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“L’asso nella manica”

Creato il 25 ottobre 2010 da Cinemaleo

1951: Ace in the Hole di Billy Wilder

“L’asso nella manica”
“L’asso nella manica”
“L’asso nella manica”

Uno dei più celebri film della Hollywood classica, quanto mai attuale nel denunciare la spettacolarizzazione della morte.

 

Che Billy Wilder sia uno dei più grandi registi che la Mecca del cinema possa vantare è unanimemente riconosciuto. Che sia stato ugualmente grande nel comico e nel drammatico bastano alcuni titoli, indimenticabili e giustamente osannati: per il primo gruppo A qualcuno piace caldo, Irma la dolce, Sabrina, L’appartamento, Quando la moglie è in vacanza… per il secondo Testimone d’accusa, Viale del tramonto, La fiamma del peccato, Giorni perduti… e appunto questo L’asso nella manica.

“Il più intransigente ed efferato capolavoro del cinema americano” a parere de il Farinotti. Un film che al suo apparire sembrò fantascienza col suo rappresentare una società, ai nostri occhi, massimamente cinica e assurda. Un film che visto oggi fa comprendere anche a noi italiani la genialità di un regista nel prevedere una realtà dominata dai massmedia, sempre più spregiudicati, sempre più invasivi, sempre più avidi di emozioni forti da offrire al proprio pubblico col rischio, osserva Luca Pacioli, che non si insegue la notizia, ma la si crea; non si informa sulla realtà, ma se ne costruisce una artificiale” (basti pensare alla trama che il Morandini così riassume: “In una miniera del Nuovo Messico un operaio è sepolto vivo. Giornalista senza scrupoli sfrutta la situazione e, ritardando la liberazione del prigioniero, trasforma il luogo in un grande carnevale…”).

Nel ritrarre “il cinismo dei massmedia sposato con gli interessi personali, politici, economici: è un vero groviglio di sanguisughe quella sarabanda che si accalca attorno alle grotte in cui è sepolto vivo un uomo, che l’ingordigia generale finge di voler salvare” (il Davinotti), Wilder evidenzia il suo pessimismo di fondo sulla natura umana: la morbosità, la ricerca del proprio tornaconto, l’assenza di scrupoli, la sfrenata rincorsa al successo, il fare del denaro l’unica misura… questi appaiono i tratti salienti del genere umano ritratto, con realismo e crudezza, in uno degli affreschi  più spietati che il grande schermo ci abbia mai mostrato.

Un film (il cui titolo originario Ace in the Hole negli USA fu poi cambiato in The Big Carnival) dalla tensione altissima, coinvolgente come pochi, impreziosito dalla splendida fotografia di Charles B. Lang Jr. e dall’interpretazione strepitosa di Kirk Douglas, a cui si affianca degnamente Jan Sterling (una delle più popolari attrici degli anni Cinquanta, qui senza dubbio nella sua prova migliore).

 

Stefano Lo Verme ha scritto: L’asso nella manica è uno dei film più amari e crudeli del geniale regista e sceneggiatore Billy Wilder, da sempre impietoso smascheratore delle debolezze umane e dei falsi miti che governano la nostra società… Un film che dopo oltre mezzo secolo, non ha perso un grammo della sua carica mordace e corrosiva”.  Come non essere d’accordo?

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“L’asso nella manica”

 


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