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L’arte contemporanea alla portata di tutti: le stazioni dell’arte di Napoli

Creato il 05 dicembre 2013 da Skip

L’arte pubblicamente esposta nelle stazioni  della metropolitana di Napoli (linea 1 e linea 6) è espressione  di una città culturalmente viva ed originalmente creativa. Ogni martedì è possibile effettuare una visita guidata gratuita, il Metro Art Tour, partendo  dalla stazione del Museo  alla scoperta delle  oltre 180 opere di 90 artisti contemporanei che, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, hanno reso possibile la realizzazione di un museo decentrato . Quando sono stata a Napoli il tour era stato sospeso e allora  ho girovagato da sola,e mi riprometto di proseguire  perchè sono riuscita a visitare parzialmente solo alcune stazioni della linea 1 in una  sorta di caccia al tesoro che si snoda nelle viscere della terra, anche a 50 metri di profondità, e risale con decine di scale mobili e ascensori fino in superficie.

La linea 1 della metropolitana è stata progettata da famosi architetti,  quali Gae Aulenti, Alessandro Mendini, Domenico Orlacchio, con criteri di funzionalità e luminosità, resa

stazione Salvator  Rosa 1
soprattutto attraverso  strutture di vetro e di acciaio, ed è stata abbellita da  numerose opere d’arte  contemporanea  che si trovano all’esterno e all’interno delle stazioni, negli atri,  lungo i corridoi, le pareti e  le  banchine del metro. Queste stazioni hanno spesso valorizzato i rioni, armonizzandosi nel contesto  con nuovi giardini, fontane  e parchi gioco, innovativi  elementi di arredo urbano, trasparenti  ascensori e guglie di vetro, superfici maiolicate. I viaggiatori, spesso sconsolati nell’andirivieni quotidiano,  usufruiscono non solo di un mezzo di trasporto, ma  di un originale ed elegante   connubio di arte e urbanistica. L’arte è a portata di tutti, di chi passa e spassa, si collega e si scollega nei labirinti sotterranei di Napoli.

stazione dante -napoli
Stazione Dante è stata la prima che ho visitato. Sono ancora in corso i lavori in direzione  di Piazza Garibaldi, sede della stazione ferroviaria, che  si sono più volte fermati a causa di continui ritrovamenti  archeologici. A piazza Dante, detta il Mercatello, tra il ‘500 e il ‘600 si svolgevano i mercati, finchè il Vanvitelli la ricostruì a metà del ‘700 per volere di re Carlo III. In effetti  la statua del re finì in piazza Plebiscito, prima perchè non voluta dai  repubblicani napoletani, poi  perchè soppiantata  dalla statua di Napoleone durante la dominazione francese ed infine da quella di Dante dopo  l’unità d’Italia.

frase Convivio stazione dante- napoli

La piazza è stata  ridisegnata dall’architetto Gae Aulenti, ed è diventata area pedonale con pavimentazione di pietra lavica. La stazione del metro è strutturata su 4 livelli, scende fino a 30 metri di profondità ed è dotata di 13 scale mobili e 5 ascensori. È un’elegante  combinazione di cristallo e di acciaio.  Scendendo verso i binari l’ opera di Joseph Kosuth in  tubolare di neon immortala  una frase del Convivio di Dante : “Lo calore e la luce sono propriamente: perchè solo col viso comprendiamo ciò, e non con altro senso.Queste cose visibili, sì le proprie come le comuni in quanto visibili, vengono dentro a l’occhio- non dico le cose, ma le forme loro- per lo mezzo diafono, non realmente ma intenzionalmente , si quasi come in vetro trasparente.E ne l’acqua ch’e ne la pupilla de l’occhio, questo discorso, che  fa la forma visibile per lo mezzo, si si compiute, perchè quell’acqua è terminata. Quasi come specchio, che è vetro terminato con piombo-, si che passar più non può, ma quivi, a modo d’una palla, percossa si ferma; si che la forma, che nel mezzo trasparente non pare ( ne l’acqua pare) lucida e terminata”.

Seguono opere di Nicola De Maria (un mosaico Universo senza bombe, regno dei fiori, 7 angeli rossi), Michelangelo Pistoletto (il bacino Mediterraneo) e olii di Carlo Alfano.

Jannis Kounellis 1

 

L’ installazione senza titolo  di  Jannis Kounellis con scarpe di donna e di uomo, cappelli, ecc.. tra  rotaie suscita una libera interpretazione della metafora.

 

stazione materdei 2

 

Materdei è un rione caratterizzato da edifici in stile liberty della prima metà  del ‘900 e dalla  chiesa rinascimentale di Santa Maria Mater Dei, da cui deriva il nome.

 

stazione materdei 1

 La stazione della metropolitana  l’ha riqualificato con un’area pedonale ricca di verde e di originali elementi di arredo urbano, mosaici, installazioni di ceramica e l’inconfondibile guglia  di acciaio e vetri colorati  dell’Atelier Mendini, che  spicca anche nella stazione di Salvator Rosa (zona Vomero) .

