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«Quello omosessuale è l'amore più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione» ad affermarlo è Umberto Veronesi, medico oncologo che si è imposto come luminare nella lotta al carcinoma mammario. La dichiarazione, diretta ed educata, come è nel suo stile, segue le polemiche di questi giorni, frutto delle posizioni dei sindaci di Sulmona ("l'omosessualità è un'aberrazione sessuale") e di Bologna (il primo cittadino è impegnato in una battaglia per la salvaguardia dei diritti delle coppie sposate). Non c'è via di mezzo, come sempre nelle polemiche, c'è chi schiera da una parte, chi dall'altra. Il centro dell'arena è uno spazio vuoto, troppo difficile da riempire.
Secondo Umberto Veronesi l'amore omosessuale è libero dall'istinto della procreazione, da quella necessità di assicurarsi una progenie che spinge le coppie eterosessuali a cercarsi e unirsi.
La purezza risiederebbe così nella volontà di scegliersi, spalleggiarsi, comprendersi, affezionarsi, senza l'esigenza di riprodursi. Comprensibile come posizione. Ma riduttiva.
L'amore è un sentimento che pulsa sotto pelle, sul quale è impossibile avere il controllo. Siamo attratti da un essere che ci completa, ci sentiamo dilaniati se si oppone a noi, beati se ci asseconda. La via del pensiero comune, della condivisione di un'ideale, dell'abbraccio di una causa ci muove in direzione di una persona in grado di provare le stesse sensazioni che proviamo noi. Non è necessario pianificare un figlio per amare.
L'omosessuale è una creatura pura perché priva di contaminazioni, liberata dalla necessità di seguire un percorso obbligato. Un essere consapevole e caparbio.
E l'eterosessuale? Non stiamo forse parlando di uomini e donne che intraprendono un cammino comune?
Scegliere di condividere il letto, le giornate, il futuro, con una persona dello stesso sesso non è una cosa migliore. Nè peggiore. Sono facce della stessa medaglia, girate al contrario a seconda della formazione emotiva e culturale.
Una persona eterosessuale ha le stesse difficoltà di una omosessuale. Corteggiare un uomo, o una donna, fa battere il cuore, la paura del rifiuto paralizza, la consapevolezza di non essere amati ferisce. In entrambi i casi.
Non è vero che, oggi, un omosessuale ha meno possibilità di essere compreso. Ci sono associazioni che lo tutelano, movimenti che riempiono le piazze e scuotono le coscienze, sguardi indifferenti che non giudicano, ma accettano.
Scegliere di amare è un pericolo quotidiano. Ci vogliono impegno, dedizione, fiducia, comprensione, costanza. Non basta mettersi una fede al dito per essere felici tutta la vita.
Le coppie omosessuali protestano, gridano i loro diritti, lottano felici delle conquiste che fanno.
Le coppie sposate decidono di consacrare davanti a Dio, o allo Stato, la loro unione.
Le coppie di fatto (eterosessuali) rinunciano ai privilegi e alle garanzie del contratto matrimoniale e scelgono ogni giorno di amarsi, senza nessun vincolo.
La purezza dell'amore non risiede nella mancanza di un fine biologico, quale può essere la procreazione, ma nell'impegno che tutti i giorni mettiamo nel migliorare noi stessi.
Si può decidere di avere un figlio perché l'orologio biologico batte veloce, perché va di moda, perché con dei figli si pensa che la coppia sia assicurata, o semplicemente per sentirsi meno soli. Puoi farlo con la persona che ami, o con quella a cui vuoi bene.
Ma dire che scegliere di diventari genitori non comporta purezza è ingiusto.
Puoi essere affezionato alla madre dei tuoi figli e amare un'altra persona, senza che una cosa rovini l'altra. Puoi vivere anni nell'ombra di un amore e poi sbatterlo in faccia al mondo, senza sentirti in colpa. L'amore non si programma, si accetta.
Il cuore è grande, c'è spazio per tanti sentimenti, diversi e irrinunciabili. La testa impara a tenerli divisi, a gestirli, senza creare dolore.
Bisogna imparare a non giudicare, a non avere un'etichetta pronta per ogni occasione. L'onestà che scorre nelle pieghe degli occhi di due persone che scelgono di amarsi fa la differenza. Il rispetto per la famiglia che si crea, per la persona che si ama, anche se poi non ci fai un figlio, è la cosa che conta maggiormente.
Il resto sono solo chiacchiere.
Barbara Greggio
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