- Non so disegnare una riga dritta nemmeno se munita di squadra e livella (sono storta, o creativa, inside…). E volendo ampliare il discorso, eviterei di farvi vedere come disegno un cane, o un cavallo…perchè non sareste in grado di distinguerli…
- Non sono in grado di cucire a macchina (anzi, c’è di più: il motivo per il quale ho smesso di provarci è che….ehm, non sono mai riuscita ad infilare di nuovo il filo nella macchina per cucire… #sparatemi)
- Non so pronunciare la erre alla francese (mi esce fuori muta)
- Non so mettere lo smalto alla mano destra (perchè io, con la sinistra sono proprio negata)
- A volte non capisco quello che mi dice mia figlia in inglese (è facile accorgersene quando succede: inizio a ridere nervosa e assumo un’aria da deficiente)
- Non riesco a piegare il lenzuolo con gli angoli senza farlo sembrare un insaccato
- Non so andare sui pattini (di qualunque tipo)
- Non so nemmeno guidare, tanto per aggiungere peso al fardello…
E fino a qualche settimana fa, potevo dire di non sapere nemmeno piegare un tovagliolo.
Almeno, oltre al modo solito ecco.
E invece questa cosa ora non posso più dirla.
Perchè una delle cose che mi hanno insegnato durante le due settimane di work experience è stata proprio come piegare un tovagliolo.
Beh, non che questa cosa mi cambi di molto la vita, s’intende.
Però vuoi mettere, quando hai ospiti, che te ne esci con una tavola apparecchiata e i fazzoletti piegati a pavone?
Son cose….
Questa cavolata che ho appena scritto mi ha dato comunque da pensare.
Perchè, dopotutto, non bisogna mai dire di non essere in grado di fare una cosa.
Magari ci si può provare dopo un po’ di tempo.
Mettiamo distanza tra le cose.
Ma anche tra le persone, le situazioni scomode.
Chiudiamole per un momento in un cassetto e andiamo avanti.
E dopo aver vissuto altro per un determinato periodo, proviamoci a riaprire quel cassetto.
E a riprendere le fila del discorso:
un libro iniziato e mai terminato, un rapporto interrotto bruscamente e senza troppa convinzione, un hobby che ci ha steso al primo colpo.
Insomma, ho intenzione di riprendere tutti quei “tovaglioli piegati ad minchiam” per provare a fare le cose per bene.
Magari uno per volta, eh.
Altrimenti tra un paio di mesi è capace che mi trovate che tento disperatamente di inserire il filo nella macchina da cucire utilizzando una livella e con i pattini ai piedi!