Comincia dunque un viaggio che non è soltanto materiale. Attraverso il taglio particolare delle inquadrature, l’uso esasperato della nebbia, i giochi di luce e la presenza di colori innaturali, Coppola induce nello spettatore la sensazione che si tratti invece anche di un viaggio mentale: una discesa negli inferi della propria coscienza, su su oltre il fiume della ragione, nella giungla fitta e buia della mente umana. L’impressione è confermata anche dal fatto che, man mano che ci inoltriamo nel regno di Kurtz, ci sembra di percorrere il tempo a ritroso, e tornare indietro di milioni di anni. L’uomo civilizzato laggiù non esiste: lì troviamo l’uomo prima del progresso, nello stadio più vicino alla natura. Riti tribali, usanze arcaiche, modi di vita primitivi. La stessa morte di Kurtz avverrà durante una cerimonia sacrificale, e ne assumerà tutto il valore rituale. Il colonnello, infatti, sa che è giunta la sua ora. Quando Willard, dopo averlo trovato, gli spiega le sue intenzioni, non ha nulla da rispondergli. La sua colpa è stata semplicemente quella di avere spinto alle sue logiche ed estreme conseguenze una politica che ha già in sé la sua malattia: un imperialismo planetario mascherato con intenti umanitari e trovate propagandistiche. “Addestriamo dei ragazzi a sganciare Napalm sulla gente, ma i loro comandanti non vogliono che scrivano ‘cazzo’ sugli aerei, perché è una parola oscena”.
La scena della morte di Kurtz è tra le più belle e suggestive dell’intera pellicola. Willard lo raggiungerà nel suo tempio una sera, di nascosto, armato di machete, mentre fuori il popolo è intento a celebrare il sacrificio di un bue. Percorre un corridoio profondo, illuminato dalla luce innaturale di un braciere. La musica in sottofondo è la parte finale, in crescendo, del pezzo più noto ed oscuro dei Doors: “The end”. Il momento cruciale si avvicina. Kurtz è seduto, girato di spalle; una figura colossale, indefinibile, continuamente emergente dal’ombra; sembra quasi privo di contorni precisi. È impegnato nella registrazione di un nastro, al quale affida i suoi pensieri sulla guerra. Quando si accorge della presenza del suo assassino, questi ha già sollevato il machete. A questo punto, uno stacco improvviso ci porta di nuovo all’esterno, dove gli indigeni, con un identico gesto, calano i loro fendenti sul bue, che si accascia sanguinante. Un altro stacco, e ci troviamo nuovamente all’interno del tempio, dove è Kurtz ad essere colpito a morte. È questo un esempio di ‘montaggio analogico’, inventato dal grande regista russo Sergej Eisenstein, amatissimo da Coppola. Secondo questa tecnica, durante la fase di montaggio vengono accostante alcune immagini apparentemente incongrue, ma che in realtà rivelano a uno sguardo più attento una qualche affinità illuminante. Si tratta, quindi, di una vera e propria metafora cinematografica. La morte di Kurtz, in questo modo, ci appare come la fine del 'capro espiatorio'. Prima di morire, il colonnello pronuncerà le fatidiche parole: “L’orrore! L’orrore!”. Com’è noto, il film è liberamente ispirato a un romanzo di Conrad, 'Cuore di tenebra'. Il libro è ambientato nell’Africa di fine Ottocento, sottoposta alle razzie coloniali del vecchio continente. Da lì al Vietnam, tuttavia, il salto è stato breve. Esiste infatti un identico seme, da cui nascono violenza e sopraffazione. Questo seme è insito nella mente dell’uomo e, certamente, nella sua natura. A questo seme hanno attinto da sempre i conquistatori di ogni tempo; una volta era l’Europa, ora gli Stati Uniti. Il suo nome non è conosciuto. Chi l’ha visto, però, chi ha scavato fino in fondo, come il Kurtz di Coppola o di Conrad, l’ha chiamato, appunto, "orrore".Magazine Cultura
Possono interessarti anche questi articoli :
-
HOME VIDEO: DUEL di STEVEN SPIELBERG
Duel di Steven Spielberg con Dennis Weaver, Usa, 1971 genere, thriller, road movie durata, 90' Ed. Universal Ci sono film che non hanno bisogno di... Leggere il seguito
Da Veripaccheri
CINEMA, CULTURA -
We are still here, di Ted Geoghegan (2015)
In una zona isolata del New England, durante un inverno che copre di neve tutto quanto, una misteriosa casa cela segreti incofessati, e soprattutto, ogni... Leggere il seguito
Da Psichetechne
CULTURA -
A me la tua mente: il progetto mk ultra (prima parte)
Un piccolo documentario, anzi meglio una denuncia sulla manipolazione mentale made in Italy. Preparai questi video tempo addietro e poi li lasciai decantare... Leggere il seguito
Da Marta Saponaro
CULTURA, DIARIO PERSONALE, PARI OPPORTUNITÀ, PER LEI -
Sold out all’Arena di Verona la prima tappa italiana dei londinesi Mumford & Son...
“Love was kind, for a time/ Now just aches and it makes me blind/ This mirrors holds, my eyes too bright/ That I can’t see the others in my life/ We too young,... Leggere il seguito
Da Alessiamocci
CULTURA -
Top Ten Tuesday: Top Ten Books I've Read So Far In 2015
Top Ten Tuesday Top Ten Books I've Read So Far In 2015 Dopo una settimana di assenza, colpa connessione assente, ritorna Top Ten Tuesday con una bella... Leggere il seguito
Da Susi
CULTURA, LIBRI -
Recensione: Ti prego perdonami di Melissa Hill
"Ho nostalgia del tuo sorriso, della tua risata, del profumo della tua pelle, e mi fa impazzire non poterti stringere e dirti che ti amo. Leggere il seguito
Da Roryone
CULTURA, LIBRI