Magazine Diario personale
L’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere
Creato il 20 settembre 2015 da Anna Pernice @Anna_PerniceCome sapete, mi piace scovare e farvi conoscere i posti più belli e meno noti della Campania e non solo, perchè Napoli non è solo tera dei fuochi e camorra, ma è molto di più. E' storia, è arte, è cultura.... Cultura che molto spesso troviamo anche nei dintorni e nel resto della Campani, in location poco turistiche e conosciute.
Infatti, non tutti i turisti (ed anche molti Campani) sanno che a pochi km da Caserta, nel paese di Santa Maria Capua Vetere, c'è l’anfiteatro campano, il secondo in ordine di grandezza tra tali tipi di monumenti nell’Italia antica dopo il Colosseo (m 165 sull’asse maggiore, m. 135 su quello minore a livello dell’arena).
Fu innalzato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. in sostituzione dell’arena meno capiente risalente ad età graccana e si meziona che i restauri del colonnato e del nuovo arredo scultoreo furono fatti eseguire dall’imperatore Adriano.
L’anfiteatro nel 456 d.C. subì rovinose distruzione durante il saccheggio di Genserico, ma fu riparato nel 530 d.C. Durante il dominio gotico e longobardo l’edificio continuò ad avere funzione di arena; poi, dopo la distruzione della città nell’841 d.C. ad opera dei Saraceni, venne trasformato in una fortezza. A partire dal periodo della dominazione sveva divenne cava di estrazione di materiali lapidei reimpiegati nella costruzione degli edifici della città. Parzialmente scavato tra il 1811 ed il 1860, fu definitivamente liberato dagli enormi ammassi di terra tra il 1920 ed il 1930, con numerosi successivi interventi di restauro conservativo nel tempo.
L’edificio, in genere adibito agli spettacoli gladiatori, presentava in origine i quattro ordini canonici (ima, media e summa cavea, attico) di spalti, accessibili attraverso scale interne ed esterne, impostati su altrettanti livelli di gallerie in opus latericium comunicanti, e si apriva in facciata con ottanta arcate realizzate in blocchi di calcare di uguale ampiezza ad eccezione di quelle poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali, coincidenti con gli ingressi principali, che erano enfatizzate dalla presenza di semicolonne appoggiate ai pilastri in ordine tuscanico. Gli archi della facciata erano arricchiti da 240 busti a rilievo di divinità, di cui se ne conservano solo 20 in loco e poche altre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed al Museo Provinciale Campano.
Le parti ornamentali sono andate quasi tutte perdute ad eccezione di una Venere, il c.d. Adone ed il gruppo di Amore e Psiche; si sono invece conservati i plutei frontonali e le balaustre dei vomitoria (varchi di accesso agli spalti).
Sul lato orientale si trovava anche un condotto di collegamento ad una cisterna costruita in opus reticulatum, nella quale si raccoglieva l’acqua per la pulizia dei sotterranei. Al V-VI secolo d.C., inoltre, risale una cappella ricavata nella seconda navata a Nord dell’ingresso occidentale.
Ad oggi, si cerca di rivalutare la sua bellezza attraverso l'organizzazione di eventi culturali, come quello a cui ho assistito ieri sera, il suggestivo progetto letterario, discografico e radiofonico di “Parole Note”, nato con l’obiettivo di valorizzare i testi della grande letteratura, attraverso un reading innovativo sorretto dalla suggestione musicale, iniziato attraverso le sperimentazioni di Maurizio Rossato con Fabio Volo nel “Volo del mattino a Radio Deejay” (ottenendo subito un grande successo di pubblico) e divenuto oggi un grande spettacolo itinerante di successo che sta girando le location più belle del Paese (dal Museo di Arte Contemporanea di Bologna al Palazzo Ducale di Genova, solo per citarne alcune).
Dopo l’anteprima dello scorso anno nel foyer del Teatro San Carlo di Napoli, "Parole Note" ha fatto tappa quest'anno per la prima volta in Campania nel suggestivo scenario dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, come anteprima del Festival della Letteratura “I am Spartacus: eroi, valorosi e valori”, che si svolgerà dall’ 1 al 4 Ottobre all’Anfiteatro Campano, riunendo a Santa Maria Capua Vetere scrittori, giornalisti, magistrati, filosofi e i nuovi manager dei beni culturali italiani attorno al mito di Spartacus e al tema della memoria, anche per lanciare nuovi progetti sulla fruizione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del Paese.
La scaletta dello spettacolo è partita dal dj set, con Maurizio Rossato alla consolle che ha elabrorato musiche dal repertorio migliore della scena pop-elettronica contemporanea, mixate con la voce di Giancarlo Cattaneo che ha letto testi di prosa e poesia, che hanno previsto percorsi tematici o analogici, con una miscela di suggestioni e accostamenti.
I vari raccordi tra una sequenza e l’altra - per permettere anche al pubblico di comprendere meglio il significato degli accostamenti - sono stati affidati nel live show a brevissimi interventi-didascalie fatte a mo’ di conduzione radiofonica da Mario De Santis. Alla musica/parole si è aggiunta una cornice “visual”: frammenti di film e fotografie per creare un flusso e una stratificazioni di segni.
La cultura, però, spesso si abbina al magiare bene ed è proprio per questo motivo che, proprio di fronte all'Anfiteatro Campano, ha aperto il Ristorante “Spartacus Arena Amico Bio”, il primo ristorante italiano nato nel bel mezzo di un antico tempio della cultura, nel quale è possibile mangiare gustosi piatti tipici casertani, rigorosamente bio, o cucina vegetariana, godendosi lo spettacolo!