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L’amore tra donne

Da Psytornello @psytornello

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L’amore non è una cosa semplice. L’amore omo lo è ancora meno. L’amore omo femminile è decisamente complicato. Perché sfaccettato, sfumato, poco visibile e scarsamente indagato dalla scienza e dalla sociologia. Luoghi comuni e false credenze sono la diretta conseguenza di questo stato di cose, come dire, “sfuggente”, sul quale però c’è ugualmente tanto da raccontare.

L’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano”. Così l’Organizzazione mondiale della sanità si addentra nel terreno minato delle definizioni per parlare di gay e lesbiche. E non a caso usa la parola naturale, lo stesso termine utilizzato da chi giustifica la propria omofobia dissertando di amore “contro natura”. Ebbene, l’omosessualità è sempre esistita, in qualsiasi epoca e in qualsiasi cultura, e riguarda stabilmente una percentuale più o meno fissa della popolazione: il 4-5 per cento degli uomini e il 2-3 per cento delle donne.
Una costanza che non è sfuggita all’attenzione di scienziati e sessuologi, i quali, anche grazie alle statistiche, hanno tratto la conclusione che esistano componenti biologiche dell’omosessualità e che questa sia frutto dell’interazione fra chimica, biologia e contesto ambientale. “Ancora oggi molti genitori sono convinti che i propri figli scelgano di diventare omosessuali. Ma non è così” – spiega Chiara Simonelli, professore associato di Psicologia dello sviluppo sessuale all’Università La Sapienza di Roma – “L’orientamento sessuale è stabilito alla nascita, si manifesta precocemente, in genere fin dalle elementari, e la consapevolezza arriva nella prima adolescenza. In questi anni se una ragazza è lesbica comincia a provare forte attrazione per le persone del proprio sesso mentre non trova attraente chi invece dovrebbe esserlo ai suoi occhi (ad esempio il più gettonato della scuola). Questo processo può essere alterato dalle pressioni del gruppo, può quindi succedere che la ragazza per omologarsi si faccia piacere i ragazzi che in realtà non le interessano”,

Che l’omosessualità non sia una malattia né un disturbo psichiatrico da curare non è più in discussione ma non è così semplice. L’idea che l’omosessualità sia una malattia rimane ancora radicata in molte persone. “Eppure sarà proprio la scienza a cambiare la mentalità della gente” – spiega Nicla Vassallo, docente di Filosofia Teoretica all’Università di Genova – “Ci vorrà però molto tempo e un approccio che non alimenti a sua volta il pregiudizio. Quando si studia una preferenza sessuale anziché la sessualità intera, per esempio, si trasmette indirettamente il messaggio che si stia analizzando una sessualità malata”.

Da un sondaggio  condotto da tre università australiane su 19 mila persone emerge che le lesbiche sarebbero amanti migliori rispetto alle donne etero e raggiungerebbero più orgasmi. “Questi dati dimostrano quello che sappiamo: le donne privilegiano la qualità alla quantità, proprio in quanto donne” spiega Jannini. La vita di coppia e la sessualità delle lesbiche ripercorrono infatti le modalità tipiche femminili, dove le donne, per ragioni biologico – evolutive (per garantire la sopravvivenza dei figli le femmine avevano bisogno di un’unione stabile per assicurarsi l’appoggio del maschio), hanno la tendenza a creare e a mantenere la coppia. Fra i gay invece la creazione della coppia è più rara mentre è ricorrente la promiscuità.
“Le coppie lesbiche rispetto alle coppie fra maschi sono più stabili perché le donne tendono a fare il nido. E anche quando una delle partner è mascolina rimane con una psicologia femminile” sottolinea Simonelli. Inoltre danno meno importanza al sesso rispetto ai maschi: terminata la fase di innamoramento, la sessualità passa in secondo piano.
Ma come fanno l’amore sue donne? Intanto va sfatato il luogo comune sulla penetrazione: questa non è un must fra lesbiche, e del resto non lo è nemmeno fra gay (per i quali è più frequente il sesso orale). L’importante è il raggiungimento dell’orgasmo reciproco. E due donne, vista l’ovvia familiarità con il corpo femminile, se la cavano benissimo. Poi ognuno ha la propria sessualità, fatta di mille sfumature. Catalogare modi, ruoli e copioni è impensabile.

Rispetto ai gay le lesbiche sono meno numerose, meno visibili e forse per tutti questi motivi anche storicamente meno perseguitate a livello sociale e legislativo. Persino le fantasie erotiche aiutano a capire quanto la visione dell’amore saffico “disturbi” meno del sesso fra maschi. Sull’amore fra due lesbiche fantasticano sia le donne sia gli uomini eterosessuali, mentre il sesso fra maschi non è né sexy, né erotizzante per nessuno dei due.
Non è raro, in ogni caso, che una donna etero possa provare per un periodo della sua vita attrazione per il proprio sesso. Può succedere per curiosità, o in seguito a delusioni, abusi o violenze che la spingono a cercare in un’altra donna la dolcezza e l’intimità che crede non possa venire da un uomo. Oppure durante l’adolescenza, dove il confine fra sentimenti di amicizia e l’attrazione è molto sfumato. O ancora in condizioni di convivenza forzata fra persone dello stesso genere, come accade in carcere. In tutti questi casi però è sbagliato parlare di omosessualità, perché gli omosessuali sono coloro che hanno un interesse esclusivo e costante verso lo stesso sesso.

Fonte: Focus. Scoprire e capire il mondo. N. 261 – Agosto 2014


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