Posted on lug 9, 2013
Zen, l’arte della bicicletta.
Un’arte lenta e sostenibile, messa in mostra a Firenze al Museo Galileo.
La storia della bicicletta illustra come gli artigiani, i commercianti, i servizi pubblici e gli artisti riadattavano i velocipedi alle loro esigenze di mestiere. Agile, camaleontica e versatile la bicicletta è un mezzo di trasporto insostituibile, valorizzato dall’uso silenzioso dei suoi appassionati.
Nell’esposizione al Museo Galileo, si percorre, guardando le biciclette, uno spaccato di vita popolare tra i primi anni del Novecento e il secondo dopoguerra. Vere e proprie botteghe ambulanti, le biciclette sono modificate e attrezzate con vari strumenti per lo svolgimento delle più diverse attività, necessarie allo svolgimento della vita quotidiana.
Osservandole, non si riesce quasi a capire come se ne possa fare a meno, o perché la bicicletta non ritorna ad essere un mezzo di trasporto centrale nelle nostre vite – per chi abita centri storici o città con poco dislivello.
La Bicicletta del Pittore
Con la diffusione della bicicletta, gli artisti en plein air iniziarono a utilizzarla per girare nelle campagne e soffermarsi nei luoghi che più li attraevano. Di solito il veicolo era dotato di valigie in legno per colori, pennelli, stracci e tavolozza. La valigia anteriore si poteva trasformare in cavalletto.
La Bicicletta del Fotografo
Molti fotografi iniziarono ad usarla per raggiungere i clienti lontani o per muoversi in città, recandosi a matrimoni, battesimi e comunioni. Oltre ai primi apparecchi fotografici portatili, sulla bicicletta trovavano posto cavalletto in legno, scatole per le lastre, ombrello e stoffa nera.
La Bicicletta del Bottaro
Il lavoro del bottaro era molto importante nelle zone di produzione del vino; consisteva nel costruire e riparare recipienti in legno come botti, tini, barili. Anch’egli si serviva della bicicletta per recarsi dove era richiesto il suo intervento, portando con sé l’attrezzatura indispensabile: morsa, morsetti, imbuto e pialle, oltre a un piccolo campionario costituito da botticella e secchio.
La Bicicletta del Cardalana
In passato, i materassi estivi erano imbottiti di fibre vegetali e quelli invernali di lana. Questi ultimi dovevano essere periodicamente svuotati: l’imbottitura era passata nel cardalana per “allargarla” e farla tornare soffice. Il materassaio, figura oggi quasi scomparsa, si muoveva con un triciclo dotato di cassone sul quale era montato il cardalana, con spazzola metallica e piccoli strumenti per svuotare e riempire i materassi.
La Bicicletta del Burraio
Questa bicicletta è provvista di una zangola a manovella, l’attrezzo per estrarre il burro dalla crema di latte e impastarlo, ottenendo le forme desiderate. La dotazione comprende un contenitore di legno con setaccio e spatola e una stadera per pesare.
La Bicicletta del Pompiere
La bicicletta serviva ai pompieri per spostarsi agevolmente a seguito del carro che trasportava la pompa e le scale. Venne modificata in modo che il telaio potesse contenere l’alloggiamento per la manichetta. Nella parte posteriore si trovavano il casco e l’ascia, sul manubrio era fissata la lancia antincendio.
Un movimento, quello della bicicletta, trasversale, che conquista a tutte le età, uomini, donne, bambini, in diverse parti del mondo.
Un mezzo di trasporto nel quale Firenze crede e che consente, nella regione Toscana e in Italia, nuove forme di turismo, sostenibile, ecologico e sensoriale.
© Melissa Pignatelli
Mostra “Pedalando nel Passato” fino al 17 Novembre 2013 al Museo Galileo, Piazza dei Giudici,1. Firenze. Aperto dalle 9.30 alle 18.00, martedi dalle 9.30 alle 13.00. emal: [email protected], +30 055 265311. Mostra ideata da Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza. Organizzata in collaborazione con il Comune di Firenze, la collezione di biciclette Marco Paoletti, la Fondazione Sistema Toscana, Opera Laboratori Fiorentini di Civita Group. Con la partecipazione della Biblioteca delle Oblate e l’Archivio Storico del Comune di Firenze.