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L’Anno che Verrà

Creato il 04 dicembre 2014 da Pedroelrey

Non c’è con­ve­gno, incon­tro, tavola rotonda nel quale, a rota­zione da parte dei respon­sa­bili dei prin­ci­pali gruppi edi­to­riali del nostro Paese, non venga dichia­rato che “l’informazione di qua­lità costa ed i let­tori devono pagare per averla”.

Già due anni fa De Bene­detti assi­cu­rava che Repubblica.it sarebbe pre­sto stata a paga­mento adot­tando un mete­red pay­wall sulla fal­sa­riga di quello del New York Times. Infor­ma­zione che, ad oggi, non ha tro­vato fondatezza.

Da mag­gio di quest’anno in poi si rin­cor­rono le dichia­ra­zioni di Pie­tro Scott Jovane, ammi­ni­stra­tore dele­gato di RCS Media Group, del pas­sag­gio a paga­mento dal 2015 per Corriere.it. Dichia­ra­zioni che sono spesso legate, come nel caso di quelle effet­tuate in que­sti giorni, al suc­cesso otte­nuto con l’introduzione del mete­red pay­wall per El Mundo.

Per defi­ni­zione siamo certi della buona fede di Scott Jovane ma dalle infor­ma­zioni dispo­ni­bili il grande suc­cesso del quo­ti­diano spa­gnolo non sarebbe tale e, in seguito all’ennesimo tour­bil­lon ai suoi ver­tici, dopo aver can­cel­lato l’edizione serale che era parte inte­grante dell’offerta d’abbonamento digi­tale, pare quasi certo che si pre­fe­ri­sca can­cel­lare, o quan­to­meno “con­ge­lare”, il pay­wall poi­chè i ricavi dopo un anno sono di gran lunga infe­riori alle attese.

A metà feb­braio di quest’anno La Stampa ha lan­ciato “Pre­mium”, una sorta di rever­sed pay­wall che richiede il paga­mento per noti­zie, arti­coli, sup­ple­men­tari rispetto a quelle dispo­ni­bili gra­tui­ta­mente sul sito web del gior­nale. Ope­ra­zione che, a giu­di­care dal decre­scente numero di “noti­zie blu” [quelle a paga­mento] inse­rite all’interno dell’offerta infor­ma­tiva non pare potersi defi­nire esat­ta­mente un successo.

Il “Digi­tal News Report 2014″ del Reu­ters Insti­tute for the Study of Jour­na­lism, rila­sciato, a giu­gno di quest’anno, mostra chia­ra­mente come il paga­mento delle news sia nella stra­grande mag­gio­ranza dei casi “one shot”, legata all’acquisto di un sin­golo con­te­nuto, articolo.

Come ho già avuto modo di sot­to­li­neare, l’idea di gior­nale come pac­chetto mono­li­tico è defunta e con essa i modelli di busi­ness che l’hanno carat­te­riz­zato negli ultimi 100 anni. 

Da un modello incen­trato sul pro­dotto, quello della “mitica” Ford T per rico­struirne l’emblema, si è sem­pre più pas­sati ad un approc­cio custo­mer cen­tric, con al cen­tro, appunto, il con­su­ma­tore [aka le per­sone]. Fase che, ele­van­dosi per cer­care di avere una visuale migliore, pro­ba­bil­mente l’industria dell’informazione non ha colto essendo mag­gior­mente foca­liz­zata sui ricavi dalla pubblicità.

Fin­chè non si ribal­terà com­ple­ta­mente il focus le dichia­ra­zioni di pas­sare a paga­mento reste­ranno tali così come le spe­ranze di mone­tiz­zare in maniera signi­fi­ca­tiva i con­te­nuti gior­na­li­stici se non nel caso di un’offerta estre­ma­mente spe­cia­li­stica come avviene per i grandi quo­ti­diani economico-finanziari internazionali.

In una delle sue più cele­bri can­zoni Lucio Dalla can­tava: “L’anno vec­chio è finito ormai ma qual­cosa ancora qui non va”, con­clu­dendo con: “L’anno che sta arri­vando tra un anno pas­serà io mi sto pre­pa­rando è que­sta la novità”. Appunto!

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