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L’amico per Socrate

Creato il 02 aprile 2011 da Timoretremore

L’amico per SocrateNei Memorabili di Senofonte (426-355 a.C.) sono contenute alcune importanti testimonianze su ciò che Socrate pensava dell’amicizia. I temi da lui affrontati concernono il «modo di procacciarsi» gli amici e come «trattarli», ma si soffermano anche a indagare quale tipo di persone è conveniente farsi amici. L’approccio socratico tende a evidenziare l’ipocrisia con cui gli uomini affrontano l’amicizia, a mostrare come i loro discorsi su questo sentimento siano clamorosamente smentiti dai loro comportamenti e a sottolineare come l’amicizia debba svolgere un ruolo centrale nella vita di ogni uomo.
L’amico ideale è colui che sa dominare i piaceri e, in particolare «la gola, il desiderio di bere, la lussuria, il sonno, la pigrizia». Infatti, chi «è schiavo di tutto questo non può agire in modo conveniente né con se stesso né con l’amico». Inoltre, l’amico non deve essere spendaccione (poiché chi è affetto da questo difetto «non basta mai a se stesso, e ha bisogno sempre del vicino e se riceve, non può restituire, se non riceve odia chi non gli dà») né deve essere scelto tra chi vuole arricchirsi con gli affari o tra chi agogna sempre nuove ricchezze e neppure tra chi è «litigioso e vuole procurare agli amici nemici su nemici». In breve l’amico migliore è colui che è «temperante nei piaceri del corpo, ospitale e buon consigliere, desideroso di non lasciarsi superare nel far bene ai suoi benefattori, un uomo, insomma, di grande aiuto a chi lo pratica».



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