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L’articolo più corretto su Mauro Inzoli, ex confessore di Formigoni, è uscito sul Corriere

Creato il 16 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il Corriere (in questo articolo) fa il punto sulla situazione dello spretando Inzoli con un articolo molto corretto, che riporta tutti i risvolti, le ombre, i dati di fatto. Sul sito on line, datato 13 dicembre, appare l’onesto scritto. Dubitare, tener conto dei risvolti oscuri, non significa gridare crucifige. La verità prima o poi emergerà, si spera, e non sarà certo la Chiesa dei misteri e delle camerae caritatis. Meglio stare zitti, per la Chiesa, fregandosene della doverosa uguaglianza dei cittadini italiani davanti alla legge, Inzoli compreso. Meglio evitare lo scandalo, anche se Gesù diceva l’esatto opposto. Ma bisogna conservare il potere. L’Inzoli era il confessore di Formigoni, il Corriere della Sera lo dà per certo. Riporto qui sotto un altro brano dell’articolo, dove non si parla del ruolo di confessore e, si suppone, amico. A Inzoli sono state riconosciute doti di coordinamento politico, per quanto possa sembrare strano per un prete. Di che cosa parlava l’ex presidente del Banco Alimentare con Formigoni, quando non lo confessava? Sarebbe magnifico se Mauro Inzoli parlasse, facendo chiarezza e iniziando una nuova vita. Non si può non augurarglielo, come a chiunque sia stato in gravi difficoltà. Segue un brano del Corriere.

Da tempo si mormorava di un’inchiesta per presunti abusi su minori e qualcuno sul web aveva anche scritto che don Inzoli era stato agli arresti domiciliari. Non a Crema, dove ha ancora la residenza, ma forse a Milano dove si sarebbe stabilito negli ultimi tempi con madre e sorella. Nessuna di queste voci ha però trovato conferma e la Curia ovviamente mantiene il più stretto riserbo. Un riserbo assoluto che ha protetto per due anni l’uomo di Cl e che ancora ieri, qui a Crema, teneva le bocche cucite. Tuttavia nel comunicato della Diocesi si fa riferimento a un «procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di diritto canonico». I «delicta graviora» di competenza della Congregazione per la dottrina della fede sono i più gravi: profanazione dell’eucarestia, attentato al Pontefice, assoluzione del complice in confessionale, induzione ad atti turpi in confessionale, abusi su minori e acquisizione, detenzione e divulgazione a fini di libidine di immagini pornografiche di minori di 14 anni. Le accuse contro don Inzoli sarebbero tra le ultime due, e il provvedimento preso confermerebbe la linea di intransigenza voluta dal Papa sui reati sessuali riguardanti i minori.

Il silenzio su tutta la vicenda tiene comunque avvolto nel mistero il fatto all’origine delle accuse, che non sarebbe stato comunque compiuto nella provincia di Cremona e non si sa neppure quale sia la Procura che se ne occupa per competenza. Don Inzoli da lunedì non risponde al telefono. Chi lo conosce dice comunque di averlo sentito sereno e poco propenso a fare appello, anche se le persone che gli sono vicine lo spronano a non arrendersi e a cercare un bravo avvocato per fare ricorso. A quanto pare, dopo essere stato allontanato da Crema, in attesa del processo davanti alla Congregazione, è approdato in una parrocchia della provincia di Alessandria. Nel 2010 aveva confidato a un amico che si sarebbe preso un anno sabbatico per curare una forte depressione e che sarebbe andato per qualche tempo a San Marino, dove avrebbe anche preparato la visita di Benedetto XVI, ospite del vescovo Luigi Negri, che pochi giorni fa è stato nominato vescovo di Ferrara.

Luigi Corvi13 dicembre 2012 | 16:53

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