale, fu infatti il protagonista di La Marie du Port, un film tratto da un romanzo di Simenon e diretto da Marcel Carné. Qui la storia è quasi ironica, un borghese arricchito molto sicuro di sé e del suo ristorante ben avviato, insieme a questa “Marie” che conquisterà sia lui che il suo locale. Gabin si presenta un po’ più grasso e molto cordiale per il congedo finale dai poveri
Quando morirà la Marina francese volle rendere all’illustre figlio di Francia gli onori che si era meritato in guerra. L’urna con le ceneri venne portata a Brest su una nave militare per compiere ciò che lui desiderava intensamente. Fu un finale anche troppo solenne, e forse a Jean non sarebbe piaciuto, ma era il prezzo della fama mentre una parte della storia di Francia se ne andava.
Gabin lo vogliamo ricordare nel suo esilio americano, quando la donna più bella del mondo non gli era sufficiente per dimenticare la Francia e lei Marlene cercava di alleviare l’esilio suo e dei suoi amici cucinando per loro il “cavolo ripieno”, per farli sentire un po’ meno soli e un po’ meno lontani.
CAVOLO RIPIENO
INGREDIENTI per 4 persone: 1 cavolo verza di circa 1kg,250 grammi di carne bovina tritata, 150 grammi di salsiccia, mollica di pane 30 grammi, 1 bicchiere di latte, 2 uova, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato, sale e pepe a piacere, noce moscata,i pizzico abbondante, 50 grammi di burro, 1 cipolla, 1 carota, olio extra vergine di oliva 3 cucchiai, brodo vegetale 300 ml, 1 foglia di alloro,
PREPARAZIONE: togliete al cavolo le foglie esterne più dure, scottatelo per pochi minuti in acqua bollente salata, scolatelo e aprite delicatamente le foglie cominciando dal centro. Per preparare il ripieno unite alla carne tritata la salsiccia sminuzzata e la mollica di pane precedentemente bagnata nel latte e poi strizzata. Aggiungete le uova, il parmigiano, il sale, il pepe, la noce moscata e amalgamate tutti gli ingredienti. Mettete un po’ di ripieno al centro e dopo aver richiuso su se stesso il centro inserite altra carne fra gli altri strati di foglie premendoli dopo leggermente fino a richiudere l’intero cavolo che infine legherete con spago bianco da alimenti in modo che durante la cottura non fuoriesca il ripieno. Fate sciogliere burro e olio in una pentola, unite la cipolla e la carota a fettine,mettete nella pentola il cavolo spolverato di sale e pepe, coprite con il brodo e aggiungete la foglia di alloro, coprite e fate cuocere per circa 40 minuti. Servite il cavolo accompagnando con il fondo di cottura ristretto.