L’amnesty clause, decisiva questa estate

Creato il 30 giugno 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

A pochi giorni dal Draft e con i primi rumors sui free agent, General Manager e scout pensano ovviamente al futuro, ad un’estate che si preannuncia importantissima per molte squadre dell’NBA, che dovranno costruire (o ri-costruire) dando un occhio alle nuove regole sulla luxury tax introdotte dal contratto collettivo 2012. Tra le novità che abbiamo conosciuto già la scorsa estate c’è quella dell’amnesty clause, ovvero la possibilità per una franchigia di tagliare un giocatore a roster, continuando a pagarlo per l’importo dovuto fino allo scadere del suo contratto, ma senza che questa cifra vada ad ingolfare il proprio salary cap.

L’eccezione, che può essere usata solamente una volta da ciascuna squadra dall’anno scorso fino alla stagione 2015/16, quest’anno sarà utilizzabile dall’11 al 17 luglio, una settimana di tempo per i General Manager di fare i calcoli e prendere una decisione che potrebbe rivelarsi molto importante, a volte anche decisiva. Delle 30 squadre NBA solamente la metà esatta potranno ancora utilizzare l’amnesty clause, mentre per le altre 15 la possibilità è già stata usata, con risultati positivi per alcune e piuttosto negativi per altri. Dai Nets con Travis Outlaw, passando per i Nuggets su Chris Andersen e i Warriors su Charlie Bell, per finire con i Suns su Josh Childress, diciamo che la possibilità non è stata sfruttata nel migliore dei modi da parte di tutte le franchigie.

Come detto il bisogno di liberare spazio salariale per firmare qualche top free agent questa estate si rivelerà ancora più importante, visto i giocatori che si troveranno a scegliere la loro futura squadra, ma bisogna fare attenzione a scaricarsi di un giocatore che abbia sì un contratto lungo e oneroso, ma anche che non possa essere inserito in qualche trade, altrimenti ne verrebbe azzerato il valore.

Ecco che quindi le voci di taglio stanno crescendo, soprattutto attorno a Tyrus Thomas dei Charlotte Bobcats (18 mln nei prossimi due anni), Carlos Boozer dei Chicago Bulls (32 per due anni), Charlie Villanueva dei Detroit Pistons (8.6 per un anno), Metta World Peace dei Los Angeles Lakers (7.7 per una stagione), Mike Miller dei Miami Heat (12.8 per le prossime due stagioni), Drew Gooden dei Milwaukee Bucks (13.4 milioni in due anni), Kendrick Perkins degli Oklahoma City Thunder (17.6 per due anni), Chuck Hayes (11.7 in due anni) o Marcus Thornton (16.9 per altre due stagioni) dei Sacramento Kings e infine i Toronto Raptors che hanno l’imbarazzo della scelta tra il nostro Andrea Bargnani (23 mln per due anni), Landry Fields (13.7 per due stagioni) e Linas Kleiza (4.6 per un anno).

Insomma non sarà facilissimo, sia perchè qualche giocatore resta importante nell’economia della squadra (e tagliandolo potrebbe andare a rinfoltire il roster di un’avversaria diretta), sia perchè i conti vanno fatti molto bene visto che l’occasione è una sola, e non va sprecata.

Queste le squadre che hanno già usufruito dell’amnesty clause e i giocatori “amnistiati”:
Brooklyn Nets: Travis Outlaw
Cleveland Cavaliers: Baron Davis
Dallas Mavericks: Brendan Haywood
Denver Nuggets: Chris Andersen
Golden State Warriors: Charlie Bell
Houston Rockets: Luis Scola
Indiana Pacers: James Posey
Los Angeles Clippers: Ryan Gomes
Minnesota Timberwolves: Darko Milicic
New York Knicks: Chauncey Billups
Orlando Magic: Gilbert Arenas
Philadelphia 76ers: Elton Brand
Phoenix Suns: Josh Childress
Portland Trail Blazers: Brandon Roy
Washington Wizards: Andray Blatche


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