L’assessore Forchetta (o Dario Fo)

Creato il 16 giugno 2014 da Marcopress @gabbianone

Che succede?
Eh, quel Reitani.
Mino?
Ma no.
Dai cominciamo.
Vado dalla Malisani…
Chi???
Gianna Malisani. Telefono all’assessorato alla Cultura di Udine. Una segretaria mi risponde e chiedo un appuntamento con l’assessore per illustrare un progetto fotografico.
Risposta?
Non abbiamo soldi.
Barboni.
Volevo solo illustrare il progetto. Ho risposto: «Non cerco la carità».
Quindi?
Mi fissano l’appuntamento. Arrivo in anticipo di 5 minuti.
E ne parlate.
No. Malisani esce dall’ufficio, mi accoglie in piedi e mi dice: «Ho un contrattempo».
Vabbeh. Poi l’hanno mandata in Parlamento. Così Corte Savorgnan vivrà serena (ricit). E arriva Reitani.
Sì, quello dopo Malisani. Avevo pure fatto un lavoro ispirato alla filosofia di sinistra.
Come dare 80 euro per pagare il bollo auto aumentato?
No. Una ricerca sull’immigrazione clandestina realizzata all’interno della Biennale di Venezia.
Risposte?
Accolto in studio, visto, piaciuto. Ma risposte zero.
Abbi fede, arriva Pirone.
A febbraio scrivo al direttore dei Civici Musei Biscione. Nessuna risposta. Poi riesco a farmi dare appuntamento dall’assessore. Lo vedo. Gli propongo una rassegna di foto anticate di Udine. Un bel tema-paradosso in era digitale.
Risposte?
Un mese che aspetto un contatto.
Quanti soldi hai chiesto?
Neanche un caffè. Le regalo all’archivio fotografico del Comune.
Riassunto?
Delusione. O sei di sinistra o non ti considerano.
Siamo troppo a Nordestra?
Forse è colpa delle segretarie. Però l’arte non dovrebbe avere colore. Dovrebbe rappresentare quello che senti.
Ma allora Dario Fo non avrebbe vinto il Nobel.
Mi basterebbe una e-mail di Pirone. Versione reply a questa: Rammento l’incontro avvenuto con Lei il giorno 14 maggio 2014, quando Le ho illustrato un progetto fotografico sulla citta di Udine, composto da circa 80 immagini digitali ad alta risoluzione in bianco e nero anticate, per il quale faccio questa richiesta. Questa mia ricerca fotografica, nuova e inedita nell’era digitale (in alcuni casi ho utilizzato anche la fotografia all’infrarosso), ricorda il passato, ma con uno stile di ripresa particolare con il quale ho cercato di immortalare gli angoli più suggestivi, ma anche quelli meno noti della città, dal punto di vista prospettico e architettonico. Pertanto chiedo a codesta amministrazione comunale, e nello specifico all’assessorato alla Cultura del Comune di Udine, uno spazio espositivo adeguato (visto il numero di immagini), la realizzazione di un catalogo per la stessa e tutto ciò che concerne l’organizzazione della mostra. Qualora questo progetto venisse preso in considerazione, sarei disposto a donare l’intera raccolta fotografica al Comune di Udine.
In attesa di un Vostro cortese riscontro porgo un cordiale saluto.

Alberto Quoco vive e lavora a Udine. Nel 2003 prima partecipazione a un concorso internazionale a Torino dal titolo “IL CAPPELLO NEL MONDO”, menzione d’onore. Nel 2005 vince a Milano il primo premio “CREATIVITA’ IN MOVIMENTO” al Concorso Nikon Italia “NPS Nikon Professional Service” confrontandosi con i migliori fotografi professionisti italiani. Nel 2007 in Giappone, 17.000 concorrenti, si aggiudica il terzo posto nella sezione “SMILE” al concorso internazionale “NPCI Nikon Photo Contest International”. Nel 2008 conquista una menzione d’onore per la “RICERCA CREATIVA” al Concorso “Premio Fotografico 2008″ indetto da TAU Visual di Milano; menzione d’onore anche al Concorso Internazionale “Arte Laguna”. Nell’ottobre 2008 pubblica un libro “Nero Mediterraneo”, edito da Campanotto Editore, una raccolta di immagini raffiguranti il dramma dell’emigrazione clandestina.
MOSTRE



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