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E’ necessario porre una distinzione e restarvi fedeli, prima viene l’educazione poi successivamente, l’animazione.
L’educazione comprende tutti i fatti educativi nella loro globalità mentre l’animazione e soprattutto quella nel sociale, si può considerare come uno strumento attraverso il quale ed in maniera “indiretta” si contribuisce all’educazione di tutti coloro che se ne servono ( educazione all’estetica, alla moralità, alla socievolezza, al senso artistico ecc.).
Non tutti gli educatori sono anche animatori, così come gli animatori non sono senz’altro educatori nel senso specifico della parola.
I genitori dovrebbero essere tutti educatori, tuttavia nessuno chiederà mai loro di divenire anche animatori. Così come gli insegnanti che sono gli educatori per eccellenza, non saranno certamente animatori di professione.
Questa distinzione è necessaria per capire ed impostare in maniera corretta, la questione dei rapporti che intercorrono tra animazione ed educazione.
L’uomo sin dai tempi più remoti faceva educazione, anche se non lo sapeva, non ne era cosciente. Quando già nella preistoria si insegnava ai figli a cacciare, a difendersi, a rispettare le donne, i bambini e gli anziani, già si svolgeva una vera e propria opera educativa.
Abilità fisiche e manuali, rispetto verso il prossimo, apprendimento di semplici tecniche e nozioni del vivere, tutto ciò era autentica educazione.
Tuttavia, se ci si sofferma un attimo, si potrà osservare come già c’era uno studio di un fatto, un apprendimento di tecniche, da ciò si può dedurre che l’atto di educare presuppone l’ esposizione di un principio guida e la sua consapevolezza genera sempre apprendimento, istruzione.
Quando si è coscienti di un fatto, allora se ne fa un’accurata riflessione, il fatto diventa oggetto di analisi, di studio, e quindi di un apprendimento diretto, di una istruzione consapevole.
Utile dire però, che un qualsiasi evento può contenere risvolti educativi anche se non se ne è pienamente coscienti, così come attraverso dei semplici giochi o dei disegni artistici, un bimbo già in tenera età favorisce lo sviluppo della sua personalità, socializza, affina doti creative ecc. Da questo si può intuire quanto giovino ai fini dell’educazione le attività di animazione (ludiche, sportive, teatrali ecc.) ; mediante la pratica di discipline sia sportive che ricreative, si favorisce lo sviluppo del corpo e della mente, in altri termini si educa.
Quali sono allora, i veri rapporti tra animazione ed educazione? L’educazione, intesa come istruzione intellettuale e professionale è il processo di studio, di apprendimento, di differenti discipline impartite negli istituti scolastici.
Si tratta dell’applicazione su materie, su dati, su tesi, su teorie e metodologie didattiche, frutto dell’ingegno dell’essere umano e sulle quali avviene una sorta di “riflessione” ovvero il processo di apprendimento. La riflessione non si limita quindi alla pura e semplice ricognizione di fatti, ma va ben oltre, si spinge cioè fino alla loro interpretazione ultima.
L’animazione anch’essa contempla risvolti educativi (morali ed estetici) ma non si accentra sulla riflessione di tali processi, l’educazione in questo caso, avviene in maniera indiretta poiché il fine dell’animazione è la corretta gestione del tempo libero degli utenti e si tende anche al recupero di personalità povere, apatiche, introverse, disadattate.
L’animazione quindi assume dentro di se l’educazione, prescrive comportamenti, indica finalità, propone attività che variano a seconda della tipologia di intervento. E’ una scienza che sia nel comparto turistico quanto nel sociale, è da considerarsi come una trama di azioni, di fatti, di propositi, di progetti socio-ricreativi, nel cui interno è sempre e comunque presente l’aspetto educativo. Occorre quindi fare una netta distinzione tra l’istruzione e l’educazione morale. Educare nel linguaggio dell’animazione, significa soprattutto rendere sani nel corpo e nella mente, volenterosi, rispettosi verso il prossimo, non si intende l’istruzione ovvero la cultura, il “sapere”, bensì si fa riferimento alle belle maniere ed ai buoni sentimenti, attraverso l’animazione si impara a rispettare se stessi e capire gli altri. L’istruzione invece, è uno strumento che permette di venire a contatto con materie atte a dare un pieno sviluppo agli interessi di conoscenza (sapere intellettuale e manuale).
Animazione è comunque anche sinonimo di educazione. Prendendo ad esempio l’attività teatrale come mezzo educativo, diremo che mediante quest’attività si rendono gli utenti artefici di tutta la vicenda, dal momento preparatorio del soggetto (canovaccio) a quello del vero e proprio allestimento dello spettacolo (scenografie, coreografie) a quello della rappresentazione.
Gli utenti scelgono il soggetto e con l’aiuto dell’animatore scrivono il copione, adottano brani da inserire, creano e realizzano costumi e maschere, apprendono la parte, si abituano alla dizione. Durante tutto questo tragitto si evidenziano lacune e difetti di ogni tipo, si impara a pronunciare con voce chiara ed impostata, si correggono inflessioni dialettali, si impara a convivere, si scambiano opinioni, si frenano intemperanze di carattere.
L’animatore quindi svolge una funzione anche educativa e lo fa avendo cura di evitare preferenze, impegnando ciascuno individualmente, facendo in modo che la rappresentazione sia frutto di un lavoro di gruppo. In questo caso, lo scopo dell’animazione teatrale quindi, non è quello di preparare “divi”, ne giovani attori, ma mediante un’attività ricreativa si gestisce efficacemente il tempo libero e si educa alla socializzazione
a cura dello staff di www.Animandia.it tratto da Analisi Generale dell'animazione edizioni Effegi
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