Sul Corriere della Sera di ieri Massimo Franco scrive che da “ambienti della CEI” trapela grande soddisfazione per il “siluro” che i senatori grillini hanno lanciato contro il ddl Cirinnà e che si stanno stabilendo buoni rapporti tra il Vaticano e il Movimento di Grillo e Casaleggio.
La notizia di una simile prossima “vicinanza” mi sembra davvero assurda e destituita di ogni fondamento, se si considera che il primo ddl presentato dai grillini al loro esordio in questa legislatura riguardava l’introduzione in Italia dell’utero in affitto e che nel frattempo gran parte dei grillini di fede cattolica (parlamentari e non) hanno abbandonato il M5S, ammettendo di essere entrati nella “casa” sbagliata. La CEI non può nutrire simpatia per l’ennesimo fenomeno di populismo destinato prima o poi a scomparire, come sono scomparsi dalla scena politica populisti del calibro di Gugliemo Giannini o di Umberto Bossi. Presto sarà il turno di Salvini e di Grillo. Ma altri “grilli” possono emergere, se non si abbatte il populismo con la giusta cura.
Nel mio libro “Governare bene sarà possibile: come passare dal populismo al popolarismo”
scrivevo:
“Da tempo si parla in Italia di una grave emergenza educativa con riferimento al pessimo stato in cui si trova la scuola, a tutti i livelli. Ma si dovrebbe anche parlare di un’emergenza altrettanto grave. È quella causata dal vuoto culturale e morale in cui è caduto il mondo politico italiano ormai da diversi decenni, causa prima del declino economico-sociale che ha colpito il Paese. Se non si riempie di buona sostanza questo vuoto, la protesta populista – esplosa proprio per contestare il male prodotto da tale grave difetto – è purtroppo destinata a persistere. (…)
Il populismo muore in un sistema politico ‘corazzato’ da uomini di servizio, mentre vive e vegeta con le abitudini e i comportamenti tipici dei ‘benefattori’(1), contro i quali il populista è molto abile a scagliarsi, ma con scarse probabilità di abbatterli. Le soluzioni efficaci non sono rappresentate dagli urli rabbiosi ed emotivi, ma dalle idee e dai progetti credibili di coloro che sanno coniugare la buona cultura con la concretezza delle azioni più adatte al caso”.
È mia convinzione che il populismo potrà essere sconfitto solo dal popolarismo, un metodo di governo ideato da Luigi Sturzo nel 1919 e seguito da grandi statisti come Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi e Konrad Adenauer. Purtroppo i successori di De Gasperi lo hanno poi del tutto ignorato, creando il terreno di “coltura” per i populisti odierni. La CEI non può fornire l’acqua, semmai il diserbante.
Giovanni Palladino