Il personale gaudio per le dimissioni di Napolitano è in parte offuscato da un oscura sensazione di cattivo presagio. Difficile pensare che il Parlamento possa eleggere un Presidente della Repubblica peggiore di Sua Altezza Re Giorgio Primo e Pure Secondo. Difficile riuscire a pescare nel pur consistente novero di candidati impresentabili una personalità più faziosa, arrogante e torbida. Insieme agli scatoloni diligentemente preparati in compagnia Donna Clio già due anni or sono, come raccontano le adulanti cronache dell'informazione cortigiana, Napolitano si porta a casa molti (troppi) segreti sulla trattativa Stato-mafia e la responsabilità di un esercizio del potere non di rado incurante delle prerogative costituzionali. Se non ha senso parlare a vanvera di colpo di stato, come blatera ormai inascoltato Berlusconi, è certamente vero che negli ultimi anni, segnatamente a partire dalla nascita del governo Monti, l'Italia ha vissuto (e vive tuttora) in un regime di sospensione del pieno diritto democratico, con i cittadini governati da un Presidente del Consiglio eletto da un Parlamento insediatosi in virtù di una legge incostituzionale. Il tutto grazie allo zelo di Sua Altezza Re Giorgio Primo e Pure Secondo. Difficile davvero trovare di peggio. Difficile ma non impossibile, nelle acque limacciose della politica italiana. Pareva impensabile superare i vertici di cialtronaggine di Berlusconi, ma è arrivato Renzi. Ascoltando Alessandra Brandylike Moretti e Pina Ciriaca Picierno ci si aspettava che il Pd non potesse precipitare più in basso, poi hanno cominciato ad andare in televisione Lia Quartapelle, Giuditta Pini e Raffaella Paita. Dopo le disavventure di Bossi, i conti in Tanzania e il Trota, la Lega pareva finita; invece hanno trovato un Bomba lombardo da contrapporre al Ralph Malph (perchè Fonzie se lo sogna) toscano. Perchè in Italia la politica non è l'arte del possibile ma del passabile. E il peggio non è una possibilità, è una certezza.
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Il personale gaudio per le dimissioni di Napolitano è in parte offuscato da un oscura sensazione di cattivo presagio. Difficile pensare che il Parlamento possa eleggere un Presidente della Repubblica peggiore di Sua Altezza Re Giorgio Primo e Pure Secondo. Difficile riuscire a pescare nel pur consistente novero di candidati impresentabili una personalità più faziosa, arrogante e torbida. Insieme agli scatoloni diligentemente preparati in compagnia Donna Clio già due anni or sono, come raccontano le adulanti cronache dell'informazione cortigiana, Napolitano si porta a casa molti (troppi) segreti sulla trattativa Stato-mafia e la responsabilità di un esercizio del potere non di rado incurante delle prerogative costituzionali. Se non ha senso parlare a vanvera di colpo di stato, come blatera ormai inascoltato Berlusconi, è certamente vero che negli ultimi anni, segnatamente a partire dalla nascita del governo Monti, l'Italia ha vissuto (e vive tuttora) in un regime di sospensione del pieno diritto democratico, con i cittadini governati da un Presidente del Consiglio eletto da un Parlamento insediatosi in virtù di una legge incostituzionale. Il tutto grazie allo zelo di Sua Altezza Re Giorgio Primo e Pure Secondo. Difficile davvero trovare di peggio. Difficile ma non impossibile, nelle acque limacciose della politica italiana. Pareva impensabile superare i vertici di cialtronaggine di Berlusconi, ma è arrivato Renzi. Ascoltando Alessandra Brandylike Moretti e Pina Ciriaca Picierno ci si aspettava che il Pd non potesse precipitare più in basso, poi hanno cominciato ad andare in televisione Lia Quartapelle, Giuditta Pini e Raffaella Paita. Dopo le disavventure di Bossi, i conti in Tanzania e il Trota, la Lega pareva finita; invece hanno trovato un Bomba lombardo da contrapporre al Ralph Malph (perchè Fonzie se lo sogna) toscano. Perchè in Italia la politica non è l'arte del possibile ma del passabile. E il peggio non è una possibilità, è una certezza.
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