Nella storia di ognuno di noi c’è stato un amore tormentato. Tutti abbiamo sperimentato l’incertezza dell’essere amati o meno dalla persona desiderata. Mi ama o non mi ama? Quando siamo stati alla frutta spesso abbiamo dato credito anche all’oracolo della margherita spelacchiata, in cerca di qualcosa o qualcuno che ci desse una risposta certa.
Purtroppo non si sa mai cosa passi per la testa all’altra persona e questo, a volte, ci fa perdere il senno.
Esperienza comune, ad ogni modo. Anche nelle migliori famiglie.
Ma se invece il problema fossimo noi? Se invece il problema dell’incertezza del rapporto nascesse proprio dalla nostra, di testa…come funzionerebbe?
Se pensate che sia un’assurdità e che sia impossibile succeda, beh, succede.
Recenti ricerche sul disturbo ossessivo-compulsivo hanno messo in luce una nuova sfumatura del disturbo, chiamata Disturbo Ossessivo Compulsivo Centrato sulla Relazione con il Partner. Curiosando nel web mi sono imbattuta anche in un forum di auto-aiuto di persone che soffrono proprio di questo problema e, loro, più familiarmente, lo definivano ‘DOC da relazione’.
Ricordando che il Disturbo Ossessivo Compulsivo è quel disturbo che vede la presenza di pensieri intrusivi caratterizzati da contenuti di ordine, pulizia, controllo ecc che diventano vere e proprie ossessioni [spesso] accompagnati da rituali che possano neutralizzarli, il ‘DOC da relazione’, non se ne discosta di tanto. In parole povere, la persona si tormenta sulla sua relazione amorosa, chiedendosi di continuo se la relazione ha motivo di continuare e se il partner è la persona giusta. Le persone che ne sono affette si definiscono davvero tormentate da questa spirale di pensieri che vedono la causa del loro continuo rimuginio proprio il rapporto a cui tengono di più: quello con la persona amata. Ciò che forse risulta difficile da cogliere è che queste persone non sono persone in crisi con il proprio partner o insoddisfatte della loro vita sentimentale. La relazione fila liscia, il compagno/a è perfetta con loro. Ma loro non si danno pace, sono convinti che questa esperienza abbia comunque una falla e il loro tormento è dato dal cercarla, per poi confutarla. Cercare il problema, confutare il problema dicendosi, per esempio ‘Forse non sono abbastanza innamorato…Beh però se l’altro giorno gli ho fatto quell’enorme favore vorrà pur dire che lo amo!’. Un continuo mettersi alla prova, una continua fatica cognitiva [ed emotiva].
Entrando nel vivo della descrizione, forse sarà più chiaro.
Doron è il nome del ricercatore che più si sta occupando di studiare questo fenomeno e ha delineato due possibili quadri:
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DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO CENTRATO SULLA RELAZIONE
L’individuo rimugina continuamente sulla sua relazione amorosa e il contenuto delle sue preoccupazioni possono avere come fulcro tre dimensioni: la veridicità dei propri sentimenti nei confronti del partner [‘continuo a chiedermi se realmente amo il mio partner’] e, viceversa, la veridicità dei sentimenti del partner nei propri confronti e la ‘giustezza’ della relazione [‘controllo e ricontrollo se la mia relazione va bene così’].
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DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO CENTRATO SUL PARTNER
In questo caso l’individuo diventa sempre più concentrato sui difetti percepiti del proprio partner fino a far diventare questi pensieri delle vere e proprie ossessioni stressanti, logoranti e causa di problemi di coppia. A volte i difetti su cui ci si concentra sono di natura fisica, altre volte possono riguardare aspetti del carattere [‘non è abbastanza intelligente’]
Sono stati ideati anche due strumenti per sondare la presenza del DOC da Relazione: il ROCI [Relationship Obsessive-Compulsive Inventory], nel caso il rimuginio riguardi la relazione; il PROCSI [Partner Related Obsessive – Compulsive Symptom Inventory], nel caso il bersaglio delle ossessioni siano esclusivamente il partner.
Ovviamente ora non dobbiamo ritenerci sofferenti di questo disturbo se ci capita di notare un difetto della persona amata o se qualcosa scricchiola all’interno della nostra relazione! Come in ogni altro disagio psicologico il criterio che ci dirà quando allarmarci sarà sempre: QUANTO questi pensieri si intrufolano nella menti? QUANTO disagio ci provocano nella nostra vita quotidiana?
Bibliografia
Guy Doron, Ohad Szepsenwol, Danny S. Derby, Elad Nahaloni ‘Relationship-related obsessive-compulsive phenomena: The case of relationship-centred and partner-focused obsessive compulsive symptoms’. PSICOTERAPIA COGNITIVO E COMPORTAMENTALE, vol. 18. N°3, 2012.