Ci sono ancora gli abiti degli alunni nella scuola materna di Villa Sant’Angelo , un quarto d’ora dall’Aquila. Un oasi di asilo che ogni mamma e ogni papà sognano per il loro figlio. Luca, spazio, un’immensa area giochi , persino gli infissi elettrici e un impianto per depurare l’acqua. Mancano solo i bambini.
L’asilo che tutti sognano , infatti, è chiuso. In un paese, l’Italia, dove due scuole su tre non sono a norma e dove per mandare un figlio all’asilo devi superare una lista lunghissima. Sono passati due anni dall’inaugurazione , questa è la prima struttura aperta dopo il terremoto, uno sguardo sul futuro ma che ripassa al passato.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini , il 14 settembre 2009, e la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi , legata a questa terra, hanno tagliato il nastro. “Quando le istituzioni lavorano insieme i risultati si raggiungono in tempi brevi “ disse allora Fini.
Per questo la storia dell’asilo sembra una fantacronaca di qualche libro da mercatino.La scuola è stata costruita in appena 80 giorni per iniziativa di Ambiente e/è vita , una piccola associazione ambientalista. Costata 400 mila euro , tutti donati da privati , è un gioiellino della bioedilizia : struttura in legno lamellare , pannelli solari , classe energetica A+.
Ma è stata usata solo un anno e mezzo , fino alle ultime vacanze di Natale. Il perché è spiegato facilmente. E’ stato aperto un asilo vicino , a Fossa , dono della Caritas. E siccome Fossa era , prime del terremoto, sede del plesso scolastico e Villa Sant’Angelo no, i bambini sono stati trasferiti lì.
Tenere aperte due strutture sarebbero costate troppo, infatti è logico. Ma allora perché la spesa di quei 400 mila euro donati per i bambini terremotati. Il segretario dell’associazione ambientalista non ha più il sorriso, ma avverte che qualcuno vorrebbe smontarla e ricostruirla in Eritrea. Il sindaco di Villa Sant’Angelo spera che la scuola rimanga e per questo è stato contattato da degli insegnanti per aprire un asilo privato.