Magazine Talenti
sabato scorso ho partecipato a un forum sull'immigrazione organizzato dal comune della mia città; presenti i soliti noti e molti appartenenti ad associazioni e istituzioni varie, perciò credo proprio che di cani sciolti come me ce ne fossero al massimo altri due. non dico che non siano state dette tante belle cose. i problemi secondo me però sono due, ovvero che da un lato chi partecipa a queste iniziative o è un diretto interessato o una persona già sensibile al problema, dall'altro che sì, si dicono tante cose belle che restano appunto parole soltanto dette. il grosso della cittadinanza ha un atteggiamento che varia dall'aperta intolleranza alla solidarietà; questi due aspetti però sono gli estremi, e credo proprio che in mezzo ci sia soprattutto una profonda indifferenza, del genere che va tutto bene fino a che non vengono a calpestare l'erba del mio orticello, dopodichè comincio a insultare gli immigrati che sono tutti criminali eccetera. sono stati toccati diversi punti: la scuola, la mancanza di un centro di aggregazione per i giovani, il centro storico ormai frequentato solo dagli stranieri. di questo avevo detto ancora. la cosa banale è che, riguardo a questo punto, ciò che si è concluso è piuttosto che sono i cittadini autoctoni ad essere spariti per una serie di motivi: perchè vanno a fare shopping al centro commerciale, perchè possono permettersi un locale quando l'immigrato deve accontentarsi degli scalini del duomo, perchè preferiscono restare chiusi in casa per i fatti loro. un punto che è emerso (e che ha notato un italiano, ci tendo a sottolinearlo) è che manca la voglia di fare la conoscenza reciproca, e questo vale anche nei confronti dei propri simili, non solo degli stranieri. qualcun altro ha notato molto giustamente che un altro problema è la mentalità ristretta e provinciale. quasi tutte le argomentazioni che sono saltate fuori erano già passate in occasioni precedenti per il mio cervello, ma constatare di essere dotata di buon senso non è che una magra consolazione. quando il tutto è finito infatti ognuno è uscito insieme a quelli con cui era entrato; certo, magari non era l'occasione giusta per cercare di fare la reciproca conoscenza, però non ho potuto fare a meno di sentire questo come l'ennesima dimostrazione del fatto che per tre ore sono state dette tante belle parole destinate a rimanere tali. come l'affermazione di un ragazzino che al giorno d'oggi il razzismo è anacronistico. sarebbe bello poterlo credere, in effetti.