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L’antiesorcista, di Paolo Grugni

Creato il 21 luglio 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

NOVECENTO_-_Calibro9_-_011_LantiesorcistaTitolo: L’antiesorcista
Autore: Paolo Grugni
Editore: Novecento Editore
Anno: 2015
Genere: Thriller
Pagine: 224
Formato: Cartaceo

Trama
Chi è Josh Maine? Un serial killer ossessionato dai prelati? Un angelo sterminatore? L’anticristo in persona? O, forse, semplicemente un uomo alla ricerca della sua vendetta, consapevole di una verità così assurda, da non poter nemmeno essere sussurrata tra le ombre di un confessionale? Contro Maine si erge un misterioso, onnipotente uffizio della Chiesa cattolica demandato alla missione estrema: la lotta contro il demonio. Una Roma livida, inquietante, oscurantista fa da sfondo alla mattanza. Mentre il massacro si perpetua, Maine inizia una discesa nei meandri di una cospirazione che scavalca ogni parametro della fede, allargandosi a un progetto di dominio globale delle coscienze che va ben oltre il demoniaco.

Giudizio
Come si può intuire dal titolo, questo libro non è consigliato a chi è facilmente sensibile ad argomenti inerenti alla religione, perché “l’antiesorcista” non è un titolo buttato lì per incrementare il numero di vendite dei lettori curiosi che seguono la scia di varie pellicole horror con nomi che in qualche modo potrebbero sembrare simili, né ha la pretesa d’esserlo.
L’antiesorcista è, prima di tutto, la finestra su quella parte della religione della quale tutti hanno sentito parlare ma che è più comodo ignorare. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Ambientato in un’Italia contemporanea, il libro riesce a offrire molti spunti di riflessione su tematiche non solo di natura religiosa: si tocca la politica e del modo in cui essa si sia lasciata, negli anni, influenzare dalla presenza del Vaticano; si parla di sesso e di un mondo dello spettacolo sempre più disinibito, di truffe e personaggi ambigui dai nomi camuffati che sono sin troppo simili a quelli che preferiremmo dimenticare. E, ovviamente, si parla di Chiesa.
Sebbene alcune tesi possono sembrare eccessivamente anticlericali, più per una presa di posizione che per la loro precisione, ad altri di questi aspetti il lettore deve prestare particolare attenzione: la pratica (ancora purtroppo comune) di affidarsi a finti santoni, che millantano capacità curative inesistenti a discapito di persone disperate, e la convinzione che tutto avvenga solo ed esclusivamente per una volontà superiore, il che spinge la gente a rifiutare cure specialistiche in favore di pratiche di natura più spirituale.
Dalla prima all’ultima pagina, il lettore vive gli avvenimenti attraverso la visione disillusa di Josh Maine, un ex uomo di fede che ormai riesce a vedere solo il lato peggiore della chiesa. L’unico, dal suo punto di vista, che trova l’apice della sua perversione nella pratica degli esorcismi su uomini e donne facilmente suggestionabili.
Se da un lato i toni aspri trovano la loro giustificazione nella visione di Maine, forse diventano eccessivi e quasi grotteschi quando ci si concentra sul punto di vista della Rinascita. Ma si tratta della scelta dell’autore, non toglie alcun valore al resto dell’opera.
I capitoli sono brevi (è improbabile che superino le dieci pagine) e sono ben collocati nel tempo e nello spazio. Lo stile della scrittura è scorrevole, grezzo al punto giusto da non rendere il tutto artefatto – il che è sempre poco sgradevole.
La trama è davvero intrigante, non si tratta solo delle vicende del personaggio A e della sua vendetta da compiere contro B, C e D, quanto invece di un viaggio tra i timori e le convinzioni di Maine e degli uomini devoti alla Causa.
In definitiva, L’Antiesorcista è un libro che può essere letto tutto d’un fiato (grazie anche alle sue dimensioni) ma non troppo leggermente. Assolutamente sconsigliato, come ho già detto, a persone troppo legate alla questione religiosa.

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Sull’autore
Paolo Grugni (Milano, 1962). Oltre a L’Antiesorcista ha pubblicato altri sei romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondoserpente (Alacran, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012) e La geografia delle piogge (Laurana, 2013).

Christine Amberpit



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