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L' Anello di Ferro di Ornella Albanese

Creato il 01 agosto 2011 da Junerossblog
Noco e' ormai considerata la nostra blogger ufficiale che recensisce i romanzi di Ornella Albanese. Cosa ne pensa dunque de L'anello di Ferro?
L' Anello di Ferro di Ornella Albanese TRAMA:
Italia, 1135. Giselda attende il suo promesso, il valoroso Manlius. Da diversi anni la guerra lo tiene lontano dal feudo di Tarsia, dove potrebbe non far più ritorno. Giselda è giovane, impavida, intraprendente, e quando durante un torneo cavalleresco riceve un invito dal figlio del barone di Rosetum, antico avversario della sua famiglia, accetta senza esitare. L’appuntamento è nel bosco vicino, al tramonto. Purtroppo, però, il suo nome diverrà un’eco spenta, perché di lei non si troverà più traccia. Proprio adesso che Manlius è tornato... Risorge così l’ombra di intrighi e misfatti arginati per lungo tempo. Le due famiglie metteranno in campo tutte le loro armi per ridisegnare i confini di un odio che non dà tregua. Ma forse solo il sorriso di una donna e la magia tutta femminile riposta in un anello di ferro riusciranno a riportare la pace laddove dimoravano rabbia e morte.


Sono di nuovo, e con una certa soddisfazione, a suggerire una lettura "imperdibile”.
Un paio di premesse sono doverose:
- un libro può piacere moltissimo ad una persona ed essere totalmente indifferente ad un’altra, quindi spiegherò perché io l’ho amato, in modo che chi si riconosce in queste caratteristiche possa andare “a colpo sicuro”.
Il primo fattore da tenere ben presente è che io amo i medievali, ancor più se ambientati in Italia, visto che sono rari e per questo più preziosi. Secondo: non scordate mai che ho un feeling particolare con quest’autrice; questo, in realtà, è, in un certo senso, un limite, perché mi rendo conto di essere, ogni volta, sempre più esigente ed è facile, quindi, che rimanga delusa. Questa volta non solo non mi son sentita delusa, ma piuttosto son risultata impietrita di fronte al livello raggiunto.
Cerco sempre di definire ciò che leggo con un aggettivo, e , questa volta, il più appropriato mi pare”ricco”.
La trama è ricca di ingredienti: colpi di scena si susseguono, trame ed intrighi sono innumerevoli, nessuno è ciò che sembra, il ruolo giocato da ogni personaggio è diverso e fondamentale, la descrizioni dei paesaggi e delle scene è vivida ed accurata.
Ma andiamo per ordine.
Ho ammirato la capacità narrativa dell’autrice di inserire tanti fili nella trama, la sapienza di saperli maneggiare e intrecciare con cura e l’abilità di costruire un tessuto così ricco e variopinto, padroneggiandoli senza mai ingarbugliarli.
Come ho già anticipato, ci si ritrova di fronte ad un romanzo complesso, dove mi son sorpresa a vivere la nascita di un’intensa storia d’amore, violenta, appassionata eppure tenera e commuovente, ma, parimenti, a lambiccarmi il cervello nel tentativo di districare un mistero all’apparenza irrisolvibile, dove, quando il “sospettato” pare palesemente “colpevole”, si scopre che non può essere lui, dove coloro che son sempre sembrati infimi traditori si rivelano preziosi alleati e coloro che si dichiarano amici non sempre lo sono, e dove neppure la propria casa non è un porto sicuro, ma un nido di serpenti crudeli ed egoisti. Quindi di non aspettatevi una storia semplice e lineare: il vero protagonista è l’intrigo e il tutto è sviluppato su livelli narrativi decisamente alti, anche per gli standard già elevati di quest’autrice, e il grado di tensione è sempre notevole. Il tutto è arricchito da moltissimi personaggi, tratteggiati con cura, delineati con passione ed intelligenza, ognuno con un ruolo ben preciso da ricoprire che si scoprirà essere sempre tassello fondamentale della storia. Nulla è lasciato al caso.
Un altro aspetto da tenere fermamente presente è l’ambientazione medioevale, cupa e cruda, eppure appassionata e, persino, romantica. Ho avuto modo di apprezzare in altre occasioni la preparazione storica della signora Albanese, ma mi sono meravigliata dell’accuratezza dei riferimenti storici che assumono un connotato di digressione , piacevole alla lettura, ed assolutamente indispensabile per la costruzione della psicologia dei personaggi. Ci troviamo di fronte ad un periodo buio, burrascoso, dove il sovrano lottava per mantenere il potere e non s’interessava ad altro, ogni piccolo signorotto doveva provvedere da sé alla propria sicurezza, salvaguardando attentamente i propri possedimenti, le proprie ricchezze, ma anche i propri cari, con ogni mezzo: denaro, potere, promesse, forza, astuzia, ma anche inganno, imbroglio ed infedeltà. Una vera giungla, dove vige la legge del più forte, su diversi livelli, e, purtroppo, i violenti, i prepotenti, e gli squilibrati hanno largo spazio. Chi ama lo fa con tutto sé stesso, chi vuole prende, e chi odia offende in ogni modo, anche annientando o eliminando l’avversario. Nessuno di questi fondamentali aspetti è tralasciato e, a mio modo di vedere, giustamente: viene salvaguardata in ogni passaggio la veridicità storica, ma in nessun caso a scapito della finalità sentimentale del romanzo o dell’intreccio. Mi sono, mio malgrado, sorpresa a rabbrividire di fronte a tanta violenza, ma mai un volta ho trovato eccessive le descrizioni o inverosimili le situazioni: come sempre coerenza e attendibilità storica sono la parole d’ordine dell’autrice, che qui si consacra vero talento del romanzo medioevale.
E poi come non sottolineare la maestria nelle descrizioni dei paesaggi e delle scenografie: musica per il cuore . Cito un passaggio, tra gli innumerevoli che ho annotato, che parla da sé:

