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“L’Aquila non è Gomorra”

Creato il 29 gennaio 2015 da Motasemper

Onna, uno dei paesi piu' colpiti del terremoto del 6 aprile 2009«È bene vigilare e prevenire qualsiasi tipo di infiltrazione criminale nella ricostruzione post-sisma. Ma non ci sto a considerare questa città come luogo di corruzione e del malaffare». Per l’assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, alle considerazioni espresse dal presidente della Corte d’Appello dell’Aquila Stefano Schirò, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario, va dato il giusto peso. Il magistrato ha fatto riferimento ad alcune recenti vicende giudiziarie per puntare l’accento sull’interesse delle mafie negli appalti pubblici per gli interventi post-terremoto. Tra gli esempi portati all’attenzione della platea, i procedimenti aperti che metterebbero in luce collusioni di imprese aquilane con ’ndrangheta e camorra.

«Si tratta di casi ampiamente discussi in questi anni», dice Di Stefano. «Ed è innegabile che i fondi per la ricostruzione possano far gola a tanti. Ma questo si sapeva sin dall’inizio. La nostra amministrazione, sindaco in testa, ha cercato il confronto e la collaborazione di tutte le forze in campo per prevenire infiltrazioni. Così», aggiunge Di Stefano, «abbiamo collaborato con tutte le forze dell’ordine, in sinergia con Procura e prefettura, al fine di individuare e isolare fenomeni di questo tipo. In questi anni ne abbiamo sentite tante. All’inizio tutti parlavano del pericolo di infiltrazioni, dai puntellamenti al Progetto Case e via dicendo. Poi qualcuno ha iniziato persino a dire che, con l’incertezza sulle risorse a sostegno della ricostruzione, l’interesse delle mafie stava scemando». In ogni caso, sulla necessità di avere nuove norme che mettano al riparo la ricostruzione privata dalle infiltrazioni, puntando l’attenzione su banche dati e controlli rigorosi sui subappalti, si era espressa la scorsa estate anche l’onorevole Rosy Bindi durante la visita in città di una delegazione della Commissione parlamentare antimafia. Un tema ripreso dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso che, proprio all’inaugurazione dell’anno giudiziario, si è soffermato sul disegno di legge fermo da quando Legnini ha lasciato l’incarico di sottosegretario all’Economia. Tra le priorità indicate dal presidente della Regione, l’assunzione della qualifica di ufficiali da parte dei direttori dei lavori e degli amministratori di condominio, cosa che consentirà di poter sottoporre la loro attività a un rigoroso controllo. «Si tratta di un orientamento importante», commenta Di Stefano, «per prevenire corruzione e irregolarità».

di Fabio Iuliano – fonte il Centro



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