I chimici lo conoscono come L-aspartil-L-fenilalanina metilestere, un additivo alimentare noto anche con la sigla E951 che è nato casualmente nei laboratori della ditta G.D. Searle & Company (oggi acquisita dalla Monsanto), quando James M. Schlatter, che stava lavorando alla produzione di un farmaco anti-ulcera, ne scoprì l’inaspettata dolcezza leccandosi il dito contaminato da un prodotto della reazione in atto. Forse sarebbe stato meglio che, come tutti i chimici diligenti, avesse indossato un paio di guanti…
Da allora sono passati quasi 50 anni e oggi l’aspartame è sicuramente l’edulcorante più utilizzato al mondo perché ha un costo basso, un grande potere dolcificante e all’industria alimentare risulta di facile reperibilità e lavorazione. Tra i suoi primati vanta anche quello di essere uno degli additivi alimentari fra i più studiati e testati al mondo, ma anche uno dei più controversi e contestati, con conflitti di interessi che hanno minato la credibilità della FDA e dei vari enti governativi che hanno appoggiato la sua approvazione.
Una battaglia mediatica su più fronti, senza frontiere né scrupoli, non esente da colpi bassi e meschini, per cui più che la chimica ne sono responsabili ambigui protagonisti protetti dalle enormi finanze di cui dispongono, una situazione comune per la quale ci stiamo troppo facilmente rassegnando…
Alcuni dei principali brand che contengono il nutrasweet, o aspartame.
Come me, in molti si scopriranno sorpresi dalla cortina di fumo che ha accompagnato la ricerca negli studi atti a dimostrare l’innocuità di questa sostanza, anche la pagina di Wikipedia in lingua inglese che tratta della controversia, enfatizza maggiormente le bufale e le cospirazioni che sono state prodotte nell’estremo tentativo di contrastare le menzogne piuttosto che concentrarsi sulla fallacia delle ricerche scientifiche che la sostenevano, al punto che insorgono pesanti dubbi sulla sua imparzialità, fino a giungere alla discutibile conclusione che l’aspartame risulta assolutamente innocuo ai dosaggi giornalieri massimi a cui possiamo sottoporci.
Ieri Report su RaiTre ne ha fatto un servizio impeccabile, e per quanto possa aver cercato dal punto di vista di uno scettico incallito, non ho potuto trovare alcun elemento concreto di smentita. La mia posizione conclusiva è la seguente: Se si da più peso alla ricerca scientifica indipendente, allora sì, l’aspartame può provocare il cancro negli esseri umani. Se si preferiscono gli studi finanziati dall’industria, allora la risposta è no, l’aspartame ha effetti negativi per la salute per gli esseri umani.Ed è proprio un ricercatore indipendente, oltretutto italiano, che da tempo lotta contro i mulini a vento per rendere giustizia alla verità, l’aspartame è pericolosissimo, e le prove sono schiaccianti, secondo il dottor Morando Soffritti direttore dell’istituto Ramazzini che non ha dubbio alcuno:
Noi abbiamo dimostrato che l’aspartame non è assolutamente sicuro.
Dalla copertina di Sweet'Ner Dearest: Bittersweet Vignettes About Aspartame (Nutrasweet) di H. J. Roberts
E i dubbi non si fermano all’aspartame, anche il sucralosio e altri dolcificanti artificiali sono sospetti di allarmanti minacce alla nostra salute, nonostante le diffuse smentite e sottotrame cospiratorie. Ogni singolo studio finanziato dalle industrie dimostra che l’aspartame è sicuro, ma il 92% di tutte le ricerche indipendenti identificano uno o più problemi per la sicurezza.
Una delle principali review citata per respingere le preoccupazione per la sicurezza dell’aspartame è la Burdock safety evaluation del 2007. Ma questa revisione degli studi principali sull’argomento è stata finanziata dalla giapponese Ajinomoto, il principale produttore mondiale di aspartame con il 40% delle quote di mercato mondiale, ed è stata condotta dal gruppo Burdock, un’organizzazione il cui focus commerciale è quello di acquisire regolamentazioni favorevoli delle sostanze in esame per i propri clienti. Gli scienziati che stilano le valutazioni di sicurezza per il gruppo Burdock sono soggetti a numerosi conflitti di interesse, incluso Bernadene Magnuson, consulente dell’industria delle bevande dietetiche che ha girato il mondo finanziato da colossi come la Coca-cola.
Magnuson ovviamente è uno dei principali detrattori degli studi di Soffritti. Se volete leggere un brillante esempio di giornalismo patologico, su Forbes la settimana scorsa è stato pubblicato un articolo che contesta pesantemente l’istituto Ramazzini, mirando a screditarne ogni credibilità. Inutile aggiungere che questa testata è uno dei principali organi mediatici del capitalismo americano, pertanto è da giudicare per quello che è: pura disinformazione.Non che manchino le (boicottate) alternative, ma forse nel frattempo qualcosa si muove, l’agenzia europea EFSA, il prossimo settembre sarà impegnata nella rivalutazione di questa sostanza alla luce dei più recenti studi, una bella responsabilità, ma con nessuna certezza sull’esito. Questa, come tante altre storie in cui sono coinvolti interessi stratosferici, dovrebbe scatenare insurrezioni mediatiche senza precedenti, invece solo una trasmissione di nicchia come Report, tra una pubblicità e l’altra, si permette di trattare in maniera più approfondita. Segno evidente che la nostra “evoluta” civiltà è in balia di pochi despoti commerciali, e nulla può scalfirli, anche se pensiamo di essere gli unici titolari dei nostri cervelli.
Riferimenti:
Report: Dolce è la vita di Sabrina Giannini
How Aspartame Became Legal – The Timeline by Rich Murray
Soffritti, M., Belpoggi, F., Esposti, D., Lambertini, L., Tibaldi, E., & Rigano, A. (2005). First Experimental Demonstration of the Multipotential Carcinogenic Effects of Aspartame Administered in the Feed to Sprague-Dawley Rats Environmental Health Perspectives, 114 (3), 379-385 DOI: 10.1289/ehp.8711
Soffritti, M., Belpoggi, F., Tibaldi, E., Esposti, D., & Lauriola, M. (2007). Life-Span Exposure to Low Doses of Aspartame Beginning during Prenatal Life Increases Cancer Effects in Rats Environmental Health Perspectives, 115 (9), 1293-1297 DOI: 10.1289/ehp.10271
Soffritti, M. (2008). Carcinogenicity of Aspartame: Soffritti Responds Environmental Health Perspectives, 116 (6) DOI: 10.1289/ehp.10881R