Matthew Dicks
Matthew Dicks è uno scrittore e un maestro di scuola elementare. Ha pubblicato due romanzi: Something Missing e Unexpectedly Milo.
Vive a Newington, Connecticut, con la moglie e la figlia. L’amico immaginario è un vero e proprio caso editoriale.
Conteso dalle più prestigiose case editrici, è in corso di traduzione in 14 paesi.
Sito: http://matthewdicks.com/
Titolo: L’amico immaginario
Autore: Matthew Dicks
Serie: //
Edito da: Giunti (Collana: A )
Prezzo: 12,00 €
Genere: Narrativa
Pagine: 384 p.
Voto:
Trama: Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c’è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia.
Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell’auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli ordina di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L’auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. E quando a scuola arriva la polizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l’unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso… Dov’è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé?
Mentre la tensione sale, la voce incantata e potentissima di Budo rapisce il lettore fino alla fine, travolgendolo di commozione e poesia. Un romanzo indimenticabile.
Recensione
di Debora
La sorpresa, l’originalità di questo libro sta proprio nel narratore: l’amico immaginario di Max, un bambino autistico di nove anni che ha una mente molto fantasiosa e immagina Budo come un vero e proprio essere umano. Non gli manca niente, neppure le orecchie, che spesso mancano agli amici immaginari, perché i loro bambini non sono abbastanza intelligenti o forse si dimenticano una cosa utile come l’udito. Budo come gli altri amici immaginari può parlare solo con il suo amico immaginario o con altri amici immaginari e non può spostare gli oggetti.
Molti sono i libri che trattano dell’autismo, un argomento davvero delicato ma anche poco conosciuto, e per questo il lettore in un modo o nell’altro si ritrova molto coinvolto nella storia.
Nel libro si lanciano anche delle provocazioni tramite parole di personaggi del libro:
Non credo che dei genitori davvero responsabili manderebbero un bambino come Max alla scuola pubblica.Un’affermazione davvero forte, una frase che come insegnante mi colpisce davvero molto. L’aver inserito bambini come Max nella scuola pubblica, in un’ottica di inclusione, è proprio il punto di forza della scuola italiana forse. Non si può pensare di tener chiusi in casa dei bambini solo perché hanno difficoltà, oppure mandarli in scuole cosiddette speciali, dove non c’è la possibilità neanche per i bambini “normali” di confrontarsi con le difficoltà e di imparare da queste. Ma questa è solo uno dei tanti pensieri che ti escono quando leggi questo libro..
L’autore esprime anche i sentimenti dei genitori di Max, che possono essere i pensieri e le preoccupazioni di ogni genitore che ha un bimbo con queste problematiche. I genitori si sentono confusi, si ritrovano a parlare con tanti specialisti che hanno anche versioni diverse e propongono soluzioni diverse. È difficile accettare un figlio con una malattia ed è ancor più difficile se non si conoscono le cause e sei consapevole del fatto che non esistono ampi margini di miglioramento. I genitori sono sempre sotto stress e anche il loro rapporto d’amore ne risente.
Max avrà sempre bisogno di un aiuto. Ora c’è Budo, il suo amico immaginario, poi poco alla volta forse riuscirà a crescere e ad acquisire maggior sicurezza per affrontare il mondo solo con una piccola spinta.
L’autore dimostra avere conoscenza e dimestichezza con l’ambiente scuola, infatti è un maestro; è realista a mio parere e dipinge sia le cose positive che quelle negative. Non ha paura a proporre come antagonista la maestra di sostegno di Max. Inoltre ci racconta lo stress di alcune maestre, la passione viscerale di altre, il rapporto tra compagni di scuola e le vittime del bullismo, che sono spesso proprio bambini come Max, spesso inconsapevoli di quello che subiscono.
Piccola annotazione non proprio positiva è che a un certo punto del romanzo mi annoiavo e mi chiedevo cosa avrà mai da dire l’autore ancora in cento pagine. Era come se volesse allungare il brodo in qualche maniera. Si perde troppo nel descrivere il ruolo di Budo, il suo incontro con altri amici immaginari e lascia da parte Max, che a mio avviso è l’interesse principale del lettore. Nonostante questo è una lettura che consiglio sicuramente.
Lo stile è leggero, i capitoli brevi e si lascia leggere facilmente e in poche ore.
Autore articolo: Debora
Lavoratrice (naturalmente precaria) nelle scuole materne, 27enne, che adora i bambini, i cani e naturalmente i libri e la lettura. Debora ama viaggiare ma data la precarietà preferisce farlo attraverso i libri.