Magazine Tecnologia

L'annoso problema della spazzatura - Recensione - 3DS

Creato il 21 febbraio 2014 da Intrattenimento

Uscito oltre un anno fa in America, approda anche da noi il primo gioco dedicato alla serie animata di Cartoon Network

Per chi non la conoscesse, Adventure Time è una serie animata in onda sul Cartoon Network a stelle e strisce dal 2010, e sbarcata poco meno di un anno dopo anche sul corrispettivo italiano.

L'annoso problema della spazzatura
Narra le avventure di Finn l'avventuriero, un ragazzino di dodici anni dotato di grande vitalità e spiccato senso morale, e di Jake il cane, il suo migliore amico, che ha la capacità di modificare il proprio corpo trasformandosi, rimpicciolendosi e ingrandendosi all'occorrenza. Insieme, i due vivono in ogni puntata delle eroiche avventure "cappa e spada" nella terra di Ooo, un mondo che a quanto è possibile intuire da alcuni indizi sparsi qua e là dovrebbe essere la Terra un migliaio di anni dopo un olocausto nucleare, popolato da improbabili personaggi quali la principessa Gommarosa e il Re Ghiaccio, il cattivo della situazione. La serie ha ottenuto un po' in tutti i Paesi dove è trasmessa un grande successo non solo presso il pubblico preadolescenziale al quale sarebbe tendenzialmente rivolta, ma anche presso fasce d'età inferiori e superiori, per via del suo stile grafico originale, dell'umorismo a volte esilarante, a volte sottile, e, aggiungiamo noi per arrivare all'argomento che ci sta a cuore, per l'ispirazione chiaramente identificabile nei giochi di ruolo cartacei e nei videogiochi. Il passaggio alle console era quindi assolutamente naturale: Hey Ice King! Why'd You Steal Our Garbage?!!, pubblicato negli USA a fine 2012 sia su Nintendo DS sia su Nintendo 3DS è in realtà il primo dei due giochi dedicati alla serie, sebbene arrivi in Europa dopo Adventure Time: Esplora i sotterranei perché... MA CHE NE SO!, che era invece pensato per le console da casa, e che non ha riscosso un grande apprezzamento presso la critica.

Hey Ganondorf!

Basta guardare un solo episodio della serie per rendersi conto che l'autore, Pendleton Ward, è cresciuto a pane e videogiochi anni '80/90, come tra l'altro ha affermato egli stesso più volte.

L'annoso problema della spazzatura
Non è un caso quindi che il riferimento ludico più diretto di Hey Ice King! Why'd You Steal Our Garbage?!! sia il videogame più rappresentativo del genere fantasy, The Legend of Zelda, ed in particolare il secondo episodio su NES, The Adventure of Link. Esattamente come nel controverso parto di Miyamoto, il titolo di WayForward presenta due gameplay diversi, esplorativo con visuale dall'alto mentre ci si muove per la terra di Ooo che poi diventa un classico action/platform a scorrimento laterale ogni volta che si entra in un dungeon, una città, o comunque in un punto d'interesse della mappa di gioco. E, sempre come in Zelda II, il mondo di gioco o almeno una sua parte è liberamente esplorabile sin dall'inizio, salvo poi trovarsi di fronte ad ostacoli o porte chiuse che vanno superate necessariamente acquisendo una nuova abilità o un nuovo oggetto. Anche se i vari "livelli" sono teoricamente affrontabili in qualsiasi sequenza, però, in realtà esistono degli eventi propedeutici ad altri, e solo individuando la successione giusta si può effettivamente procedere; nel perfetto spirito degli adventure di qualche anno fa questa struttura "finta non-lineare" può essere compresa solo dopo aver raccolto qualche informazione dai personaggi non giocanti, spesso sotto forma di storielle ed enigmi intrisi di umorismo, mentre non esistono tutorial o assistenti alla Navi che vi guidino. Il ritorno ad una formula del passato e francamente molto più stimolante (sebbene non è che si arrivi mai a punte estreme di complessità) dei guidatissimi omologhi odierni non può che farci piacere, ma buone notizie arrivano anche dal fronte delle fasi action. Finn, con Jake nello zaino alla Banjo-Kazooie, si muove agile per livelli mai troppo lunghi (ciò che mitiga il fatto di doverli ripetere più volte per via del backtracking sempre presente) e che non saranno capolavori di level design ma che non presentano neanche particolari mancanze.
L'annoso problema della spazzatura
I tanti buffi e strani nemici presenti possono essere affrontati da Finn a mani nude o, da un certo punto in poi, con la sua spada, nonché grazie ad un'abilità di Jake utile per le distanze maggiori e, infine, con l'ausilio di vari oggetti. Qui però iniziano le dolenti note: l'inventario è infatti affidato a BMO, la console per videogiochi con cui i due si dilettano nel tempo libero (molto rassomigliante ad un vecchio Game Boy per ribadire ancora il legame dell'universo di Adventure Time col mondo videoludico) che, gestita sullo schermo inferiore, permette anche di visualizzare la mappa, le opzioni e le statistiche (opportunamente migliorabili in determinati punti del viaggio come in un RPG). Ebbene, gli oggetti ottenibili sono numerosi e abbondanti, si va dai classici cibi che restituiscono energia, ai condimenti che, applicati agli stessi, donano una maggiore forza ricostituente (o minore, visto che la marmellata sull'hamburger fino a prova contraria non è mai piaciuta a nessuno) sino ai power-up che concedono per un periodo di tempo limitato capacità superiori alla norma. Tutto questo però va gestito col pennino, con l'inventario molto ampio suddiviso in caselle decisamente piccole: si trascina un oggetto sull'altro per combinarli, si clicca due volte per usarlo e così via. Un meccanismo abbastanza macchinoso che inevitabilmente spezza il ritmo veloce e fresco dell'azione; non sopperisce l'altro controllo possibile, coi tasti dorsali, che magari non costringe a prendere il pennino ogni due per tre ma si rivela egualmente poco agile.

