Frank Schätzing ha studiato e ci tiene a farcelo sapere. Il suo eco-thriller catastrofista Il quinto giorno è infarcito di informazioni scientifiche dettagliate, che spaziano dal comportamento delle balene alla struttura degli idrati di metano subacquei, dall'ingegneria delle torri di trivellazione al funzionamento dei satelliti. Questo perché il buon Frank sceglie di far crescere la tensione dell'imminente minaccia attraverso i tanti segnali anomali che scienziati da diverse parti del mondo rilevano. C'è poco di hollywoodiano in questa scelta, perché laddove sarebbe bastato dire "ehi, balene, orche e caravelle portoghesi attaccano l'uomo, mentre strani vermi fanno strane cose sui fondali", Frank sceglie di evitare climax facili ma spesso grezzi e irreali, preferendo raccontare il lento ma costante accumularsi dei dati, con gente che si emoziona per un'analisi di laboratorio o per una simulazione al computer.Problema Numero Uno: ogni tanto gli scappa la mano e il flusso di informazioni diventa una slavina di info-dumping, della quale a volte si farebbe anche a meno. Ciò non impedisce al libro di catturare l'attenzione, di costruire un crescendo di tensione avvincente intorno a dei protagonisti solidi e credibili, con la loro onesta dose di conflitti interiori e rapporti umani da gestire. E se durante la lettura buona parte dei comprimari si confonderanno in un grumo nebbioso di nomi e competenze, poco importa, andate avanti, che drammi ed emozioni sono assicurati. Ecco infatti che dall'emergenza si arriva alla reazione, molte strade finalmente si incontrano e si comincia a comprendere la sconvolgente verità, dopodiché si procede inesorabilmente verso la soluzione del conflitto.E si incappa nel Problema Numero Due.Infatti, dopo aver resistito per ottocento pagine, Frank alla fine cede e Hollywood irrompe di peso nella storia. Intendiamoci, non che ciò sia un male a prescindere, ma dopo aver sviluppato un dramma planetario costruito su un'impalcatura complessa e sofisticata, risolvere il tutto a colpi di azione e stereotipi non è proprio il massimo. C'è quello che deve redimersi, quello che "amico, non ti lascio qui", i brutti militari americani, quello che crepa pensando alla sua casa sul lago e via dicendo. E poi gli inconvenienti all'ultimo secondo - dal motore che non parte al passaggio che si blocca -, sacrifico ed eroismo, buoni e cattivi. Una brusca virata che costringe a semplificare le soluzioni e, dopo tutto 'sto casino, era lecito aspettarsi un escamotage un po' meno banale per salvare il mondo. Ciò non toglie che Il quinto giorno sia un librone ben fatto, scritto con uno stile forse un po' anonimo ma funzionale e scorrevole, con buoni dialoghi e buoni personaggi, e parecchio ben documentato. Pure troppo.
Magazine Cultura
Frank Schätzing ha studiato e ci tiene a farcelo sapere. Il suo eco-thriller catastrofista Il quinto giorno è infarcito di informazioni scientifiche dettagliate, che spaziano dal comportamento delle balene alla struttura degli idrati di metano subacquei, dall'ingegneria delle torri di trivellazione al funzionamento dei satelliti. Questo perché il buon Frank sceglie di far crescere la tensione dell'imminente minaccia attraverso i tanti segnali anomali che scienziati da diverse parti del mondo rilevano. C'è poco di hollywoodiano in questa scelta, perché laddove sarebbe bastato dire "ehi, balene, orche e caravelle portoghesi attaccano l'uomo, mentre strani vermi fanno strane cose sui fondali", Frank sceglie di evitare climax facili ma spesso grezzi e irreali, preferendo raccontare il lento ma costante accumularsi dei dati, con gente che si emoziona per un'analisi di laboratorio o per una simulazione al computer.Problema Numero Uno: ogni tanto gli scappa la mano e il flusso di informazioni diventa una slavina di info-dumping, della quale a volte si farebbe anche a meno. Ciò non impedisce al libro di catturare l'attenzione, di costruire un crescendo di tensione avvincente intorno a dei protagonisti solidi e credibili, con la loro onesta dose di conflitti interiori e rapporti umani da gestire. E se durante la lettura buona parte dei comprimari si confonderanno in un grumo nebbioso di nomi e competenze, poco importa, andate avanti, che drammi ed emozioni sono assicurati. Ecco infatti che dall'emergenza si arriva alla reazione, molte strade finalmente si incontrano e si comincia a comprendere la sconvolgente verità, dopodiché si procede inesorabilmente verso la soluzione del conflitto.E si incappa nel Problema Numero Due.Infatti, dopo aver resistito per ottocento pagine, Frank alla fine cede e Hollywood irrompe di peso nella storia. Intendiamoci, non che ciò sia un male a prescindere, ma dopo aver sviluppato un dramma planetario costruito su un'impalcatura complessa e sofisticata, risolvere il tutto a colpi di azione e stereotipi non è proprio il massimo. C'è quello che deve redimersi, quello che "amico, non ti lascio qui", i brutti militari americani, quello che crepa pensando alla sua casa sul lago e via dicendo. E poi gli inconvenienti all'ultimo secondo - dal motore che non parte al passaggio che si blocca -, sacrifico ed eroismo, buoni e cattivi. Una brusca virata che costringe a semplificare le soluzioni e, dopo tutto 'sto casino, era lecito aspettarsi un escamotage un po' meno banale per salvare il mondo. Ciò non toglie che Il quinto giorno sia un librone ben fatto, scritto con uno stile forse un po' anonimo ma funzionale e scorrevole, con buoni dialoghi e buoni personaggi, e parecchio ben documentato. Pure troppo.
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