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L’applicazione BeerHunt, il «FourSquare» delle birre

Creato il 24 aprile 2013 da Valericcione @valericcione

L’applicazione permette il «check-in» di quello che beviamo. Il punteggio sale in base alla rarità.

Vai in un pub, bevi una birra e guadagni sconti. Ora anche il nettare di malto ha il suo Foursquare, si chiama Beer Hunt ed è un’app per iOS nata da Michael Birch, ex enfant prodige della Rete e fondatore del social network Bebo.

OGNUNA UN PUNTEGGIO – Semplice nelle funzioni e curato nella grafica, l’applicazione permette di fare il check-in inserendo le birre bevute, ognuna con un diverso punteggio in base alla rarità e qualità. All’apertura ci troviamo subito di fronte a 15 sottobicchieri che rappresentano altrettante birre. Si va dalla Heineken alla Miller Genuine Draft fino alle più rare birre artigianali come la Pliny the Helder di Russian River, La fin du monde di Unibroue o la Leffe Blond.

PRIMA LA PLINY – Delle 15 proposte all’inizio quella che vale di più è proprio la Pliny the Helder (Plinio il Vecchio), un autentico capolavoro liquido che vale ben 61 punti. Come viene spiegato nella scheda che la accompagna, dieci punti vengono dallo stile (Indian Pale Ale o IPA), cinque perché è un’imperial IPA, dieci perché è la prima birra californiana bevuta e sei di bonus perché è molto alcoolica ovvero oltre gli otto gradi. Così però il totale non fa 61. I trenta punti che rimangono li otteniamo con un bonus speciale, chiamato Naturalis Historia, uno scherzo che si rifà al titolo del noto trattato di Plinio il Vecchio a cui la birra deve il nome.

ANCHE LE ITALIANE – Se, come dicevamo, con questo capolavoro voliamo a 61 punti, un’Heineken ci fa guadagnare solo 17 punti, di cui 12 dovuti al fatto di essere la prima birra olandese bevuta e 5 perché è una lager. Scartabellando troviamo anche le italiane Peroni (27 punti) e La Rossa di Moretti (22). Va tenuto conto però che il sistema di punteggio è americano, per cui le birre europee valgono di più perché viste come esotiche e quindi più rare.

TEMPO DI CONDIVISIONE – Di pinta in pinta, tutto il liquido ingerito viene riportato in un grafico, il Drink-O-Graphic, che illustra il nostro punteggio totale, la distribuzione geografica delle birre bevute e, per i veri patiti, conta il tempo passato dall’ultima birra con un cronometro preciso al secondo. L’immagine viene aggiornata dopo ogni bevuta e ovviamente può essere condivisa con gli amici tramite Twitter o email.

SCONTI PER TUTTI – Appena nata Beer Hunt ha già vinto il premio americano DEMO Mobile 2013 e promette interessanti sviluppi. Nel prossimo futuro infatti sarà inserita infatti la possibilità di ottenere sconti presso pub, beer shop o birrifici, proprio come Foursquare, premiando i clienti fedeli o chi sperimenta di più. Al contrario non si hanno notizie di una versione per Android ma è presumibile che non si dovrà aspettare poi tanto.

PIÙ ARTIGIANALI – Il bello però è che al di là del gioco, quest’app è un altra conferma che la birra artigianale è molto più di una moda. È una nuova consapevolezza del bere che ha investito tutto l’Occidente ed è passata in Italia come un turbine portandoci in poco meno di vent’anni ai vertici mondiali per qualità e originalità. I punteggi che privilegiano le artigianali rispetto alle industriali hanno lo scopo dichiarato di far scoprire agli utenti sempre nuove etichette orientando la scelta soprattutto verso i microbirrifici. Per noi italiani questa è una vera e propria sfida: tra le 5mila birre già caricate nell’app infatti le nostre artigianali sono del tutto assenti. È quindi ora di rimboccarsi le maniche e inserirle. Unico avvertimento: sono più di 2.800.


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