Non è un Ooo per vecchi

Dicevamo delle caratteristiche del cartone: avventura, fiaba, umorismo, stile grafico. Tutto questo è ripreso perfettamente nel gioco, scritto con la collaborazione dell'autore. Vi basti pensare che la premessa del tutto, ravvisabile anche nel lungo titolo, è il Re Ghiaccio che una bella mattina si presenta sotto casa di Finn e Jake e gli porta via la spazzatura. Potrebbe sembrare una gentilezza, e come tale la fa passare il freddo nemico, purtroppo però per le successive raccolte i contenitori sono indispensabili ai nostri, che così si lanciano all'inseguimento del Re. Di lì in poi sarà tutto un incontrare improbabili personaggi, umani e non, alcuni presi dalla serie e altri creati ad hoc, e risolvere tutta una serie di problemi che vanno dal demenziale al nonsense puro, con conseguente gran quantità di risate. Anche la grafica, totalmente in 2D, riprende tutti gli asset della serie televisiva: lo stile magari non piacerà a tutti, ma è indubbia la qualità da questo punto di vista, con una buona profusione di colori e ambientazioni varie e ricche, una certa pulizia e soprattutto animazioni molto numerose, fluide e divertenti. Forse ancora migliore è la colonna sonora, dall'intro interamente cantata (che non mancherà di stamparvisi nel cervello) alle musiche di qualità e come composizione e come tecnica, sebbene non ci si sprechi troppo col parlato.

L'annoso problema della spazzatura
E allora perché solo la sufficienza? Che Hey Ice King! Why'd You Steal Our Garbage?!! sia un gioco che, tra tutte le fasce d'età a cui è dedicato il cartone, scelga la più bassa, è un dato di fatto: il titolo certo vorrebbe anche far presa su chi ha giocato agli adventure degli scorsi decenni, ma la sua complessità non elevata, la curva di difficoltà tarata bene ma che va solo dal facile all'"un po' meno facile" e la durata che non supera le cinque-sei ore sono tutte caratteristiche rivolte a catturare un pubblico diciamo da scuola elementare o poco più. Una sorta di "my first adventure", insomma, e non è che questo sia un male in sé, anzi. Ma due fatti collaterali a questa scelta vanno per forza fatti notare e non possono essere trattati con indulgenza. Il primo riguarda per la verità non il gioco in sé ma la presa che può avere qui da noi: Hey Ice King! Why'd You Steal Our Garbage?!! è infatti rimasto totalmente in inglese. E non è un inglese pulito, lineare, scolastico, che già da noi alcuni universitari hanno problemi a capire, figuriamoci i bambini. È un inglese al contrario molto giovanile, ricco di slang, di neologismi, di errori grammaticali, anche questo nel rispetto del cartone animato, ed è oltretutto necessario per andare avanti correttamente visto che, come dicevamo, capire l'esatto percorso da compiere tra esplorabilità libera e backtracking è possibile solo leggendo, e a volte interpretando, le parole dei personaggi. L'altro punto (molto) debole è, meramente, il prezzo. Una durata così breve può essere una scelta a volte anche giusta, una bassa o nulla spinta alla rigiocabilità è un difetto di tutti i rappresentanti del genere, ma Adventure Time, uscito da noi solo su eShop (in America c'è anche la versione scatolata), costa la bellezza di 40 Euro. Esistono su 3DS, che siano digitali o retail, dozzine e dozzine di titoli molto più ricchi di contenuti e che richiedono solo una piccola frazione del costo del nuovo WayForward: perché, ci chiediamo, portare un gioco, peraltro molto breve, da noi con così grande ritardo, scegliere la via dell'eShop per limitare i costi e i rischi e poi proporlo al prezzo delle più grosse produzioni per la console?

Pro

  • Grande aderenza allo spirito della serie
  • Struttura da adventure dei bei tempi andati
  • Azione di gioco veloce, agile e fresca

Contro

  • Gestione dell'inventario problematica
  • Tutto in un inglese molto sui generis
  • Prezzo francamente quasi improponibile

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :