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L’anno del cucchiaio

Creato il 31 agosto 2012 da Calcioromantico @CalcioRomantico

L’anno del cucchiaioIl 2012, oltre a essere l’anno dell’austerità pare essere anche l’anno del cucchiaio, nel bene e nel male. Tornato in auge sontuosamente grazie a Pirlo agli Europei contro l‘Inghilterra (imitato poi da Sergio Ramos contro il Portogallo), il cucchiaio è stato fatale all’Udinese di Guidolin che ha sfiorato la qualificazione alla Champions League per il secondo anno consecutivo. Maicosuel ha però deciso di fare questa figura barbina consegnando tristemente la palla al portiere Beto. E no, non è una bravata da ragazzino perché il centrocampista offensivo brasiliano ha ben 26 anni.

Che si sappia, il primo cucchiaio risale alla finale dell’Europeo 1976, quando Antonin Panenka beffa Sepp Maier e la sua Cecoslovacchia porta a casa il titolo a spese della Germania Ovest. Perlomeno è il primo in una competizione importante e con copertura televisiva, poiché leggenda narra che Panenka praticasse da anni questa tecnica, scommettendo con i compagni cioccolato e sigarette al termine degli allenamenti. Per quanto riguarda il calcio italiano, a parte qualche exploit di Völler con la Roma [1], a sdoganare il cucchiaio è ovviamente Francesco Totti, che peraltro pare lo abbia imparato proprio dal baffuto attaccante tedesco che lo ha preceduto in giallorosso. Amsterdam, semifinale dei Campionati Europei del 2000 contro i padroni di casa olandesi: gli oranje sbagliano lo sbagliabile (e/o Toldo para il parabile) e l’Italia, in dieci per l’espulsione di Zambrotta, riesce a barricarsi arrivando ai rigori. Segnano Pessotto e Di Biagio, dall’altra parte

L’anno del cucchiaio
invece sbagliano Frank De Boer e Stam. Tocca a Totti, che prima di andare sul dischetto si rivolge ai compagni pronunciando la famosa frase “mo je faccio er cucchiaio”. Pittoresco e un po’ naif a parole – ma spietato dagli undici metri – il pupone sorprende il gigante Van der Sar e porta la nazionale di Dino Zoff in finale.

Dopo questo episodio il capitano della Roma ci prende gusto e ripropone più volte il cucchiaio, che però non sempre gli riesce. Basti ricordare Roma-Lecce del 2004/05, quando Sicignano rimane fermo e blocca facilmente la palla (sotto gli occhi proprio di Völler che in quella stagione allenava i giallorossi). Il pupone, stizzito, prova anche a dare una spintarella al portiere leccese e si rifiuta di dargli la maglia a fine partita come aveva promesso.
Qualche anno prima, nel dicembre del 2000, sull’altra sponda del Tevere è Simone Inzaghi a provare a imitare il capitano giallorosso, con pessimi risultati: l’attaccante della Lazio si presenta sul dischetto e opta per il cucchiaio, ma Taibi (all’epoca alla Reggina) abbranca facilmente il pallone. Simone Inzaghi viene schernito dallo stesso Taibi e mandato platealmente a quel paese dal suo allenatore, Roberto Mancini.

Magari anche Maicosuel contro il Braga avrà pensato una cosa simile a “mo je faccio er cucchiaio” ma non si è sognato di comunicarlo a capitan Di Natale, cosa che avrebbe forse salvato l’Udinese da una (meritata) eliminazione.

daniele

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[1] Ricordiamo un cucchiaio nel ritorno degli ottavi di coppa UEFA 1990/91, Bordeaux-Roma 0-2, e uno nel derby Lazio-Roma 1-1 sempre del 1991.



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