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L'amorevole bisogno indotto di curare ogni piccolo futile dettaglio.

Creato il 04 febbraio 2015 da Phoebe1976 @phoebe1976

L'amorevole bisogno indotto di curare ogni piccolo futile dettaglio.Mia figlia essendo intollerante al lattosio la mattina, da vera lady, prende il tè con i biscotti. La gnocca è una vera signora in miniatura, che ha imparato a tracannare da sola il biberon con il mignolino alzato.
Principino George, scappa che arriviamo
Ma il reperimento del tè per infanti, solubile e deteinato, nonché scofanato in comodi barattoli, non è stato semplice e ha generato diversi pellegrinaggi in quei negozi fighi per bambini che in genere evito come la peste.

In uno di questi ho fatto una scabrosa scoperta: l’acqua Amorosa della Humana.

Bottiglie di acqua,buonissima c’è da giurarlo, ma di cui all'inizio non mi è subito balenato in mente l'utilizzo. Sono una donna semplice, lo ammetto. Una che beve l'acqua del rubinetto e considera l'acqua in bottiglia un bisogno indotto della nostra società, per dire.
Ma, chiaramente, l'acqua Amorosa, già dal nome  riflette il bisogno genetico di noi mamme di dare il meglio ai nostri figli, senza star a riflettere su cosa sia davvero meglio. E su cosa vogliamo insegnargli davvero, cosa trasmettiamo senza nemmeno rendercene conto.

L'acqua Amorosa, evidentemente, serve alla preparazione del latte artificiale. E già qui si apre un mondo, specie in un paese come l'Italia in cui sembra che allattare sia quasi impossibile, o comunque molto hippy, specie passati i primi mesi. Lo dice l'Istat, non lo dico io

E se c'è chi invoca a gran voce l'OMS ed i dieci disapplicati passi concordati con l'Unicef, dall'altro lato le paure e le ansie di una neomamma sempre più vengono pesate al chilo, sul bancone del mercato del profitto facile.
In epoca di recessione, di taglio dei consumi, di crisi strutturale, quale altro settore tira di più?

E così, a pelle, quest'acqua Amorosa mi è rimasta indigesta. Ma, riflettendoci, non posso far a meno di notare quanto sia motivata questa mia insofferenza:

1) Il nome. IL NOME, Sant'Iddio. Già nel nome c'è tutto: Amorosa. Una coccola, insomma, una carezza, una cura maggiore delle altre. Amorosa. Chi non vorrebbe amorevolmente accudire tutto il giorno Parliamo di acqua, vorrei ricordare. Di acqua. H2O. Purissima, per carità. Delle Alpi Apuane, ci mancherebbe. Ma è acqua, e non si può pensare di far leva sul senso di colpa per indurne l'acquisto.

2) Facciamo due conti: sei bottiglie di acqua Amorosa da un litro costano circa € 7,40. Questo vuol dire che al litro costa circa € 1,23. Ciò sta a significare che un metro cubo di acqua Amorosa costa più di € 1.200. Non so se vi rendete conto dell'enormità della cifra. Costa come la benzina, e sfido a farci andare la macchina.

3) L'ipocrisia generata dal nome del prodotto e dall'idea che questa sia la cura parentale più appropriata ancorché più costosa mi sembra veramente degna del peggior Scrooge. Peggio dell'idiozia della pubblicità Mellin, pensate un po' (tra l'altro, non vi sembra diversa in questi giorni?).  Qui ci vedo molto di più la leva del senso di colpa, anche se non ci sono pubblicità martellanti in giro.
L'induzione di un bisogno è il motore su cui viaggia l'economia, non lo metto in dubbio. La stragrande maggioranza delle cose che siamo portati ad acquistare tutti i giorni non sono una vera necessità primaria, ma ciò che la grande distribuzione e la pubblicità ci fa credere indispensabile, dei maipiùsenza che alla fine rendono più piacevole la vita. Come l'acqua in bottiglia, ad esempio, o il parmigiano già grattugiato in comode vaschette.

La mia indignazione nasce dal nome e dall'atteggiamento del prodotto, Amorosa appunto, come se un bene così effimero ed inutile rappresentasse all'improvviso tutto l'amore di cui è capace una madre.  
Ma soprattutto mi chiedo: ma chi la compra? 
Chi è così facilmente influenzabile?
Lo siamo tutti?
Come cambia il nostro metro di giudizio?
Ma soprattutto, ho davvero bisogno di tutte queste scarpe?


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