L'Assunta, l'imperatore e lo sproloquio dell'apologeta

Creato il 15 agosto 2012 da Andream

Tiziano, Assunzione della Vergine

Rino Cammilleri, noto apologeta cattolico e frequentatore suo malgrado di queste pagine, ha pubblicato sul periodico on-line ciellino ilsussidiario.net l'articolo «L'Assunta e Napoleone» in cui fa a pezzi da par suo le critiche dei laicisti al dogma dell'Assunzione. E quando scrivo «da par suo» intendo proprio «come sua consuetudine»: in maniera inetta, inefficace e ridicola.
Cammilleri inizia attaccando i "laicisti"; riporto le sue parole perché è proprio qui che si dà la proverbiale zappa sui piedi, affermando il contrario di quanto emergerà dalla sua apologia (enfasi mia):
Contrariamente a quanto pensano i laicisti (la cui ignoranza religiosa è direttamente proporzionale all’attitudine a dare lezioni ai cattolici e allo stesso papa), i dogmi non sono “fabbricati” dal Vaticano, che a un certo punto decide di gravare i fedeli di un altro fardello «scientificamente indimostrabile» a tutto danno delle loro facoltà razionali. Sono, bensì, verità credute da sempre e alle quali - di solito con ritardi anche millenari - la Chiesa appone il suo autorevole sigillo, dopo ponderate consultazioni e riflessioni, ufficializzandole.
Purtroppo per Cammilleri, i "laicisti" dimostrano una conoscenza della materia religiosa ben superiore alla sua. Vediamo quali sono le prove addotte da Cammilleri per questa «verità creduta da sempre» e quali siano state le «ponderate consultazioni e riflessioni» della Chiesa, prima di apporvi il suo «autorevole sigillo».

Nuovo Testamento

Cammilleri salta a più pari il Nuovo Testamento, affermando che le «notizie sulla Madonna sono scarse nei Vangeli canonici».
Se avesse fatto i suoi compitini, come li fanno gli "ignorantissimi" laicisti, avrebbe però scoperto che il dogma dell'Assunzione fa riferimento a brani lì contenuti: rimando all'articolo «L'Assunzione di Maria: un dogma creato dal nulla» per i riferimenti alla «Donna vestita di sole» della Rivelazione di Giovanni e al "polifuzionale" (in quanto utile per più dogmi) «piena di grazia» del Vangelo secondo Luca.

Protovangelo di Giacomo

Cammilleri si rifà al Protovangelo di Giacomo, affermando che quel testo «descrive la Dormizione di Maria a Efeso e la sua Assunzione direttamente in Paradiso portata dagli angeli».
Tale vangelo fu scritto però verso la metà del II secolo (150 anni circa dopo i presunti fatti che descrive) e contiene storie davvero difficili da credere, come quella che una levatrice, incredula della nascita virginale di Gesù, avrebbe inserito un dito nella vagina di Maria, per verificarne appunto la verginità, e ne avrebbe avuta ustionata la mano (Protovangelo di Giacomo, capitolo 20).
Davvero Cammilleri ritiene che chiedere ai fedeli di credere infallibilmente all'assunzione di un essere umano in cielo sulla base di un testo così chiaramente fantasioso non costituisca per tali credenti «un altro fardello "scientificamente indimostrabile" a tutto danno delle loro facoltà razionali»? A me pare un esempio lampante di «fardello scientificamente indimostrabile»!

Maurizio e Sergio

La seconda prova portata da Cammilleri è la notizia che nel VII secolo, l'imperatore Maurizio introdusse la festa della Dormizione, da celebrarsi il 16 agosto, «dietro insistenti richieste», e che papa Sergio I introdusse in Occidente.
A Cammilleri va riconosciuto di ammettere i dubbi su questa tradizione: «non si sa, in effetti, se la Vergine si sia "addormentata" su questa terra o sia effettivamente morta. Gli orientali ancora oggi preferiscono parlare di Dormizione», chiosa l'apologeta.
Purtroppo per lui, neppure questa argomentazione riesce a dare forza alla sua tesi, che i dogmi sarebbero "verità credute da sempre" (e infatti i cristiani non riescono neppure a mettersi d'accordo tra loro su cosa significano...) e che non si tratti di «un fardello "scientificamente indimostrabile"» imposto dalla Chiesa (e infatti l'opinione di coloro che insistentemente chiesero a Maurizio l'istituzione della festa non è una prova scientifica di ciò che sarebbe accaduto 600 anni prima...).

Emmerick e Labouré

A corto di argomentazioni convincenti, Cammilleri tira in ballo la presunta età di Maria al momento della sua morte, anch'essa «verità tradizionale», come dimostrato dalla visione di Anna Katharina Emmerick (1774-1824), in cui la mistica parlò della morte di Maria a 63 anni, e dal fatto che Catherine Labouré (1806-1876) volle 63 candele accese attorno al proprio letto di morte.
Non so davvero come iniziare ad affrontare questa "prova", perché fa acqua da tutte le parti: non si parla della tradizione dell'assunzione di Maria; si tratta di un'invenzione molto tarda, nata 18 secoli dopo i fatti, dunque non è una «verità tradizionale»; nasce dalle visioni di due mistiche, fonti difficilmente accettabili come scientifiche.

Napoleone

Cammilleri introduce una chiosa sul destino della festa, oscurata per qualche anno dal concomitante festeggiamento dell'inesistente san Napoleone, voluto dall'omonimo imperatore francese.
Divagazione del tutto inutile ai fini del tentativo di dimostrare la razionalità e la verità del dogma dell'assunzione: a Cammilleri interessa attaccare il laicista Napoleone, morto però da «buon cristiano».

Finale

Nel finale Cammilleri ritorna al problema della disputa tra cristiani orientali e occidentali sul destino di Maria: addormentata o morta? Sebbene giustamente annoti «la Chiesa romana non lo sa e lascia i fedeli liberi sul tema», dimentica il punto importante: le fonti in favore della sua assunzione in cielo non sono migliori di quelle usate per sostenere la morte o il sonno.
Agli interessati ricordo l'articolo «L'Assunzione di Maria: un dogma creato dal nulla», in cui sono presentate le vere argomentazioni portate da Pio XII per sostenere il dogma e si discute della loro (scarsa) validità. Ai lettori di Cammilleri faccio notare che, ancora una volta, il nostro autore è partito lancia in resta contro gli ignoranti laicisti, ma ha fatto la figura dell'apologeta fanfarone, non riuscendo a confutare la verità su questo dogma: è stato “fabbricato” dal Vaticano, che 19 secoli dopo i fatti decide di «gravare i fedeli di un altro fardello "scientificamente indimostrabile", a tutto danno delle loro facoltà razionali»; non è una «verità creduta da sempre»; le riflessioni e le consultazioni che hanno portato la «Chiesa [ad] apporre il suo autorevole sigillo» sul dogma non sono state «ponderate», ma solo l'ennesimo arbitrio pontificio.
Rino Cammilleri, «L'Assunta e Napoleone», ilsussidiario.net, 15 agosto 2012. 

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