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L'Angolo di Matesi: "UNA SCRITTRICE TRASVERSALE E “TRASGRESSIVA” "

Creato il 03 marzo 2015 da Blog

L'Angolo Matesi:
UNA SCRITTRICE TRASVERSALE E “TRASGRESSIVA”Maria Teresa Casella alias Theresa MelvilleATTENZIONE AGLI SPOILER?
Ho “incontrato” la Melville tanti anni fa nei RomanziMondadori. Per molto tempo ho stentato a individuarne le caratteristiche, un po’ perché non compravo i Doppia vitain cui uscivano spesso i suoi libri, un po’ perché mi ci sono voluti anni per riuscire a mettere a fuoco tutte le autrici romance. In particolare per lei, perché pensavo si trattasse di una scrittrice straniera, la conoscenza piena è arrivata molto tardi, più o meno all’epoca (mi pare il 2009) di Amanti perduti. E fu un’esperienza choccante: difatti uno dei due racconti, che facevano parte del volume, ambientato in epoca vittoriana, si risolveva, a mio parere, in una celebrazione dell’adulterio, per giunta all’interno della famiglia, cosa per me sempre intollerabile. Seguì una memorabile polemica, innescata dal fatto che improvvidamente avevo fatto spoiler sul finale, che vedeva i due fedifraghi, grazie al divorzio, vivere felici e contenti a Oxford, dove il protagonista maschile insegnava all’università. Non che quell’epoca fosse casta e pura e perbene, come pretendeva di essere, ma certo badava molto alle apparenze e due persone che si fossero rese responsabili di adulterio (e che adulterio!) e di divorzio sarebbero certo incorsi nella riprovazione sociale (altro che insegnare all’università ai giovani bene!). Senza arrivare a questi livelli, qualche perplessità mi ha suscitato la trilogia dei Tourangeau, ambientata all’epoca della rivoluzione francese, che presentava altri aspetti trasgressivi rispetto al genere.Quando leggo un rosa, mi piace individuare subito la coppia protagonista e crogiolarmi nel fatto che, qualunque cosa accada, alla fine ci sarà un matrimonio fra i due e poi vivranno felici e contenti per sempre. Invece Cornélie, aristocratica, ha una relazione amorosa con François, borghese, salvo tradirlo prestissimo con una specie di brigante, Marcel, che finirà per sposare: non vi dico la mia indignazione, sia come donna, sia come lettrice! Le cose miglioravano nettamente nel secondo volume, Notte di speranza, dove l’unione in questione andava avanti bene e anche François, a riparazione del tradimento subito, trovava la donna della sua vita. Speravo fosse finita e invece nel volume conclusivo la Melville infrangeva le regole sacre del genere. Innanzitutto uccideva la protagonista, poi stravolgeva il matrimonio di François ed Olympe e finiva col parlarci della morte dei due grandi protagonisti maschili della serie, per giunta dopo aver fatto risposare Marcel.Potete immaginare le polemiche furibonde sul blog. Da parte mia. Perché la Melville, pur dispiaciuta, invece tenne i nervi saldi e difese le proprie scelte con molto garbo.Più o meno a quell’epoca scoprii, però, che intanto l’autrice aveva trovato quella che, secondo me, è la sua vera vocazione e pubblicava noir sotto il nome di Maria Teresa Casella. All’epoca i vampiri andavano di moda e quindi, in quel contesto, comprai il racconto Antropomorti. Fu un altro choc: un paranormale senza lieto fine, anzi con un finale nero che più nero non si poteva concepire.L’autrice abbandonava qualunque illusione romantica sui vampiri, che non sono superuomini, ma dannati o, con il termine da lei inventato, antropomorti, e accentrava l’attenzione sulla fame di sangue che porta a prendere anche le vite più innocenti, o di chi comunque non si dovrebbe uccidere, oppure sulla sete di conoscenza fine a se stessa, destinata a non essere mai saziata, in un finale volutamente più disperato e squallido che drammatico.Nella stessa direzione la Casella ha pubblicato finora il romanzo Amore obliquo e il racconto Progetti per il futuro, in cui privilegia tematiche di tipo femminista. Si tratta sempre di storie cupissime, in cui le donne vengono presentate come vittime di vari tipi di violenza, salvo trasformarsi in carnefici. L’amore, quando c’è, è per lo più malato o addirittura perverso.Netta è la differenza rispetto alla direzione presa dall’altra scrittrice rosa, passata al giallo, cioè Maria Masella. Piuttosto siamo vicini a Carlotto, che però, nell’illustrazione della potenzialità di male presente nell’uomo, va anche più lontano, in modo molto efficace, ma per la mia anima rosa davvero insostenibile.Linda ed Emma, le due protagoniste, sono donne infelici, che sono passate per esperienze traumatiche, come scopriamo in un caso alla fine e nell’altro all’inizio del percorso. Per loro l’autrice ha una pietà infinita, superiore, lo confesso, a quella che sono arrivata a provare io. E ciò perché ho molto sofferto durante tutta la lettura, ma proprio sofferto davvero, con un dolore in mezzo al petto, quasi come se avessi un infarto.Amore obliquo ha tratti che lo avvicinano al romanzo corale ed è narrato dal punto di vista di un personaggio maschile, Umberto. Quindi per quasi tutto il romanzo conosciamo solo dall’esterno quella che è la vera protagonista, cioè Linda.A prima lettura il nome mi fece pensare che ci fosse implicito un ossimoro linda/sudicia. Ma ero condizionata dal mio punto di vista personale: provengo da una famiglia patriarcale di origine meridionale, molto affettuosa e generosa e presente, ma anche soffocante nei confronti di ogni individualità; pertanto trovai Linda davvero insopportabile per la sua possessività nei confronti del fratello, la sua tendenza al melodramma e il suo egocentrismo.La storia si sviluppa fra il presente e il passato ed è accompagnata da inserti in corpo diverso, sempre ambigui, così da lasciare il dubbio se si tratti di realtà o di fantasia. Tutti i personaggi principali si rivelano nel tempo ambigui e sorprendenti e solo nel finale, come è d’obbligo in questo genere di narrativa, si scopre tutta la verità. Con il rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato.Ancora più crudo e cupo, se possibile, perché mancante totalmente di una qualche forma di giustizia finale, è Progetti per il futuro. Qui la misura breve del racconto costringe l’autrice ad asciugare al massimo la vicenda e il risultato è potente, ma certo choccante, soprattutto per una lettrice donna. O almeno così è stato per me. Quindi preferisco non aggiungere altro. Nel caso che qualcuno desideri andare a leggere il racconto senza troppe anticipazioni. Cosa, certo, addirittura delittuosa nella narrativa gialla.Comunque, penso di poter tranquillamente dirvi una cosa: NON è stato il maggiordomo. Ma immagino che questo lo sapeste già.
L'Angolo Matesi:

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