“Il vento sollevava nembi di terra e imprigionava foglie ed arbusti nei suoi mulinelli. Fischiava tra i rami degli alberi e ne percuoteva le chiome. Mentre brandelli di nuvole ocra solcavano veloce il cielo, sospinte dalla sua furia”
(pag 51)
E di nuovo, mi ripeto, sono colpita dalla melodiosità della lingua italiana e m’inchino di fronte a tale destrezza nell’utilizzarla al meglio: un ottimo strumento in mano ad un’eccellente suonatrice.
Infine, aggiungo, che durante la lettura di questo libro così profondo, crudo eppure romantico ho provato così tante emozioni da non riuscire a staccarmi dalla lettura fino a quando , con un filo di malinconia sono giunta all’ultima pagina e con un sospiro, l’ho riposto in un angolo privilegiato della mia libreria e del mio cuore. Non sono un critico, non ne ho la capacità e neppure la preparazione professionale, ma il talento di questa scrittrice è tale da non passare inosservato neppure ad una profana come me.
Ed ora, approfitto di quest’opportunità per rivolgermi direttamente all’autrice per una richiesta, che da diavoletto delle saghe che sono, non posso esimermi dal porre: ho colto spunti per costole e spin-off.
I personaggi che potrebbero essere sviluppati sono molti:
***ATTENZIONE SPOILER- CHI NON HA ANCORA LETTO IL LIBRO SI PUO’ ROVINARE IL FINALE!!!!!!!***
*Giselda e Aureliano: li abbiamo incontrati all’inizio, in un certo senso la storia è imperniata sul loro, inopportuno, colpo di fulmine e termina con un accenno al loro rapporto, ma non compiutamente. E la loro possibile vita a due? Il trauma del rapimento e il rimorso per il tradimento saranno superabili per Giselda e per il suo amato?
*Livio , il bambino dai natali incerti e dal “cuore nero”, furbo, sfuggente, infimo eppure pronto ad intervenire per seminare il dubbio quando necessario. Rimarrà a vegliare sulla fanciulla “dagli occhi leali e il cuore gentile” o si unirà al gruppo di nomadi? Un personaggio che, da adulto, in entrambi i casi, avrebbe molto da dare.
*Yusuf, il saraceno, medico-guerriero, leale amico, fraterno angelo che tutto vede e tutto sa, che ragiona sempre prima di agire, che ha trovato in Tarsia una casa verso cui, alla fine sembra in procinto di tornare… cosa gli succederà? Non si merita la sua parte di amore e una vera famiglia tutta sua?
Spero che la signora Albanese ci pensi!
Ed infine una nota per chi ancora non avesse acquistato il libro: fino al 31 agosto si potrà reperire a 5 euro.
Noco
L' Anello di Ferro di Ornella Albanese


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