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L’ANIA corre ai ripari: previsti ribassi nelle polizze RCA

Creato il 03 luglio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

L’associazione delle compagnie assicurative annuncia ribassi alle tariffe RCA, che negli ultimi dieci anni sono più che raddoppiate

“C’è crisi, non posso più mantenermi l’auto”. Quella che per molti potrebbe sembrare la lamentela di un pusillanime, in troppi casi è la cronaca di un disagio sociale ed economico che affligge la nostra società, per colpa di lobbies, cartelli, cordate. La tendenza è ben nota: il mercato dell’auto è in crisi, irreversibile fintanto che non vengano perseguite serie politiche di ripresa.

L’ANIA corre ai ripari: previsti ribassi nelle polizze RCA

Stessa sorte per l’indotto, l’artigianato di settore ed il ramo assicurativo.

Le statistiche sono pesanti: dal 2001 ad oggi, la tariffa dell’RCA è più che raddoppiata (+109%). Un vero e proprio salasso, se si considera che è un documento obbligatorio per la circolazione. La parola d’ordine, anche in questo caso, è “concorrenza”: così come per la benzina, anche nel campo delle compagnie assicurative abbiamo assistito alla formazione di un vero e proprio cartello che ha alzato i premi delle polizze, barricandosi dietro l’arcinota vicenda delle “truffe assicurative”.

Ma adesso, probabilmente, si è raggiunto il punto di non ritorno: la perdita, nell’anno 2011, ammonta a ben 3,7 miliardi di euro (in prospettiva, i danni del 2012 potrebbero essere ben più elevati).

Aldo Minucci, presidente Ania annuncia, all’odierna assemblea dell’associazione,  un’azione di sistema volta al ridimensionamento dei costi al consumatore,sempre in aumento al punto di rendere inefficiente il sistema delle “classi di merito”: a chiunque di noi sarà capitato di vedersi aumentare il premio, nonostante la propria condotta automobilistica sia impeccabile. Scendi di classe e paghi di più: una fregatura in cui molti tra noi sono incorsi più volte. 

Le associazioni dei consumatori plaudono ma diffidano: le proposte di Minucci devono risolversi in fatti concreti. Riusciamo a comprendere la perplessità di chi rappresenta coloro i quali, ogni anno, sborsano circa il 6% in più circa rispetto all’anno precedente.

L’idea di Minucci è certo auspicabile e condivisibile. Ma forse, se il settore assicurativo vuole davvero essere vicino “alle famiglie e alle imprese”, non deve sparare nel mucchio con pallottole intrise di demagogia: nessuno chiede alle assicurazioni di partecipare al miglioramento della rete infrastrutturale del paese (anche perché, ne siamo certi, sono costi che cadrebbero sulle spalle degli automobilisti…). Sarebbe bastato non alzare i massimali per lucrarci sopra, oppure lasciar passare la tariffa unica nazionale.

Basterebbero un paio di accorgimenti che tengano effettivamente conto della condotta automobilistica di ciascun patentato, o assicurare le patenti in luogo dei veicoli. Servirebbe parecchio, sarebbe una manovra rivoluzionaria: l’assicurato, benché possa essere proprietario di 18 veicoli, ne potrebbe guidare comunque uno soltanto e potrebbe cagionare un solo incidente.

Una macchina in garage insomma, non causerebbe problemi di sorta! Inoltre, se finalmente lo “stato” si decidesse a garantire il popolo sovrano  invece di calarsi le braghe dinnanzi ai potentati economici, si potrebbe iniziare a comprendere che non è possibile parlare di concorrenza laddove ci si trovi in presenza di un obbligo stabilito per legge.

Le assicurazioni RCA non possono e non devono rispondere alla logica del mercato, pena la formazione dei cartelli che hanno guadagnato fior di miliardi sulle spalle dei consumatori, grazie a privilegi e coperture politiche: si pensi alla norma che permette alla compagnia di recedere da un contratto che la stessa non reputa particolarmente vantaggioso, perché magari il cliente è un prima classe che non porta incidenti e la compagnia vuole rinegoziare il contratto a condizioni più vantaggiose (per l’assicurazione, ovviamente!!!).

Adesso serve adeguarsi alle mutate condizioni sociali, incoraggiare con promozioni e iniziative il possesso di uno o più veicoli a nucleo familiare.

E smettere di ripetere l’arcinota cantilena che recita “Sì, Lei è sceso di una classe di merito. Ma c’è stato un aumento…”.


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