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L’assessore Bordi con gli ambientalisti, ma “sarebbero inutili interventi sulla sola Cremona”

Creato il 15 dicembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Il limite è che l’assessore cremonese alle politiche ambientali non ritiene efficace alcun intervento dell’amministrazione Perri contro lo smog, mentre le associazioni ambientaliste della provincia di Cremona chiedono la convocazione di un consiglio comunale straordinario in cui la giunta spieghi quali sono le scelte attuali per fermare l’aumento, pericolosissimo, dell’inquinamento di polveri sottili cancerogene. Cremona ha comunque partecipato a un incontro con i Comuni di Casalmaggiore e Crema per valutare iniziative unitarie per porre almeno un freno al danno gravissimo costituito da una qualità dell’aria spaventosa e minacciosa per la salute.
Bordi esprime disapprovazione per le scelte regionali, che da tanti anni non puntano sul trasporto merci ferroviario, oltre che sul miglioramento e potenziamento dei treni per i pendolari, oltre che dei bus pubblici. Altra sua indicazione riguarda l’incidenza del riscaldamento, che d’inverno è uno dei fattori più nocivi. Aggiungo, all’incirca alla pari col traffico automobilistico e le emissioni industriali. Ma Cremona “no, da sola non può far nulla”. Non sarebbe il caso di uno sforzo eccezionale, comunque partirebbe in notevole ritardo dopo anni e anni di allarmi? Non potrebbe essere d’esempio per i Comuni minori? O si temono commercianti, maniaci delle quattroruote ed elezioni?
L’acciaieria Arvedi non è affatto l’Ilva di Taranto né la ferriera di Servola o il già chiuso Altoforno di Genova, tuttavia ogni industria di quel genere crea problemi. Solo Cremona riesce a dare una medaglia d’oro per il valore civico a un industriale, verso il quale è in evidente soggezione, dopo essersi lasciata finanziare per molti anni dalla Tamoil che ha lasciato un inquinamento storico enorme.
La Regione, tornando ad Arvedi, non ha svolto il proprio compito, ha anzi esonerato l’azienda dalla valutazione d’impatto ambientale, per non dire altro (ma lo dirò). Le istituzioni locali hanno attivato verso il gruppo Arvedi solo recentemente un dialogo, spinte con grande forza dai cittadini.
Il Comune in definitiva è debole con i forti, per quanto una politica industriale di alta qualità tecnologica e quindi sostenibile resti un bel sogno, forse un obiettivo futuro. Questa soggezione di Comune e Provincia non spinge l’imprenditoria a maturare, tutt’altro. Lo si può dire che l’impresa non dev’essere considerata un pacco di voti.
In provincia il biogas, secondo i dati resi noti dalle associazioni ambientaliste, è responsabile di emissioni dannose pari al traffico di un milione e mezzo di veicoli.
Il comunicato è giustamente inquietante e va di pari passo con le strategie folli della regione Lombardia, come dell’Emilia Romagna, condannata duramente due anni fa da un rapporto assai schietto di Legambiente, che segnalava infrastrutture d’asfalto inutili o sostituibili con ferrovie, costruzioni eccessive, consumo di suolo oltre il buon senso.
L’economia italiana ha scelto strategie largamente dannose e la politica le ha incoraggiate in modo vergognoso.

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