Magazine Architettura e Design

L’architettura del continuo di Lars Spuybroek in versione italiana

Creato il 23 marzo 2013 da Carla Fiorini

nox

Dopo “Guerra e Architettura” di Lebbeus Woods a cura di Massimiliano Ercolani, la Casa editrice Deleyva propone “L’architettura del continuo” di Lars Spuybroek tradotto da Emmanuele Jonathan Pilia.

Si tratta del secondo libro della “Libreria di TransArchitettura”.  ”L’Architettura del Continuo”, del leader dei Nox, Lars Spuybroek è incentrato sul rapporto tra corpo, esperienza e architettura.

«Non siamo forse, noi architetti, addestrati per pianificare i movimenti prima, e poi estruderla in un’immagine dopo? Non siamo forse addestrati a disegnare prima la pianta, la superficie dell’azione, e poi estruderla per creare gli alzati, le superfici della percezione? Non siamo addestrati a considerare pavimenti e mura come discontinui? Non siamo infine abituati a trattare mura, pavimenti, colonne come elementi separati tra loro? Potremmo considerare uno schema architettonico, parallelo allo schema del corpo, come qualcosa di fondamentalmente elastico, topologico e continuo?». Sono queste alcune delle domande attorno cui il leader dei NOX, Lars Spuybroek, costruisce il suo testo. Noto sin dagli anni ’90 per i suoi progetti particolarmente controversi, Lars Spuybroek ridisegna le nozioni di percezione, corpo e spazio, ripensandole all’interno delle nuove possibilità di interattività che l’architettura può oggi raggiungere. Un’architettura che viene disegnata su basi parametriche, ma non formalistiche – come troppo spesso viene frainteso -, riconciliando così, in modo sorprendente, l’architettura digitale con il gotico. In un periodo in cui l’architettura vive una profonda stagnazione teorica, “L’architettura del continuo” segna il tentativo di superare ogni forma di dualismo tra mero formalismo e freddo high-tech, senza cercare facili strade conciliatorie.

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