
nella foto Adelmo Cervi lascia il corteo. Giancarlo Roseghini (Rifondazione) come altri ha preso le distanze dai soliti black block.
La polizia ha il compito di garantire la sicurezza: non lo fa certo in totale autonomia, infatti dipende dal ministero degli Interni. Troppi si sostituiscono ai giudici e alla polizia, che non è un organo politico da talk show: svolge una funzione professionale, tecnica. Il corteo antifascista era composito e variegato: tutti però erano d'accordo infatti hanno sfilato insieme. Qualcuno è stato allontanato? Ovviamente no, perché non c'era un servizio d'ordine interno finalizzato a quello scopo. Si parla di un movimento non organizzato e senza rappresentanza elettorale, senza ricerca del consenso: i centri sociali organizzano forme di lotta, non fanno opinione e non fanno amministrazione. Il problema è che qualcuno ha picchiato reagendo a un'aggressione, in attesa che la magistratura chiarisca tutto? Solo la magistratura ha la possibilità di comprendere e spiegare valutando tutte le informazioni disponibili. Dunque se nel corteo c'erano gruppi violenti sarebbe stato un problema se il corteo antifascista fosse stato pacifico, perché avrebbe legittimato chi ha reagito in modo violento all'aggressione dei "fascisti" (lo parole giuste le userà il giudice se ci sarà una sentenza). E allora a che servono i distinguo? La politica deve sempre trovarsi a manifestare con qualcuno con cui deve poi prendere le distanze? I cori lo scandivano palesemente: "Siamo tutti antifascisti", "fascisti al cimitero" e così via. Questa si sapeva prima. Il corteo è stato organizzato per mandar via i "fascisti" da Cremona, i "fascisti" di oggi. Perché mai essere costretti a prendere posizione sui "fascisti" di oggi e perché mai doversi poi differenziare da chi fa danni? Non ho mai partecipato a questi cortei proprio per questo. Il fascismo è violento, l'antifascismo che reagisce è violento. La democrazia, esercitata dalle istituzioni che devono garantire la partecipazione ai cittadini, è un'altra cosa ed è iniziata nel dopoguerra.
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