Magazine Cucina
14/03/13 - Bruno Chareyron, ingegnere in fisica nucleare, due anni dopo la catastrofe nucleare di Fukushima Daiichi, il responsabile del laboratorio indipendente della Criirad (Commissione di ricerca e d'informazione indipendente sulla radioattività) fa il punto sulla radioattività in Giappone, e le sue conseguenze sulla popolazione, con la partecipazione del suo partner giapponese Wataru Iwata.
Due anni dopo la catastrofe di Fukushima, quale è la situazione sul posto?
La contaminazione è sempre importante a livello del suolo. Il cesio 137 che è stato depositato principalmente durante il mese di marzo 2011 sarà radioattivo per ancora molto tempo. La sua radioattività sarà difatti ridotta per metà solo fra 30 anni. Questo cesio emette degli irraggiamenti gamma molto potenti che possono attraversare le porte, le finestre ed i muri delle abitazioni. Al momento in cui parliamo, centinaia di migliaia di persone nella prefettura di Fukushima, ma non solo, subiscono delle dosi di radiazione nettamente superiore a quelle che sono considerate normalmente come tollerabili.
Questa radiazione si trova a quale livello?
La dose massimale oltre la quale i rischi sono considerati troppo importanti è in principio di 1 milliSievert / anno. Ora, le autorità giapponesi hanno fissato una norma venti volte superiore di 20 mSv / anno. Concretamente, al di sotto di questa dose, i giapponesi che vivono nelle zone contaminate non vengono evacuati.
Quanti giapponesi sono esposti quotidianamente ad una radioattività potenzialmente pericolosa?
In Giappone, milioni di persone subiscono quotidianamente un'irradiazione superiore alla norma. E centinaia di migliaia di giapponesi sono ancora vittime di un'irradiazione considerata in principio come inaccettabile. Dopodichè dipende dalla vita quotidiana di ogni giapponese : quanto tempo la persona passa fuori, davanti alla sua abitazione e nella sua abitazione.
Disponiamo già e disporreremo nel futuro di dati affidabili sull'impatto sanitario di questa catastrofe in Giappone, come nel resto del mondo?
Possiamo essere estremamente preoccupati sulla questione. Il rapporto dell'OMS sulla valutazione delle dosi è a tal proposito molto criticabile. Il metodo di calcolo delle dosi di radiazione non tiene in considerazione una serie di vie d'esposizione di radiazione come la radioattività legata allo xeno, tuttavia molto presente durante i primi giorni. Per di più l'OMS non valuta correttamente le dosi di radiazione legata all'ingestione, dimenticando di integrare gli alimenti più contaminati.
La tendenza generale è a minimizzare l'esposizione radioattiva reale della popolazione. Dobbiamo fare in modo che la popolazione disponga di dati affidabili su questa radiazione, subita nelle prime settimane e subita poi quotidianamente a causa di questo incidente. Certi abitanti della prefettura di Fukushima e di altre prefetture, sono stati esposti a dosi inaccettabili che sarebbero potute essere minimizzate se fossero state prese velocemente delle misure adatte.
La decisione di evacuazione su solamente 20 km intorno alla centrale era evidentemente nettamente insufficiente. La tiroide di centinaia di migliaia di giapponesi è stata esposta a delle forti dosi radioattive, mentre questa esposizione sarebbe potuta essere abbassata molto distribuendo loro semplicemente delle pastiglie di iodio, il che non è stato fatto. Queste lacune sono state criminali perché queste persone soffriranno nel futuro di multiple patologie.
E il peggio è che il Giappone continua a lasciar vivere queste persone nelle zone ancora molto contaminate. Le misure che abbiamo realizzato in Giappone nel 2012 su una casa individuale, a quanto sembra decontaminata, provano che la decontaminazione è impossibile. Malgrado 3 mesi di decontaminazione intensa, i decontaminatori avendo lavato ogni sasso al carsher ed tagliato i rami degli alberi della collina di fronte, la radioattività era ancora 2 a 6 volte superiore alla norma ammissibile.
Capite perché le autorità giapponesi autorizzano progressivamente migliaia di giapponesi a reinsediarsi nelle loro abitazioni situate nelle zone in principio contaminate?
È molto inquietante. Autorizzare delle persone che hanno già subito delle dosi molto importanti a ritornare a vivere su dei territori ancora molto contaminati è inaccettabile. Queste persone continueranno ad essere irradiate sia all'esterno sia dentro alle loro abitazioni.
Quanto tempo occorrerà affinché questa decontaminazione avvenga naturalmente in queste zone ancora inquinate?
Parecchi decenni.
Quali sono le conseguenze sanitarie per queste centinaia di migliaia di giapponesi esposti?
Tenuto conto delle dosi che hanno subito queste persone, e particolarmente tanti ragazzi giapponesi, possiamo aspettarci nei prossimi anni, di registrare un rialzo importante di numerose patologie cancerose (tiroide, leucemie, ecc.) e non cancerose, perché queste radiazioni perturbano l'insieme dell'organismo, nel sistema digestivo, nervoso o ancora cardiovascolare. E queste radiazioni provocano anche dei problemi genetici, come lo si è già constatato su certi gruppi di mammiferi che vivono intorno a Tchernobyl, vittime di un instabilità genomica. Occorre che queste popolazioni possano disporre dell'aiuto finanziario per rifarsi altrove una vita. Se una legge è stata votata in questo senso in Giappone, mancano ancora i decreti di applicazione che permetterebbero ai giapponesi che lo desiderano di allontanarsi da queste zone ancora contaminate.
Fonte: http://www.enviro2b.com/2013/03/14/fukushima-il-faut-sattendre-a-une-hausse-importante-des-pathologies-cancereuses/
Tradotto per Biancheggiando da Fabienne Melmi.
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