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“L’amore obliquo” di Maria Teresa Casella

Da Vivianap @vpicchiarelli

lamore-obliquoL’amore è un sentimento obliquo. Cambia direzione. Si contorce. Ripiega da una parte e dall’altra. Se svilito, si affloscia. Gettato lì, nell’angolo, è molle, vulnerabile. Eppure pulsante. L’amore vive così. Sopravvive così. Quando s’indurisce, quando si affranca dalla sofferenza, si trasforma. Spolpato, sotto c’è l’osso. Non più amore, né molle né obliquo: l’esatto contrario. Un osso duro. Umberto Capasso è un giornalista, uno tranquillo, che si tiene alla larga dalle complicazioni. Linda Brandi è una ragazza taciturna, ambigua e molto, molto complicata. Eppure la coppia per un po’ funziona. I ruoli sembrano ben divisi: lei fragile, sfuggente e seduttiva, lui che preso al laccio la rincorre, la conforta, la spalleggia. Per amore, lui sopporta tutto. Quasi tutto. Il fratello maggiore di Linda, Alex, che Umberto conosce dai tempi del liceo, prende le parti ora dell’uno ora dell’altra. Ma è un giudice parziale e in più deve rendere conto a Monica, una fidanzata scomoda. Monica soffre a vedere Alex succube della sorella, questo è ciò che da tempo pensa e che una sera dice a Umberto. Mettendolo in guardia: Linda non è quella che sembra, c’è da aver paura. Umberto non le dà retta, vuole aiutare Linda, che è depressa. Perciò si rivolge alla dottoressa Maffei, la psichiatra che aveva in cura la ragazza. Dall’incontro tra Umberto e la Maffei, però, gli eventi precipitano svelando una precisa strategia d’azione.

L’amore obliquo è un romanzo estremo, la cruda analisi di una passione torbida e struggente.

Una storia intensa, ma non per tutti. Perché fa male, perché prende traiettorie imprevedibili, che per loro natura, oblique appunto, possono fare male.

L’Amore Obliquo inizia come un thriller, con Umberto, il protagonista, chiuso in cella, innocente. Da lì, è tutto un flashback, raccontato dallo stesso Umberto che cerca disperatamente di trovare le prove della propria innocenza. Ed è seguendo Umberto che veniamo risucchiati in un vortice torbido e inaspettato che, nel finale, prende alle spalle, lasciandoci senza fiato.

”Torna a dedicarsi alle pasticche. Una bella fatica ridurle in polvere. Le mischierà ai cibi, un po’ in ogni pietanza, così da evitare la concentrazione. Per mascherare il sapore amaro, abbonda con le spezie. Aggiunge peperoncino al sugo, un cucchiaio di paprika nel gulash. Alex adora il gulash. Vederglielo mangiare è uno spettacolo. Linda vuole farlo morire contento, a pancia piena”


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