D’un balzo non s’è mossa l’apatia
pur facendone sette,
sette passi, otto passi: apatia,
vien giù come la febbre.
Vorrebbe ingannarmi: apatia.
Ma io sono più forte.
Potrei riscaldarmi: apatia,
se fossi più grande.
Il concetto non è aspettare fuori dal bar
senza comprare il biglietto del Superenalotto,
è invece entrarci, sapendo che non lo comprerai.
Gli amici di una volta dovrebbero restare
ma neanche loro hanno qualcosa da dire
in mia difesa.
Solo una specie di apatia.
L’Apatia resta in me, senza me,
fidata e distratta.
Non le daresti due lire a vederla nuda,
ma di solito è tutta ingioiellata.
L’adoperiamo per fingere che non c’importi,
o che siamo più grandi,
invincibili, illesi.
L’apatia non è il mio male peggiore,
tra i tanti mali che pesi.
Ornella Spagnulo