 

stazione Materdei
È una delle stazioni  più colorate della linea 1, come si può vedere dalle serigrafiesulla banchina e dai mosaici che riprendono temi marini.

Qui si trovano le opere di Mathelda Balatresi,Anna Gili, Stefano Giovannoni, Robert Gligorov, Denis Santachiara, Innocente e George Sowden.

 

testa carafa
Stazione Museo, progettata d a Gae Aulenti, porta al Museo Archeologico Nazionale. È inconfondibile  per la riproduzione dell’ Ercole Farnese,che domina  la sala centrale, e l’originale della testa Carafa. Da questa stazione della Linea 1 si può raggiungere la stazione Cavour della Linea 2 della metropolitana attraverso  tapis roulant che si snodano nei lunghi corridoi sotterranei abbelliti dalle foto artistiche di fotografi napoletani.

stazione Museo- napoli

Nel corridoio che porta al Museo Archeologico si trova l’esposizione permanente  Neapolis, che raccoglie i  reperti archeologici  scoperti durante i lavori di scavo della metropolitana, in particolare nelle stazioni Municipio,Toledo,Università e Duomo. Essi risalgono all’insediamento di Partenope, fondata dai cumani verso la metà del VII secolo a. C., e di Neapolis tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a. C. (tra questi vasi  in vetro e terracotta,anfore funerarie e per alimenti, i modellini di  tre galere rinvenute in piazza Municipio, resti di abbigliamento di marinai e calzari,epigrafi). Una mostra che tempo fa  non ho potuto visitare perchè il corridoio era chiuso, ma che di sicuro non mi lascerò sfuggire.

Stazione Quattro Giornate prende il nome dalle quattro giornate d’insurrezione popolare,

stazione 4 giornate- napoli
che si svolse dal 27 al 30 settembre 1943 ed è nota  come la rivolta degli scugnizzi in quanto  i bambini di strada contribuirono alla vittoria. L’uccisione di un ragazzino di tredici anni, Filippo Illuminato, mentre lanciava una bomba contro un blindato tedesco, accese  molto gli animi e indusse tanti a reagire contro gli  occupanti  nazisti e a liberare la città, colpita da pesanti bombardamenti e rastrellamenti,  tant’è che le truppe alleate entrarono in una Napoli già liberata.

Quest’insurrezione del 1943  conferì alla città di Napoli la  Medaglia d’oro al Valor Militare ed è  ricordata  nel  Monumento allo Scugnizzo in piazza della Repubblica.

Sin dall’ingresso la stazione sembra  un museo d’arte moderna, ricco di pannelli di materiali diversi che ricordano le Quattro Giornate di Napoli. Le opere sono di Umberto Manzo, Anna Sargenti, Baldo Diodato, Maurizio Cannavacciuolo, Betty Bee e si trovano sia nel percorso di discesa che di salita.

 

stazione 4  giornate 2
stazione 4 giornate 3

La stazione di Salvator Rosa , nella zona del Vomero, è  stata disegnata dall’Atelier Mendini che ha realizzato  uno splendido abbinamento di arte,  urbanistica e storia .

stazione Salvator Rosa
Artisti  napoletani contemporanei della transavanguardia , quali Ernesto Tatafiore e  Mimmo Paladino, hanno  decorato anche gli alti palazzi adiacenti la stazione , valorizzando tutta l’area. La stazione  sembra una chiesa con colorate vetrate ad arco e marmi policromi, circondata da giardini ove spiccano  giochi per bambini, installazioni artistiche, aiuole maiolicate, i   resti romani della via Antiniana che collegava Neapolis e Miseno e di una chiesetta. Molto suggestiva l’opera d’arte moderna delle  Fiat Cinquecento nei pressi dell’ascensore. 

 

salvator rosa metro art
stazione salvator rosa 2
salvator rosa

La Stazione Vanvitelli è una delle più frequentate in quanto conduce al popoloso quartiere del Vomero e a  mete turistiche obbligate quali la Certosa di San Martino e Villa Floridiana, ed inoltre vi confluiscono le tre  funicolari che collegano il Vomero  con la parte bassa della città.

stazione Vanvitelli- napoli

Scendendo verso i binari  si può vedere la spirale con la sequenza numerica  di Fibonacci, realizzata da Merz. Poi  una carovana di animali preistorici , realizzati da Vettor Pisani, i grandi mosaici di Isabelle Ducroite, il masso che rompe il vetro di Giulio Paolini. Nei corridoi di uscita le foto di Gabriele Basilico e di Olivio Barbieri che riprendono particolari architetture  della città .

 

stazione vanvitelli
vanvitelli metro art 1
stazione vanvitelli 1

Questo è stato uno degli itinerari turistici più sorprendenti  che ho fatto.

Alla prossima stazione

:)

 


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