Allora anche le piccole cose diventavano importanti se fatte per bene e magari con le persone alle quali volevi bene; oggi qualsiasi cosa fai o vorresti fare ti devi sempre misurare con il pettegolezzo, la critica che di certo non risparmiano nessuno. In questa spasmodica ricerca di noi stessi è il ricordo di quel tempo che spesso ci vuole in prima fila per cercare di riproporre tematiche antiche insieme a gestualità nuove. Quanti di voi per esempio si ricordano di quando puntualmente si andava a prendere il latte fresco? Ricordo con piacere questo rito ripetuto per anni tanto da ritenerlo indispensabile ed invece d'un colpo scomparso. L'orario era sempre lo stesso, le sette di sera, e con l'immancabile contenitore ci si recava da "Rosina" che con gesti sempre uguali a se stessi distribuiva il latte. Per noi che allora eravamo dei bambini accompagnare chi andava a prendere il latte era motivo di gioia: io spesso ci andavo con mia zia e attendevo quel momento per quasi tutta la giornata. Era un modo persino per evadere: non potevamo uscire dopo una certa ora e quindi andare da Rosina significava allungare le nostre uscite e incontrarci ancora con i nostri amici anche loro ricorrenti alla medesima strategia. Quell'uscita serale era un modo anche per gli adulti di scambiare ancora qualche chiacchera con chi si incontrava per strada. Una volta entrati nel piccolo negozio si attendeva in fila il proprio turno: gli adulti continuando a chiaccherare, noi giovani fuori invece per non sprecare nemmeno un minuto. Si giocava a nascondino, ad acchiapparella e non di rado si improvvisa un "manna e sotto". Poi si rientrava a casa in attesa del giorno successivo e di quel rito che forse oggi tanti non comprendono, ma che molti ricordano come un momento caratteristico di quel tempo.
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