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L’arte della Pigrizia

Creato il 18 novembre 2014 da Agipsyinthekitchen

Imprigrirsi.. Così, dopo un’influenza perniciosa. Sbadatamente.

Così, perché a volte ci vuole: non alzarsi dal letto fino alle quattro del pomeriggio – alzarsi solo per andare alle Terme, in una piscina riscaldata a 40°C con vista diretta sulla montagna. poi doccia calda a lume di candela e poi una cena memorabile, con un vino memorabile – perché il vino è cultura, e allora vi supplico: acculturiamoci sempre, ogni sera.

Annoiarsi, perché sono in overload, perché non mi sto fermando un attimo perché sono un po’ stanca. Perché voglio continuare a sfornare madeleienes ma ultimamente vorrei solo passare la giornata in una confortevole tuta calda e calzettoni che sono esattamente l’antitesi del sexy.

Riposarsi: perché in queste sere di fine autunno, la casa è piena di luce gialla e di profumo di rosmarino abbrustolito con cipolla scaldata in olio evo. E senti il rumore della vita che scorre, felice, come deve andare. Le persone che rientrano, i nuovi vicini a cui sorridere quando ci tengono aperta la porta del portone. La Madonnina che di sera si illumina in cortile. Il tepore del salotto che ci accoglie dopo una giornata spesa a correre tra il freddo di Milano.

Quindi così: dopo 5 giorni di febbre e impegni e corse e nemmeno un attimo per godermi i famosi giorni da malatina, ci mettiamo in macchina, con tosse, mal di gola e raffreddore come extra carico, e con Mini riscaldata a bomba, che nemmeno ai tropici ci si sogna un tale caldo.

Montagna: guardo le previsioni, auspico la neve e immagino un weekend esattamente così: rigenerazione.

In una camera che profuma di mele e ha il pavimento di legno di rovere, e si può girare scalzi, e ci si sente confortati.

C’è la macchina del caffè, quella per le tisane, un balcone sul bosco e un cielo che promette neve, che basta voltare il ansi all’insù, che in quota ha nevicato e sento già Babbo Natale che affina le strenne.

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Little Lou, Prophet Jack Ugly John a ripetizione dal mio computer, dove dalla mattina sto cercando di mettere insieme idee e pensieri.: perché ieri davanti a un veggie burger e tanta senape, la vita mi ha mostrato uno dei suoi lati più dolci e l’universo mi ha dimostrato che si, a volte i sogni diventano realtà.

Quindi eccomi qui a cercare di mettere ordine tra le mie ricette di una vita. In un letto caldo, in un pomeriggio di un sabato dove mai come ora mi sembra di essere perfettamente allineata con l’idea di quello che voglio essere, di dove voglio andare e con chi.

Abbiamo conosciuto lo chef Nicola, che ci ha coccolati con maionese vegane e uovo fritto immerso in scaglie di tartufo, così bello e buono da sembrare un’opera artistica post moderna, dove l’uovo era un Sole perfetto al tramonto.  Angelo il Sommelier – e il caposala di cui ahimè non ricordo il nome, ci hanno viziato con ogni genere di attenzione. Abbiamo mangiato zucchero filato per dessert e per petit dej una ricotta freschissima che ciao.

C’era un banchetto in centro alla sala  – pieno di barattoli di semi, germogli e verdure tostate. Solo guardandolo ti senti una persona migliore.

Un weekend fatto di tute e costume da bagno, nella ricchezza di ogni attimo assaporato tra pigrizia e dolcezza, spinta dalla semplicità che una nuova quotidianità sta avvolgendo con ogni sfumatura di colore denso di sorprese.

Grata, posso solo mettere questa parola a fine di questo post. E vorrei dirvi a cosa mi riferisco, ma sono troppo superstiziosa. Ma lo dirò giuro che lo dirò.

Nel mentre: ho una nuova pagina FB: https://www.facebook.com/agipsyinthekitchen

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Ho anche cucinato ieri sera una vellutata di patate dolci, porcini e porri, mantecata con creme fraiche e zenzero.

La perfezione delle sere autunnali.

Ecco la ricetta.

Da consumarsi preferibilmente con una bottiglia di Barolo e qualche edamame di accompagnamento.

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3 patate dolci

2 rametti di rosmarino

olio EVO

un tocco di burro leggermente salato

fleur de sel

1 cipolla rossa

1 confezione di creme fraiche da 150gr

1 porro

2 carote

qualche foglia di basilico

prezzemolo

zenzero macinato

Mettere in una casseruola il burro, la cipolla, il porro, le patate pelate, , il prezzemolo, il rosmarino, le carote e lasciare soffriggere dolcemente. Appena le cipolle saranno imbrunite, riempire con acqua a filo, e lasciare cuocere tutto fino a che ogni verdura risulterà morbida. Passare con il frullatore ad immersione e mantecare con la creme fraiche. Aggiungere lo zenzero e servire calda, con chips di focaccia calda.

 

 Questo weekend siamo stati ospiti delle Terme di Pre Saint Didier. In assoluto una coccola. Lo staff gentilissimo, attento e preciso. La cucina sana e genuina. Lo chef Nicola Ricciardi ci ha preparato un uovo alla milanese con tanto tartufo che eras un sogno. E le terme. Oh!La Spa dell’Hotel con quella piscina a 40°C, la sauna balsamica e la vista sul Monte Bianco..beh. The place to be.


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