Il 23 settembre 1910 un monoplano Blériot XI, spinto da un motore rotativo a pistoni da 50 CV si schiantò al suolo nei pressi di Domodossola. Da dove veniva e cosa faceva sopra la città ossolana?
Il giovane aviatore (e unico passeggero) alla guida del mezzo si chiamava Jorge Antonio Chávez Dartnell, ma era noto come Geo Chávez. Era nato a Parigi ventitré anni prima da facoltosi genitori peruviani emigrati in Francia a causa della Guerra del Pacifico (1879-1884) persa dal Perù contro il Cile.
Laureato in ingegneria, Chávez aveva scoperto la passione per il volo, che andava proprio in quegli anni muovendo i suoi primi passi pionieristici. Preso il brevetto nel febbraio del 1910, Chávez aveva partecipato a varie competizioni europee, stabilendo il record di volo in altezza, raggiungendo la strabiliante (per l’epoca) quota di 2652 m s.l.m.
Nel settembre dello stesso anno partì per Briga, in Svizzera, con l’obiettivo di essere il primo trasvolatore delle Alpi. Un primo tentativo effettuato da Chávez il 19 settembre fallì per colpa delle avverse condizioni metereologiche. Il 23 le condizioni migliorarono e l’aviatore poté superare i 2200 metri di quota del Sempione, ma il monoplano Blériot XI, della stessa serie di quello con cui Louis Blériot aveva attraversato per primo la Manica l’anno precedente, incontrò fortissime turbolenze sopra i ghiacciai del Fletschhorn e le rocce del Pizzo d'Albione.
Giunto a Domodossola, ormai in fase di atterraggio, la rottura di un’ala fece precipitare a terra l’apparecchio da venti metri d’altezza. Il pilota, gravemente ferito, fu portato all’ospedale della città, ma morì quattro giorni dopo sussurrando all’amico Juan Bielovucic Cavalié “In alto… Sempre più in alto…”
In questi giorni si succedono le manifestazioni per ricordare l’eroico e sfortunato Geo Chávez, il primo trasvolatore delle Alpi. C’è anche un sito dove potete trovare altre informazioni http://www.ilvolodichavez.com/