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L'angolo di fabienne

Creato il 27 marzo 2011 da Biancheggiando

FORTI PREOCCUPAZIONI PER I "LIQUIDATORI" DI FUKUSHIMA - LA MENZOGNA E' INTRINSECA ALL'INDUSTRIA NUCLEARE.

L'ANGOLO DI FABIENNE

Le dosi di radioattività alle quali sono esposti 50 lavoratori della centrale nucleare sono sempre più elevate.

Degli 800 dipendenti della Tepco, la società che gestisce la centrale di Fukushima, ne sarebbero rimasti solo una cinquantina a tentare disperatamente di ristabilirne il controllo. Un dipendente ha già trovato la morte, ed altri undici sono rimasti feriti durante la prima esplosione a Fukushima, lo scorso sabato. E la preoccupazione cresce sempre più per le esposizioni che subiscono questi lavoratori. L'autorità di sicurezza nucleare francese (ASN) dall'allarme di martedì: "la radioprotezione dei lavoratori sul sito è molto preoccupante, soprattutto per quanto riguarda il livello di radiazioni nella sala di controllo." Ci sono dei residui radioattivi molto forti all'interno delle strutture e gli operatori coinvolti sono esposti a condizioni estreme", ha dichiarato mercoledì André-Claude Lacoste, durante un'audizione all'assemblea nazionale.
La soglia di esposizione consentita moltiplicata per dodici
In tempi normali un lavoratore del nucleare non deve essere esposto a più di 20 millisieverts /anno, secondo le norme internazionali. In Francia, in un'operazione destinata a salvare delle vite, questa soglia può essere aumentata a 300 mSv. Il governo giapponese ha deciso di innalzare la soglia a 250 mSv. Alla centrale di Fukushima, secondo il Criirad, il laboratorio indipendente sulla radioattività, i tassi misurati martedì dopo un'esplosione hanno raggiunto 400 mSv /ora all'esterno del reattore numero 3. Ed erano di 30 mSv/h tra i reattori numeri 2 e 3, valori "già troppo elevati", precisa il Criirad.
"Non si tratta più di deboli o debolissime dosi d'irradiazione, con patologie che si manifestano solamente dopo un tempo di latenza, (da parecchi anni a parecchi decenni per i cancri per esempio), ma di dosi di "alta radioattività", informa il Criirad in un comunicato. Il laboratorio enuncia le possibili conseguenze sul corpo: "distruzione massiccia delle cellule che può alterare il funzionamento di alcuni organi, che addirittura possono essere mortali." Nessuno sa chi sono questi 50 coraggiosi. Molto probabilmente dei volontari, sottolinea André-Claude Lacoste. "In Francia l'aumento della soglia di esposizione al di là dei 20 mSV/ora è motivo di rottura del contratto di lavoro", sottolinea Bruno Chareyron, responsabile del laboratorio del Criirad. Come lavorano? "sono regolati dalla rotazione, per limitare le radiazioni", suppone lo scienziato.
L'ANGOLO DI FABIENNE

Dosi "tossiche, addirittura eroiche"

Al di là del coraggio di questi lavoratori, Bruno Chareyron parla di "sacrificio". Agnès Buzyn, ematologo presso l'ospedale Necker e presidente del consiglio di amministrazione dell'istituto di radioprotezione e di sicurezza nucleare, parla di dosi "tossiche, addirittura eroiche". Soprattutto perché conoscono i rischi. Non era il caso dei più di 600.000 "liquidatori" che le autorità sovietiche mandarono nei luoghi della catastrofe di Tchernobyl nel 1986. Le squadre di emergenza sono state esposte a dosi di 5000 millisieverts. Questo ha permesso di migliorare gli interventi? "Le persone di Fukushima sono forse attrezzate meglio dei sovietici che fabbricavano loro stessi, con l'ascia, delle placche di piombo per proteggersi", ricorda Wladimir Tchertkoff, autore del documentario "Il Sacrificio" sui liquidatori di Tchernobyl.
Ma questo giornalista svizzero, oggi in pensione, ritiene che né il Giappone, né la Francia, né nessun altro paese sia preparato a far fronte a tali eventi. "La menzogna è intrinseca all'industria nucleare", dice innervosito. "Le persone non sono informate, anche i vigili del fuoco del rango più elevato, in Francia, non sanno niente, anche se in caso di incidente sarebbero in prima linea." (da ELODIE AUFFRAY)
Fonte: http://www.liberation.fr/monde/01012325995-fortes-inquietudes-pour-les-liquidateurs-de-fukushima
TRADOTTO COME SEMPRE PER NOI DA FABIENNE MELMI.

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